Appalto pulizie Pat, in pericolo c’è un intero sistema economico e sociale
Il consiglio di amministrazione della Federazione riunito a Roveré della Luna, ospite della cantina sociale, si è occupato anche dell’esito dell’appalto per i servizi di pulizia degli uffici della Provincia e di altri enti pubblici, dal quale sono rimaste escluse molte imprese locali.
La presidente Marina Mattarei chiederà un incontro al presidente della giunta provinciale Fugatti. “Fatto così avvantaggia pochi e danneggia molti: dipendenti, imprese, utenti. Con una ulteriore aggravante, perché questa gara scardina la sostenibilità del nostro sistema di welfare e del tessuto economico del Trentino”.
Il vicepresidente vicario (e presidente del consorzio Cla) Germano Preghenella: “di fatto le modalità della gara conducono ad una logica di massimo ribasso. E poiché i servizi sono ad altissima densità di lavoro (dall’80 al 90%), il rischio di sfruttamento dei lavoratori è alto”.
La maxigara per i servizi di pulizia degli uffici provinciali e di altri enti pubblici, dal Comune di Trento, all’Università, dalle scuole alle case di riposo, rischia di trasformarsi in un boomerang per chi ha organizzata. È di questo parere il consiglio di amministrazione della Federazione Trentina della Cooperazione, che ne ha discusso nella seduta di oggi pomeriggio, convocata alla cantina sociale di Roveré della Luna che quest’anno celebra il suo centenario.
L’appalto, diviso in 19 lotti e del valore considerevole di 95,35 milioni di euro, si è concluso con l’assegnazione dei lavori a ditte – la maggior parte extraprovinciali – che hanno offerto ribassi dal 30 al 40%.
Una grande risparmio quindi per la pubblica amministrazione? “Il risparmio è solo apparente – afferma il vicepresidente vicario, e presidente del Consorzio Lavoro e Ambiente, Germano Preghenella – poiché la vera competizione sui ribassi che hanno consentito di vincere la gara si concentra soprattutto sulla parte economica e non su quella tecnica. Poiché questo tipo di servizio è ad alta densità di manodopera, che può arrivare fino al 90%, significa che i risparmi maggiori sono proprio sulla parte più debole, il costo dei lavoratori.
I quali dovranno sì essere riassunti mantenendo lo stesso contratto, ma senza riconoscimento dell’anzianità aziendale maturata, e a condizioni evidentemente compatibili con i maxi ribassi proposti in gara. In altre parole, una migliore organizzazione del lavoro attuata da grandi aziende non potrà mai scaricare per intero il risparmio di costi di appalto, con il risultato che il rischio di sfruttamento dei lavoratori è molto alto”.
La presidente della Federazione Marina Mattarei commenta: “la questione va vista anche in una ottica più ampia. I servizi di pulizia negli uffici pubblici trentini attualmente sono distribuiti tra numerose aziende in cui sono impiegati circa 1300 lavoratori, di cui un terzo sono dipendenti e soci delle cooperative. Molti sono anche soggetti svantaggiati assunti dalle cooperative sociali di tipo B, ed insieme creano un sistema economico che è anche un originale modello di welfare, in cui la sostenibilità è garantita dall’equilibrio tra risorse pubbliche, efficienza e funzione sociale.
Peggiorare le condizioni di fornitura di questi servizi, attraverso l’eccessivo abbattimento dei costi, non solo taglia fuori molte imprese trentine (cooperative ed artigiani, soprattutto), ma pone questi lavoratori nelle condizioni di dover chiedere l’intervento sociale sotto altre forme, generando quindi ulteriori costi per le pubbliche amministrazioni.
Senza contare il valore di questi servizi anche per tante donne che con un lavoro (soprattutto) part-time consentono di integrare il reddito familiare e realizzare i propri progetti di vita.
Temi sui quali occorre fare una riflessione molto approfondita e a 360 gradi, sia all’interno delle categorie imprenditoriali e delle parti sociali, sia con lo stesso ente pubblico.
Per questo chiederemo un incontro urgente con il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, affinché si possa affrontare il tema nella maniera più ampia possibile, senza tralasciare alcun aspetto. Questa situazione non è tollerabile perché a rimetterci sono tutti i soggetti in campo: i lavoratori, le imprese, gli utenti, e quindi i cittadini”.