Cassa Rurale di Trento, un valore per il territorio. Confermato il presidente Giorgio Fracalossi
Assemblea dei soci al Palazzetto dello Sport, alla presenza di 2.120 soci (più 183 deleghe). Cresce la raccolta, ancora in flessione la domanda di credito. Utile a 4,1 milioni, margine di intermediazione di 53,6 milioni. Bilancio approvato all’unanimità.
175,5 milioni di patrimonio, indice di solidità Cet1 di 15,86%. I soci sono 18mila, 631 i nuovi entrati nel 2017. In dieci anni 23 milioni distribuiti ai soci: un valore per il territorio.
Il presidente Fracalossi: “Le banche sono radicalmente cambiate, in futuro l’innovazione tecnologica sarà sempre più importante, ma non mancherà mai la relazione diretta con le persone. Il progetto di riforma cambierà il credito cooperativo, ma al centro del sistema ci sono e resteranno le Casse Rurali. La scelta di Cassa Centrale, orgoglio per il Trentino”.
Giorgio Fracalossi confermato alla presidenza. In cda entrano la commercialista Saveria Moncher e l’avvocato Paolo Toniolatti, confermata Mariangela Sandri. Confermato il collegio sindacale uscente.
Nei dieci anni che hanno cambiato il mondo (e anche le banche), la Cassa Rurale di Trento si è difesa con un piano strategico orientato alla prudenza, razionalizzazione dei costi, contenimento dei rischi e innovazione tecnologica. E i risultati sono arrivati, in termini di crescita della raccolta, dei soci e clienti, dell’utile e quindi del patrimonio.
Nel 2008 la crisi economica è partita dalle banche, e le banche in questo periodo sono radicalmente cambiate. Una “cura dimagrante” che in Italia ha portato alla diminuzione di 250 banche locali su 788 (-31,7%, 6.678 sportelli in meno (-19,6%) e anche ad una contrazione dell’organico, passato da 330mila dipendenti a 286mila (-13,4%).
“La risposta delle Casse Rurali trentine – ha affermato il presidente Giorgio Fracalossi - non hanno seguito il trend. La risposta alla crisi è stata quella di rafforzarsi attraverso le fusioni, tanto che oggi sono circa la metà di quelle esistenti dieci anni fa. Non sono calati in proporzione gli sportelli, che rimangono in numero consistente (326, 61 in meno del 2010), né i dipendenti (meno 194 da 2.324), mentre sono cresciuti i soci (8mila in più dal 2010, 631 solo nell’ultimo anno)”.
La sfida dell’innovazione tecnologica
La tecnologia sta modificando l’organizzazione delle banche ed il rapporto tra banca e cliente. Che oggi, e ancora più domani, sarà maggiormente orientato alla consulenza e molto meno a svolgere operazioni automatiche che saranno sempre più delegate alle “macchine” ad affiancare gli operatori.
“Dobbiamo impadronirci della tecnologia e non subirla – ha proseguito Fracalossi - la Cassa Rurale di Trento, attraverso Cassa Centrale Banca, si è dotata di servizi tecnologicamente evoluti e sicuri. La Capogruppo investirà 160 milioni in tecnologia nei prossimi anni. Ma i clienti non rinunciano alla relazione diretta, e le filiali del futuro saranno molto spinte sull’innovazione tecnologica ma non rinunceranno mai alla relazione con il socio”.
In merito alla nascita a Trento della capogruppo, il presidente Fracalossi ha affermato che “l’obiettivo è quello di mantenere la banca al centro. Le comunità restano le proprietarie delle loro banche cooperative mutualistiche. Ogni Bcc rimane autonoma in misura correlata alla propria qualità di ‘buona banca’”.
Il gruppo che nascerà sarà importante – ottava banca nazionale, 73 miliardi di attivo, 1500 filiali e 11mila dipendenti - e nascerà non a caso a Trento, “in una piccola città e in un territorio dove la cooperazione svolge un ruolo importante”.
Gli interventi di saluto
Il vicesindaco di Trento Paolo Biasioli ha portato il saluto della città: “dalla fusione con Aldeno e Cadine è nata una Cassa più forte, a beneficio dei risparmiatori, che continua ad avere nella territorialità il suo valore aggiunto. Auspico che gli stessi valori possano continuare a vivere anche nella nuova capogruppo Cassa Centrale”.
Per il vicepresidente della Cooperazione Trentina Cesare Cattani, “l’innovazione tecnologica incide sul modo di fare banca e ne trasforma i processi. Indietro non si torna. Preoccupano certe iniziative politiche che propongono una moratoria di due anni. Ci auguriamo che prevalga la ragionevolezza. Auguro a tutto il credito cooperativo trentino di procedere unito con tutto il sistema cooperativo, a fianco ed assieme alla sua Federazione”.
Nel suo intervento Mario Sartori, direttore generale di Cassa Centrale Banca, ha affermato che di questo progetto il Trentino può essere orgoglioso. “Il modello è una Cassa Rurale che rimane banca del territorio, e una capogruppo forte e solida che permette alla banca di fare Cassa Rurale.
