A San Michele un progetto di dottorato sul tema difesa senza chimica: protagonisti i “bioagrofarmaci”
In questi giorni si è svolto il meeting del progetto europeo Interfuture coordinato da FEM e C3A.
Si è svolto in questi giorni alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige il meeting intermedio di Interfuture, il progetto europeo di dottorato industriale che coinvolge 11 studenti provenienti da 10 nazioni diverse all’interno di percorsi di ricerca e formazione condivisi tra otto istituti accademici (centri di ricerca ed università) e sei aziende che operano nella ricerca e produzione di biofertilizzanti e biopesticidi per il controllo di malattie e insetti che attaccano le piante di interesse agrario.
Un dottorato assolutamente innovativo, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e dal Centro Agricoltura Alimenti Ambiente, struttura accademica congiunta Università di Trento-FEM, e finanziato dal programma europeo Horizon 2020, che anticipa a livello nazionale quanto il MIUR ha iniziato a fare con le nuove linee guida che semplificano i rapporti atenei-aziende e mirano ad incrementare i dottorati industriali. Tale iniziativa pone le basi per un corso di dottorato dell’Università di Trento in convenzione con FEM programmato a partire dall’anno accademico 2019/20. In questo nuovo percorso parte dei dottorandi svilupperanno ricerche in collaborazione con finanziatori industriali con l’obiettivo di agganciare la ricerca di base alle esigenze dell’industria e fornire nuovo stimolo all’innovazione nell’ambito dell’agricoltura, dei prodotti alimentari e dell’ambiente.
Il network europeo di dottorato industriale è giunto a metà del suo percorso. La rete è costituita da importanti università e centri di ricerca europei e industrie che si occupano dello sviluppo di prodotti biotecnologici naturali per la fertilizzazione e la difesa delle colture da patogeni e parassiti. Undici sono i giovani ricercatori selezionati su un bando competitivo internazionale che si stanno formando nella ricerca, cercando di trasformare le loro scoperte scientifiche in altrettanti prodotti che potranno essere messi a disposizioni dell’agricoltura di domani. Il concetto alla base di tutte le loro ricerche è l’utilizzo di microrganismi e dei loro metaboliti come base di prodotti fitosanitari biologici, sicuri e biodegradabili. Nel meeting presso FEM si è svolto anche un momento di valutazione dell’avanzamento delle loro ricerche da parte di un esperto esterno nominato dalla Commissione Europea. Dopo questo importante passaggio, infatti, i giovani ricercatori completeranno il loro percorso con 18 mesi di ricerca applicata nelle aziende di riferimento.
Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Edmund Mach