A Trento e a Lavarone: “Va’ pensiero, storie ambulanti”
Doppia proiezione del film documentario alla Sala della Cooperazione a Trento e al Cinema Teatro Dolomiti di Lavarone. Parole, immagini, musica, testimonianze dedicate a un tema di stretta attualità.
Un pubblico selezionato ma molto interessato ha partecipato alla doppia proiezione del film documentario “Va’ pensiero, storie ambulanti”, inserito nel calendario della quinta “Settimana dell’Accoglienza”.
E’ stato proposto, ieri, in doppia proiezione: nel tardo pomeriggio alla Sala della Cooperazione a Trento e, in serata, al Cinema Teatro Dolomiti di Lavarone.
Il film affronta un tema di strettissima attualità. E lo fa raccontando tre storie di vita vissuta. “Aiuta il migrante a uscire dall’anonimato e l’opinione pubblica a riscoprire l’uomo dietro la vittima – è stato osservato dai promotori - La più famosa delle arie verdiane, voce corale dei prigionieri ebrei in Babilonia, fa da sottofondo alla nostalgia di chi, lontano dalla propria terra, incontra indifferenza, avversione e talvolta, come nel caso delle storie dei protagonisti, violenza. Le parole di odio e le paure possono alimentare azioni violente”.
Il regista è Dagmawi Yimer. “Nato e cresciuto ad Addis Abeba – è stato detto - ha lasciato il suo paese in seguito ai gravi disordini postelettorali del 2005 che portarono all’uccisione e al ferimento di centinaia di giovani. Dopo un lungo viaggio attraverso il deserto libico e il Mediterraneo, era sbarcato a Lampedusa il 30 luglio 2006. A Roma, dopo aver preso parte a un laboratorio di video partecipato nel 2007, aveva realizzato insieme ad altri cinque migranti il film Il deserto e il mare. Da quel momento in avanti è stato regista di altri film molto apprezzati sul tema dell’immigrazione”.
Tre i protagonisti del film “Va’ pensiero, storie di ambulanti”: Mohammed Ba, 50 anni di età, attore ed educatore senegalese residente in Italia da 14 anni accoltellato il 31 maggio di dieci anni fa in pieno giorno nel centro di Milano; Mor e Cheikh, anche loro immigrati dal Senegal e residente a Firenze, colpiti il 13 dicembre di otto anni fa mentre sono al lavoro al mercato di San Lorenzo.
Le storie dei protagonisti si incrociano al racconto delle loro esperienze di vita, a volte drammatiche. Malgrado tutto alimentano le loro speranze di continuare a vivere in Italia ma sempre con la continua paura e incertezza di incrociare uno sguardo o un gesto che li riporti al momento dell’aggressione.
L’occasione ha offerto lo spunto anche per un dialogo con il regista su molti aspetti che ruotano attorno al tema dell’immigrazione. “Un dato fa riflettere – è stato precisato – I crimini di odio sono in aumento. Nel 2016 era 736. L’anno dopo, nel 2017, ne sono stati registrati 1048”. Sul tema delle morti in mare è stata ricordato che “a fronte del calo drastico degli arrivi, pari all’80%, sono in aumento le morti in mare. Il dato più recente è del 21 settembre scorso: 1728 vittime. Come dire: meno arrivi ma più annegamenti”.
Non solo parole e immagini hanno caratterizzato l’evento. Spazio e tempo sono stati riservati alla musica proposta dal trio di percussionisti Sasouba (tradotto: il tuo domani) guidati da Samba Sagna.