Chernousov come lo Sputnik alla 45esima Marcialonga
La quarantacinquesima Marcialonga di Fiemme e Fassa è stata un’edizione da record: tempo ottenuto dal vincitore 2:48:08, su un manto innevato velocissimo e spettacolare, aiutato dalle temperature rigide della mattinata (attorno ai -3 gradi) che non hanno intaccato la pista di 70 km.
La partenza dalla piana di Moena ha visto coinvolti circa 7.500 fondisti, fra fuoriclasse Visma Ski Classics, il circuito delle granfondo lunghe distanze, “bisonti” e personaggi di altri sport, da Paolo Bettini a John Arne Riise.
Moena è il centro nevralgico della Valle di Fassa. La “Fata delle Dolomiti” è incastonata tra le più belle montagne dell’arco alpino: le Dolomiti con i gruppi del Catinaccio, dei Monzoni e del Latemar a farle da cornice. A Soraga comandano le donne (partire 10 minuti prima), con Katerina Smutna e Britta Johansson Norgren, favorite della vigilia, tra il quartetto di testa, e due atlete ad inseguire un poker che proseguirà congiunto fino a circa metà gara. Tra gli uomini il dispiegamento di forze è ben più fornito, ed è Jimmie Johnsson al timone della truppa, prima di lasciarlo a Torgeir Skare Thygesen, ultimamente in calo dopo gli exploit iniziali nel circuito Visma Ski Classics.
Gli abitanti di Soraga sono soprannominati Strions (stregoni) ed il nome della caratteristica località deriva dal latino “super aquam”, ad indicare la sua posizione accanto al torrente Avisio, una terra di artigiani, ad intagliare i pregiati legni della zona. È toccato poi ai patins (signori) di Vigo di Fassa veder sfilare i fondisti della Marcialonga, dopo che questi ultimi si erano imbattuti nella salita “Spaccagambe”.
Il double poling è ormai il movimento del fondista in classico, e alla Marcialonga le spinte che sollecitano le braccia sono a dir poco poderose, a Pozza di Fassa i “ciavai” (cavalli), i fondisti hanno avuto una vista privilegiata verso le Torri del Vajolet. La Marcialonga transita poi nella piccola frazione di Pera di Fassa, sia all’andata (km 10.2) che al ritorno, e nel regno di Tita Piaz, il “Diavolo delle Dolomiti”.
Thygesen tiene le redini della gara, con la Norgren balzata in testa fra le donne davanti a Silje Oeyre Slind e Lina Korsgren. Troppo presto per emettere sentenze, gli stravolgimenti di fronte sono dietro l’angolo e tra gli uomini spunta Joergen Brink, vecchia conoscenza della Val di Fiemme, con il russo Ilya Chernousov alle sue spalle e Thygesen scivolato in terza posizione. Il gruppo di testa viaggia a 40” sugli altri, mentre Katerina Smutna considera Marcialonga la “sua” gara, balzando in testa dopo una frazione a spron battuto, Slind seconda e Korsgren terza, con la Norgren a controllare.
Tra Pera di Fassa e Mazzin, paese dei “pitores”, dei decoratori che emigravano stagionalmente per mettere a frutto le proprie abilità, Jan Svoboda è il leader davanti ad Atle Smenes, Michael Kuisle e Lukas Bauer; più bilanciata la situazione fra le donne e posizioni immutate. Al km 13.7 il tracciato Marcialonga sfila verso Fontanazzo, ove è visibile il Gruppo del Sella, mentre a sud l'occhio si posa sul Gruppo della Vallaccia (Cima Dodici). A 56 km dall’arrivo dopo il ristoro di Campestrin è il russo Ermil Vokuev a mettere i propri sci stretti davanti a quelli di Thomas Ekren e Pavel Ondrasek, ma sono ottime anche le prestazioni di Vegard Vinje e Vaclav Sedlacek. Fontanazzo ospita invece la bagarre fra Vinje, Ekren e Thygesen, con i favoriti ad osservare le inoffensive scaramucce di testa.
Ottime le prove delle ragazze, che solo poco dopo il giro di boa di Canazei vengono superate dai maschi, nel paese più elevato della Val di Fassa, nonché del tracciato Marcialonga. Inerpicatisi fino a questa altitudine i concorrenti si ritrovano all’ombra del Sassolungo, della Marmolada e del Gruppo del Sella. Al giro di boa comanda la Slind, davanti a Smutna, Korsgren, Boner e Graefnings, mentre proseguono le giravolte al maschile con Antti Lampinen su Klaus Nilsson, Andreas Nygaard ed Anders Aukland, leggenda ancora in pista ad oltre 45 anni.