I valori fondanti non cambiano mai – ha proseguito - cambiano i modelli organizzativi. Il gruppo bancario cooperativo ha rilievo nazionale ma mantiene il baricentro a Trento”.
Nel suo saluto Carlo Girardi, presidente dell’Associazione giovani soci della Cassa, ha parlato dell’attività di dieci anni dell’organismo e dell’attività di quest’anno, che sarà focalizzata su sicurezza, casa, lavoro.
Il rapporto con la base sociale e il territorio
La base sociale si è rafforzata (oggi a quota 18mila, più 2.678 in dieci anni) e sono cresciute del 47% nel decennio le masse totali amministrate, e i crediti, con un boom della raccolta che è lievitata del 65%. Nello stesso periodo anche i clienti sono cresciuti del 55%, un po’ meno sportelli (-14, ora sono 29) e collaboratori (-54, ora 288).
In dieci anni la Cassa ha realizzato 38 milioni di utile. Di questi, 5 sono andati ad iniziative di sostegno della comunità, 30 ad incrementare il patrimonio. Ai soci sono stati distribuiti 23 milioni di euro tra servizi bancari ed extrabancari.
Tra questi 965mila euro in premi di studio a 2.500 studenti, un milione in assistenza fiscale con 80mila dichiarazioni dei redditi, un altro milione di euro per le feste del socio a cui hanno partecipato 60mila persone, e un milione per la formazione attraverso agevolazioni a tremila soci e familiari.
Solo nel 2017 sono state finanziate attività sportive per 415mila euro, iniziative di solidarietà per 88mila e culturali per 425mila.
Iniziative di mutualità attuate anche tramite la Fondazione omonima, che nel decennio ha distribuito 1 milione di contributi alle famiglie per l’insegnamento delle lingue con il Clm-Bell, 240mila in borse di studio a giovani studenti e 770mila in 60 progetti di sostegno sul territorio.
Il bilancio della Cassa Rurale di Trento
La Cassa Rurale di Trento chiude con un utile netto di 4,1 milioni (sfiora il raddoppio rispetto ai 2,1 milioni dell’anno prima). Il margine di intermediazione (il “fatturato” di una banca) ammonta a 53,6 milioni, in crescita rispetto ai 42 milioni dell’anno precedente.
Prosegue, ha affermato il direttore generale Giorgio Bagozzi, il positivo andamento della raccolta (+1,52% nell’ultimo anno, +5,42 in cinque anni), mentre calano gli impieghi, dovuti ancora alla scarsa domanda di credito (-8% nel 2017, -21,4 in cinque anni. Negli ultimi anni sono stati erogati 861 milioni di prestiti, 157,5 nel 2017.
Segnali incoraggianti arrivano dalle domande di finanziamento, l’87,7% delle quali sono state accolte, una percentuale in costante aumento negli ultimi cinque anni.
La Rurale di Trento è una banca molto solida, con il coefficiente patrimoniale di qualità primaria, il Cet1 Ratio, del 15,86%, molto più di quanto richiede la normativa (10,5%).
Il patrimonio ammonta a 175,5 milioni di euro, e rappresenta un elemento fondamentale per la programmazione strategica della Cassa Rurale, indicatore di solidità e garanzia di soci e clienti.
Il credito “anomalo” ammonta a 234 milioni, il picco nel 2014 con 366. Nell’ultimo anno sono diminuiti del 19%, ma oltre la metà, il 52% è “coperto” dagli accantonamenti prudenziali effettuati negli ultimi anni (di cui il 63% relativo alle sofferenze e il 32% alle inadempienze probabili).
La maggior parte del credito anomalo, l’82% delle inadempienze probabili e il 63% delle sofferenze, è coperto da garanzia reale (ipoteca o pegno). “Entro luglio e a fine anno sono previste nuove importanti dismissioni”, ha concluso il direttore Bagozzi.
Gli eletti negli organi sociali
L’assemblea ha eletto il presidente e rinnovato parte del cda e il collegio sindacale.
Confermato il presidente Giorgio Fracalossi, in consiglioentrano per la prima volta la commercialista Saveria Moncher e l’avv. Paolo Toniolatti, confermata Mariangela Sandri.
Per le cariche in cda si erano candidati in sei: non eletti Andrea Basso, direttore dell’omonima impresa edile, Aldo Bernard, funzionario esperto in informatica in Trentino Trasporti, e Diego Pedrotti, già funzionario della Cassa Rurale e consigliere dal 2012.
Per il collegio sindacale, confermato il presidente Massimo Frizzi, sindaci Lorenzo Rizzoli, (sindaco Crt dal 2009) e Robert Schuster (sindaco dal 2015). Supplenti Claudio Burlon e Romeo Dallachiesa.
La premiazione dei soci “storici”, con la Cassa da mezzo secolo.
I soci più longevi, premiati con una targa, sono Bruno Agostini, Tullio Battisti, Marco Cainelli, Ada Cimadom, Santo Marco Coser, Antonio Franceschini, Francesco Mosna, Urbano Nardelli, Umberto Nicolini, Luciano Pedrolli, Antonio Petrolli, Bruno Pizzinini, Aurelio Pontalti, Luciano Tomasi, Aldo Zanlucchi, Onorio Zanlucchi, Tullio Zanlucchi.