Agricoltura, la ministra Bellanova in cooperazione: l’agricoltura è strategica
La ministra alle politiche agricole Teresa Bellanova ha incontrato in Federazione il mondo agricolo cooperativo ed il coordinamento imprenditori.
Le sfide dell’agricoltura: produrre cibo e recuperare il territorio. Il valore del made in Italy.
La ministra: “l’agricoltura che stiamo costruendo non è quella del ritorno alla zappa, ma una opportunità imprenditoriale che ha bisogno di competenze e che può dare reddito.
Il contratto di rete realizzato in Trentino è una buona pratica che occorre diffondere sul territorio nazionale”.
Quasi due ore di incontro, nella sede della Federazione a Trento, con la ministra alle Politiche agricole Teresa Bellanova e i rappresentanti della cooperazione agricola, dei sindacati agricoli e del mondo imprenditoriale trentino.
La ministra, in Trentino su invito della sen. Donatella Conzatti, non si è sottratta al “fuoco di fila” delle istanze portate dai rappresentanti del mondo agricolo cooperativo, inerenti l’innovazione, l’export, le regole europee, i sussidi, la riforma della Pac, l’utilizzo del Recovery Fund e il nuovo corso della Commissione europea.
All’incontro ha partecipato anche l’assessore provinciale all’agricoltura Giulia Zanotelli, la quale ha richiamato le competenze della nostra autonomia, raccomandando però di tenere in considerazione la centralità dei territori nel dibattito sul futuro della Pac, la politica agricola europea comune.
Tanti temi, portati all’attenzione della ministra dal vicepresidente della Federazione Michele Odorizzi, intervenuto dopo il saluto iniziale del presidente Roberto Simoni che ha rappresentato la specificità del movimento cooperativo in Trentino nel suo complesso.
Focus particolare sul recente contratto di rete stipulato tra i soci della cantina di Toblino e la cooperativa Multiservizi (e presentato dal presidente di quest’ultima, Germano Preghenella), con l’obiettivo di garantire stabilità occupazionale ai lavoratori solitamente impegnati nella vendemmia e mettere in comune servizi e mezzi di produzione.
Un tipo di contratto che ha ricevuto i complimenti della ministra Bellanova: “una buona pratica che si può diffondere a livello nazionale. Tema fondamentale è la formazione, per motivare soprattutto le giovani generazioni.”
I problemi più urgenti
Il mondo agricolo vive con preoccupazione il periodo di emergenza sanitaria, che si incrocia con la rimodulazione degli aiuti europei e con la riforma della politica agricola, che rischia di allontanare ancora di più i territori dai luoghi delle decisioni.
Molti i problemi legati all’internazionalizzazione, con le barriere all’ingresso per molti mercati attuali e potenziali dovute ai dazi o alle leggi avverse, alle difficoltà di reperimento di manodopera straniera.
E poi la questione, delicata, della lotta ai parassiti e al ricorso dei fitofarmaci.
In generale, il Trentino è terra di eccellenza per il settore agroalimentare, che si relaziona con l’ambiente e con il turismo. Un tema sottolineato da molti interventi tra cui il presidente degli Albergatori Gianni Battaiola.
La ministra Bellanova non si è sottratta: “siamo impegnati per valorizzare il made in Italy, a mettere al centro l’agricoltura come risorsa strategica e non relegata alla marginalità, come spesso in passato è accaduto. L’agricoltura è produzione di cibo, non è giardinaggio.
Dobbiamo rafforzare sempre di più non la quantità ma la qualità delle nostre produzioni ed andare a conquistare i mercati dove è apprezzata e dove ci sono consumatori che si possono permettere il costo del made in Italy.
Una sfida da vincere anche nei confronti della grande distribuzione. No quindi a campagne insistite di vendita sottocosto. Se le campagne sono continuative vuol dire che qualcuno il sottocosto lo sta pagando. E non possono essere i produttori o i consumatori.
Per questo dobbiamo avere più risorse dal Green Deal, perché se si vuol perseguire la sostenibilità ambientale non si può scaricarne i costi solo sulle spalle dei produttori.
“Dobbiamo coniugare la sostenibilità ambientale con la sostenibilità economica. L’agricoltura – ha proseguito la Bellanova - è un settore strategico che va valorizzato, e lo si è visto soprattutto con l’emergenza sanitaria”.
La sfida che ci siamo dati è quella di chiedere a tutti i territori che hanno terreni abbandonati, di metterli a disposizione. Facciamo una banca delle terre in modo da mettere quei terreni a disposizione di cooperative e associazioni”.
Sul terreno fitosanitario la ministra Bellanova ha confermato grande attenzione, agendo sul doppio binario del “rispetto per l’ambiente e per il prodotto agricolo”.
Il recovery Fund. “Per decongestionare le grandi città e far rivivere le aree interne, le valli e le montagne, occorre avere una politica di sistema, una sfida che possiamo affrontare con le risorse aggiuntive che ci arrivano dall’Europa”.
Attenzione al territorio. “Non abbiamo risolto tutti i problemi ma abbiamo portato a casa la Igp delle mele del Trentino, cui ha dato una grossa mano il ministero delle politiche agricole. Abbiamo chiuso il negoziato per l’export delle mele in Tailandia e Taiwan, siamo impegnati in una grande campagna di promozione a partire dal vino, perché dobbiamo recuperare spazi che si sono allentati con l’emergenza sanitaria. Dobbiamo conquistare quote di mercato in quei paesi che si possono permettere il made in Italy.
Stiamo investendo in sei Paesi con personale del ministero dell’agricoltura con rango di diplomatici che hanno il compito di valorizzare il made in Italy e di mettere in contatto il nostro sistema distributivo con il loro”.
I dazi. Ho detto al ministro dell’agricoltura degli Sati Uniti che il nostro Paese non si rassegna a subire dazi senza averne alcuna responsabilità. Per fortuna il vino italiano è rimasto esonerato, ma dobbiamo seguire con grande attenzione questo tema.
Con il collega russo ho posto la questione dell’embargo. Ci attiveremo in sede europea per cercare di superare questa situazione. Se non si arriva a superare l’embargo, almeno si arrivi alla turnazione dei prodotti”.
Etichettatura obbligatoria. “Finalmente siamo riusciti ad approvare un Decreto con i ministri dello Sviluppo economico e della Sanità sulle carni trasformate. Adesso occorre indicare dove è stato allevato l’animale, dove è stato macellato e dove trasformato”.