A Campestrin Vokuev torna in testa, su Dammen e Nilsson, con Dammen a rimontare a Mazzin sul pettorale rosa Oskar Kardin (leader Youth di Visma) mentre Nygaard si fa sotto a 44 km dal traguardo. La località di Forno soprannomina i propri abitanti “musati” (asini), un nome che ha radici storiche e che anticipa di qualche chilometro l’ingresso in Val di Fiemme. Un duetto russo prosegue in testa con Vokuev e Chernousov davanti a Nilsson, la Norgren ritorna poderosa su Smutna ma la ceca ribatte colpo su colpo. L’arzillo Rezac fa vedere ai russi di essere ancora un atleta di alto livello.
Il gruppone di circa una quarantina di atleti prosegue il proprio inarrestabile cammino anche in territorio fiemmese, a Predazzo ci sono gli “slargaloche” (allarga pozzanghere) e il “giardino geologico delle Alpi” precede l’ingresso a Ziano di Fiemme, ove la Marcialonga scende - seppur di poco - per la prima volta sotto i 1000 metri di altitudine e dove gli atleti sono stati coinvolti da una caduta ‘soft’ dopo una sbandata della motoslitta. Panchià e Lago di Tesero le mete successive, dove si stagliano “i sapienti” e dove gli atleti transitano nel Centro del Fondo, una delle strutture più all’avanguardia per svolgere la disciplina. Masi di Cavalese fino ai “mugnai” di Molina di Fiemme e ai “panettieri” di Castello di Fiemme.
A decidere le sorti della contesa è stata come sempre la salita di “Cascata”: 2.5 km dell'impegnativa rampa finale e 144 metri di dislivello (con pendenze che arrivano fino al 12%) prima di giungere nel cuore dei “lupi” di Cavalese. Davvero risicate le distanze ed epici gli arrivi, con il russo Ilya Chernousov (2:48:08), per la prima volta alla ski-marathon trentina, a tagliare il nastro Sorgenia e mettere in fila cinque atleti norvegesi: “Marcialonga è stata la mia gara perfetta”, dirà all’arrivo dopo aver ricevuto l’apprezzato bacio di Miss Italia, la trentina Alice Rachele Arlanch.
A Tord Asle Gjerdalen (4°) non è dunque riuscito uno storico poker di vittorie: “mi sono mancate le forze”, mentre in seconda posizione si è piazzato Tore Bjoerseth Berdal davanti a Morten Eide Pedersen.
Al femminile, come prevedibile, battaglia sportiva furibonda fra la svedese Britta Johansson Norgren e la ceca Katerina Smutna, ma ad avere la meglio è stata la svedese (3:11:48.3): alla Smutna (3:11:48.8) non è bastato tallonare la leader Visma Ski Classics per tutto il tracciato: “Orgogliosa della mia prova, Marcialonga è unica al mondo”, dirà la svedese. Terza la sprinter Lina Korsgren.
Soddisfatto anche Bjørn Dæhlie, 194°: “La Marcialonga è una gara meravigliosa, ma ero troppo stanco sull’ultima salita prima del traguardo”, così come John Arne Riise, più attardato: “Il prossimo anno farò meglio”. 79° il biathleta Anton Shipulin.
Per quanto riguarda gli azzurri il trentino Mauro Brigadoi si è classificato in 32.a posizione: “Pista veloce anche nei tempi di gara”, mentre per Bruno Debertolis una 42.a posizione agrodolce: “Sarà la mia ultima Marcialonga – ha affermato commosso - poi aiuterò i giovani ad amare il fondo”.
Nella Marcialonga Light di 45 km vittorie di Aleksey Barannikov (RUS) e della trentina Antonella Confortola, con Paolo Bettini ad impiegare 4 ore e 18 minuti.
Gli unici maschi russi vincitori alla Marcialonga furono nel 1980 Ivan Garanin (1980) e Michail Botvinov (1993 e 1997). I migliori alla Lampogas Final Climb sono stati Lina Korsgren e proprio Ilya Chernousov, a coronare una giornata velocissima come lo “Sputnik 1”, il primo satellite artificiale mandato in orbita intorno alla Terra, che in russo significa “compagno di viaggio”.
Fonte: Ufficio Stampa Marcialonga