“Agricoltura e montagna fondamentali per lo sviluppo del Trentino”
“In Trentino - ha esordito il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti - abbiamo iniziato un percorso che ci porterà agli Stati generali della montagna. Lo abbiamo fortemente voluto perché crediamo che chi lavora in montagna, soprattutto in agricoltura, debba continuarlo a farlo nelle migliori condizioni. Il nostro percorso coincide oggi anche con i grandi temi delle politiche agricole comunitarie. E’ quindi importante che diverse esperienze locali trovino voce in Europa per ridisegnare il futuro della montagna e delle agricoltura, fondamentali per il Trentino e per le Alpi”. Il presidente Fugatti ha scelto la platea del convegno nazionale dedicato alla futura Politica agricola comune per ribadire l’impegno del Trentino a sostegno dello sviluppo delle aree montane e dell’agricoltura in particolare.
Il simposio, organizzato da Acli Terra, si è tenuto ieri nelle sale di Castel Ivano, in Valsugana. Attorno allo stesso tavolo hanno discusso il vicepresidente della Commissione europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Paolo De Castro; il sottosegretario alle politiche alimentari forestali e del turismo, Franco Manzato; l’assessore provinciale all’agricoltura foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli; oltre al presidente Maurizio Fugatti. Acli Terra conta in Trentino ben 1500 aziende che hanno dato vita, tra l’altro, alla Fondazione trentina del biologico.
L’Unione europea si appresta ad organizzare il nuovo periodo di programmazione della politica agricola comune (Pac) 2020 - 2026. In vista delle nuove strategie comunitarie, da Castel Ivano (Valsugana) arriva un richiamo forte a favore della montagna. L’occasione è il convegno nazionale di Acli Terra dedicato alla nuova politica agricola comune che si è tenuto ieri in Valsugana.
Come hanno concordato tutti i partecipanti, quando si parla di politiche agricole e di montagna, è necessario salvaguardare le produzioni e la funzione di presidio ambientale e promozione del territorio, assicurata fin qui dal settore primario. Per raggiungere questo obiettivo è d’obbligo porre in ambito comunitario la questione delle risorse, ma anche il sostegno del lavoro e delle produzioni di qualità.
Il convegno di Acli Terra sulla nuova Politica agricola comune ha preso in considerazione le principali questioni legate alle aree di montagna: il futuro del bilancio della Politica agricola comune (PAC), alla luce dei tagli prevedibili a seguito dell’uscita del Regno Unito dalla Comunità (Brexit); e la revisione del primo pilastro della Pac, relativo agli aiuti diretti, con la presa d’atto che la montagna non può essere dimenticata. A ciò si aggiunge il rilancio del Secondo pilastro, quello relativo allo Sviluppo Rurale, per incentivare la crescita integrata dei territori alpini nella logica della sostenibilità e dell’innovazione.
“E’ necessario - come ha sottolinea il presidente trentino di Acli Terra, Flavio Sandri - rivedere le politiche nazionali, fin qui realizzate, per limitare lo strapotere delle pianure a favore dello sviluppo armonico e responsabile della montagna e delle Alpi, in particolare”.
In apertura del convegno, l’assessore provinciale all’agricoltura foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli ha passato in rassegna le priorità del Trentino in materia di agricoltura e rilancio delle montagna: il rilancio del comparto legno e della sua filiera, soprattutto a seguito dei danni patiti ad ottobre dal patrimonio boschivo; l’attenzione verso i giovani in agricoltura e la loro formazione (“sono loro il nostro futuro e chiedono di poter crescere con le loro aziende”); la gestione dei grandi carnivori e la necessità di portare avanti il dialogo conio ministro Costa; la sinergia tra turismo ed agricoltura con la revisione della legga sugli agriturismi; la gestione della risorsa acqua (“Importante per il mondo agricolo e per quei territori che già oggi soffrono della carenza idrica”); i limiti per l’utilizzo del rame e la presenza di nuovi parassiti (“la ricerca sta compiendo passi in avanti ma non è ancora in grado di offrirci risposte definitive”), così come il recupero prato-pascolo (“Aree che vanno restituite al mondo agricolo”). “La nuova Pac - ha concluso l’assessore Zanotelli - deve incentrarsi anche sulle specificità dell’agricoltura di montagna e garantire maggiore centralità ai territori virtuosi, in grado di sviluppare progetti importanti con ricadute economiche, sociali ed ambientali. L’obiettivo comune e del Trentino in particolare è di favorire l’affermarsi di aziende agricoli forti, in grado di reggere il mercato e sostenersi con i propri mezzi, affrancandosi dai sussidi per la propria sopravvivenza”.
Il sottosegretario alle politiche alimentari forestali e del turismo, Franco Manzato ha annunciato che il Governo sta lavorando ad un progetto di visione strategica per l’agricoltura suddiviso in sei assi: finanza, ricerca applicata alla qualità, aerospaziale, mercato interno. “Il sesto asse - ha aggiunto - rappresenta la vera novità ed è rappresentato dal biologico. Il governo crede in questo settore anche se vanno incentivati i controlli e le certificazioni, specie per i prodotti importati”.
Due le novità portate al tavolo della discussione dal vicepresidente della Commissione europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, Paolo De Castro, che ha ripreso due temi sollevati dall’assessore Zanotelli: per quanto riguarda la presenza del lupo nelle Alpi e negli Appennini, verrà modificata la direttiva Habitat che, ad oggi, salvaguardava la specie ed ha impedito fino ad oggi piani locali di abbattimento. “Per quanto riguarda la direttiva europea che limita a 4 chilogrammi ad ettaro (prima erano 6) il rame per i trattamenti bio - ha affermato De Castro - che si cercherà un accordo che potrà prevedere di spalmare su più anni il limite. Per intenderci ci si potrà trovare nella situazione di utilizzare più di 4 chili in un annata sfavorevole per poi limitare quella soglia nell’annata successiva”.
In merito alla nuova Pac, De Castro ha annunciato che la Commissione europea all’agricoltura sta lavorando per trovare un accordo mediano fra il presidente della commissione Hogan, che vuole dei piani strategici nazionali unici, e le Regioni italiane, che intendono proseguire sulla strada di piani singoli regionali. “Quest’ultima impostazione sarebbe troppo onerosa - ha spiegato De Castro - e quindi sono del parere di proporre un Piano strategico unico per l’Italia con la possibilità di inserimento di proposte regionali che tengano conto delle singole specificità”.
Fonte: Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento