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Costruiamo il futuro della cooperazione, insieme

Quattro grandi direttrici — capitale umano cooperativo, nuove metriche di partecipazione, spazi che diventano ecosistemi, cooperazione che rigenera territori e narrative — hanno orientato le riflessioni degli oltre 380 giovani soci e socie, rappresentanti di circa 75 diverse BCC di 14 Federazioni Locali, riuniti a Trento per il 15° Forum Nazionale delle Giovani Socie e dei Giovani Soci del Credito Cooperativo.

Al centro una domanda condivisa: come costruire una cooperazione capace di unire generazioni, competenze e comunità?

Dal 21 al 23 novembre 2025, il Forum — promosso da Federcasse con la Federazione Trentina della Cooperazione, i Giovani Cooperatori Trentini e la Rete Nazionale dei Giovani Soci — ha trasformato Trento in una capitale del dialogo intergenerazionale. Un’edizione speciale, dedicata al tema “CambiaMENTI che uniscono: un ponte tra generazioni”, che si è svolta nell’anno del 130° anniversario della Federazione Trentina della Cooperazione, occasione per avvicinarsi a una delle esperienze cooperative più solide e radicate del Paese.

Per tre giorni, voci del mondo bancario cooperativo, dell’impresa, dell’accademia, delle istituzioni educative e dell’economia reale si sono alternate in un confronto su partecipazione, governance, innovazione e futuro dei territori.

“Tutte le nostre iniziative, come questo Forum, – ha ricordato Augusto dell’Erba, presidente di Federcasse – servono a caratterizzare il nostro sistema e a rappresentarne la diversità. Affinché le generazioni, soprattutto la vostra, possano guardare al futuro con fiducia, è necessario creare occasioni come questa: occasioni che, al di là dei temi trattati, rafforzano conoscenza, esperienza e cultura nei confronti del nostro modello d’impresa”. “Qui si impara a stare insieme, a parlare di ciò che facciamo, senza vendere un prodotto ma trasferendo cultura, sapere e formazione. Dovete formarvi: siete la classe dirigente del futuro, e, ce lo auguriamo, anche della futura classe dirigente del sistema cooperativo. Non vi occupate solo di soldi, ma della vita e dell’esperienza delle persone”.
Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, ha rivolto un invito ai giovani presenti: “Innamoratevi del movimento cooperativo, del credito cooperativo nel vostro caso, ma anche dell’intero mondo della cooperazione. È un modo di fare impresa e sociale nel rispetto della persona, andando incontro alle comunità e alle persone più in difficoltà. È un modello che tiene insieme la dimensione economica e quella umana, costruendo percorsi e progetti di vita”. Simoni ha sottolineato l’importanza del confronto tra esperienza e innovazione: “Occasioni come questa permettono a chi oggi ha maggiore esperienza di incontrare chi porta entusiasmo, volontà di crescere e spirito di innovazione. Il nostro impegno è rivolto al presente, ma ancora di più al futuro, perché l’interpretazione dei valori, dei modelli e delle responsabilità sarà nelle vostre mani”.

“Sono certa – ha sottolineato dal palco Giulia Pittatore, presidente Rete nazionale Giovani Soci e Socie BCC – che, come giovani, potremo offrire un contributo, anche piccolo, portando una prospettiva diversa. Forse non subito percorribile, o forse solo in parte, ma comunque utile: questo sarà lo spirito che ci accompagnerà durante questi giorni di confronto”.

“Se voi siete qui – ha ricordato Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse – è perché quel patto intergenerazionale è già inscritto nella logica delle prime Casse Rurali e delle prime cooperative in tutti i settori. Dobbiamo essere molto consapevoli che c’è una storia che ci viene affidata, affinché questa logica intergenerazionale, quasi spontanea nelle comunità così intese, possa trovare al proprio interno le forze, le risorse e le imprese necessarie a rispondere alle esigenze di tutti”.

Lavoro, impresa e partecipazione giovanile

I temi del lavoro, dell’impresa e della partecipazione giovanile sono stati al centro del dibattito di questa edizione del Forum attraverso il dialogo con Elsa Fornero, docente di Economia Politica all’Università di Torino ed ex ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha invitato a ripensare il welfare lungo l’intero ciclo di vita – dalla nascita alla pensione – per garantirne sostenibilità e rispetto del contratto generazionale.

Fornero ha sottolineato come “sia necessario un mercato del lavoro più inclusivo, che dia opportunità concrete ai giovani e in particolare alle donne. La politica deve creare le condizioni perché chi lavora possa farlo in maniera dignitosa, con salari adeguati e percorsi di carriera che rispettino le aspirazioni personali. L’istruzione, gli investimenti delle imprese e il credito alle imprese diventano leve fondamentali per aumentare produttività e occupazione”, ha spiegato.

La professoressa Fornero ha inoltre posto l’accento sul ruolo dei giovani nel futuro del Paese: “Dobbiamo dare ai giovani la possibilità di scegliere di restare nei loro territori, offrendo scuole e università di qualità, opportunità di lavoro e percorsi di formazione che permettano di acquisire competenze concrete e spendibili nel mondo reale. La fiducia nelle istituzioni e nel sistema economico deve essere trasmessa e rafforzata, perché è su questo ponte che le nuove generazioni costruiscono il loro futuro”.

Infine, ha richiamato la necessità di un approccio sostenibile e inclusivo alla crescita economica: “Il profitto di per sé non è immorale, lo è se non si realizza sulla base di una organizzazione produttiva equa, che metta al centro i valori sociali e civili, il rispetto della persona e la responsabilità verso la comunità. Questi principi non sono solo valori morali, ma strumenti concreti per migliorare la produttività, la coesione sociale e la competitività dei territori”.

Spazi di confronto e creatività: i laboratori di gruppo

I laboratori di gruppo hanno animato il Forum, trasformandosi in veri spazi di confronto, creatività e progettazione. Giovani soci e socie hanno esplorato come gli spazi fisici e digitali possano diventare piattaforme relazionali, in grado di connettere persone, imprese e comunità. Dagli hub digitali, alle infrastrutture riattivate ai percorsi di alfabetizzazione digitale: sono emerse proposte concrete per rendere la banca un nodo centrale di innovazione sociale e territoriale.

Al centro del dibattito anche l’evoluzione del capitale umano: attraverso job rotation, tutoraggio, laboratori esperienziali e piattaforme di matching, la formazione diventa strumento di empowerment e retention dei talenti, con un’attenzione particolare ai giovani e alla governance intergenerazionale. L’obiettivo è rafforzare la relazione tra banca e soci, rendendo l’esperienza bancaria più semplice, vicina e partecipata.

La discussione si è estesa anche agli indicatori di partecipazione, con l’idea di misurare in modo innovativo la vitalità del sistema cooperativo, valorizzando i contributi dei soci, le iniziative ESG e i progetti territoriali. I giovani hanno proposto strumenti digitali e piattaforme comuni per raccogliere best practice, stimolare il networking e rendere visibili i risultati, trasformando la partecipazione in un driver strategico.

Infine, i laboratori hanno evidenziato l’importanza di una partecipazione dinamica e generativa, con assemblee interattive, consultazioni locali, laboratori generazionali e strumenti digitali che facilitano il coinvolgimento quotidiano dei soci. La creatività dei giovani ha portato nuove idee per comunicazione, narrazione e engagement, con l’obiettivo di rendere la BCC una presenza sempre più accessibile e innovativa nel territorio.

Le BCC come luoghi di relazione, comunità e futuro

Il futuro delle BCC passa dalla relazione, dalla partecipazione e dalla capacità di restare radicate nei territori, pur evolvendosi. Questo un dei temi prioritari emersi nel corso del dialogo con i rappresentanti del Credito Cooperativo che si è svolto nella giornata di chiusura.
Giorgio Fracalossi, presidente di Cassa Centrale Banca, ha sottolineato come sia in corso un vero cambio di paradigma: “la banca non è più soltanto il luogo delle operazioni finanziarie, ma deve tornare a essere uno spazio sociale, un punto d’incontro dove le persone parlano, si confrontano e trovano ascolto. In Trentino – ha spiegato – l’obiettivo è rivitalizzare la filiale come luogo vivo di comunità”.
“La cooperazione, tutelata dall’articolo 45 della Costituzione e celebrata dalle Nazioni Unite nel 2025, rappresenta la strada per un mondo più equo e partecipato”. Ma, ha ricordato Fracalossi, “non possiamo farlo da soli: abbiamo bisogno di voi giovani, perché siete voi a portare ogni giorno il valore della cooperazione nei vostri territori”.

“Le BCC – ha detto Teresa Fiordelisi, vicepresidente vicaria di BCC Banca Iccrea – sono, e saranno sempre, banche di relazione e di prossimità, basate su un modello fondato sulla mutualità prevalente. L’evoluzione della filiale deve quindi essere moderna e flessibile, capace di integrare digitale, remoto e presenza fisica. Un approccio omnicanale che mantenga al centro la relazione diretta, perché il rapporto interpersonale resta fondamentale”. “Le filiali BCC sono concretamente un luogo di incontro delle comunità – ha proseguito, anche con riferimento all’esperienza della sua BCC – e l’opportunità di mantenere presìdi di servizi sui territori”, sottolineando la necessità dell’alleanza intergenerazionale su questi temi.

Matteo Spanò, vicepresidente di Federcasse, ha ricordato che essere banche di relazione “non è un’opzione, ma il nostro vantaggio competitivo”. Accanto alla transizione climatica e digitale, Spanò ha richiamato l’urgenza di una vera “transizione sociale, che coinvolga comunità e nuove generazioni: formazione, partecipazione e ritorno nei territori con convinzione sono leve decisive per costruire il futuro delle BCC”. Formazione e sostegno ai giovani, dunque, “che devono ritornare nel loro territorio, come dice il sociologo Vito Teti, non con spirito di rassegnazione, ma con volontà e convinzione per contribuire a cambiare queste realtà”.

“La forza di questo modello – ha ricordato Roberto Simoni, vicepresidente vicario di Federcasse – risiede nella sua “biodiversità cooperativa”: prossimità, relazione e supporto continuativo a famiglie, microimprese, enti e comunità locali”. “Le comunità – soprattutto quelle piccole e periferiche – sono la nostra ragion d’essere”, ha concluso.

Dialoghi e pratiche di cooperazione

Durante il Forum, diversi momenti di confronto e dialogo che hanno mostrato la vitalità e la ricchezza del mondo cooperativo. Nel panel “Trentino, fabbrica di cooperazione” è emersa l’importanza di costruire senso di appartenenza, motivazione e coesione tra generazioni: Alessandro Ceschi, direttore generale della Federazione Trentina della Cooperazione, e Ilaria Rinaldi, presidente dei Giovani Cooperatori Trentini, hanno evidenziato come il futuro si costruisca insieme, con la corresponsabilità di giovani e senior, in un modello in cui il valore creato ricade sulla comunità e la coesione diventa il collante dell’organizzazione.
E poi le esperienze concrete in cui la cooperazione trasforma i territori, li mantiene uniti e favorisce la crescita collettiva. Tra queste, il Consorzio Melinda, che ha mostrato come la cooperazione tra cooperative possa arrivare ai mercati globali, facendo davvero sistema. Parallelamente, l’educazione cooperativa – illustrata da Jenny Capuano, responsabile Area Formazione, Federazione Trentina della Cooperazione, Piergiuseppe Ellerani, professore Ordinario di Pedagogia, Università di Bologna, Pietro Galvagni, insegnante Istituto Comprensivo Alta Vallagarina – è emersa come metodo formativo quotidiano, capace di trasmettere partecipazione e valori cooperativi già dalle scuole. Perché la cooperazione è un’ecosistema relazionale, dove comunità, imprese e giovani trovano spazio per innovare, collaborare e costruire insieme progetti concreti che guardano al futuro.

Autore: Federcasse
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