Famiglia Cooperativa di Povo, sconti ai soci per quasi 1 milione di euro
Raccoglierà un’eredità importante Paolo Calliari, eletto questo pomeriggio presidente della Famiglia Cooperativa di Povo. Nel consiglio di amministrazione sono entrati Mariangela Sandri e Andrea Bisegna. Non ce l’hanno fatta gli altri tre candidati: Marco Zanusso, Mirco Giovanni Valandro e Francesco Tomasi.
Nei nove anni guidati da Alessandra Cascioli, non ricandidabile, la cooperativa è cresciuta, si è ammodernata ed è stata completamente riorganizzata. «In questi anni – ha detto Cascioli nel suo discorso ai soci, riuniti in assemblea all’Arcivescovile di Trento – i soci sono passati da 3.349 a 4.283, dimostrando un rinnovato attaccamento alla cooperativa. Il patrimonio è più che raddoppiato, da 961mila euro a 2,3 milioni. Anche nel 2022, con le bollette energetiche impazzite e pesanti accantonamenti per il rinnovo del contratto di lavoro, siamo riusciti a garantire ai soci quasi 1 milione di euro di sconti».
Ed in effetti l’inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie, e la chiusura per ristrutturazione del punto vendita di Povo, hanno fatto calare le vendite dell’1,4%, fermandosi a 10 milioni di euro, come ha spiegato Antonietta Castronovi, dell’Area Servizi integrati della Federazione Trentina della Cooperazione. Questo aspetto, unito all’exploit della bolletta energetica (+170mila euro rispetto al 2021) e agli accantonamenti per l’imminente rinnovo dei contratti di lavoro, hanno eroso la reddittività, che risulta negativa di 134 mila euro. «Solo negli ultimi 5 anni – ha spiegato la presidente – abbiamo conseguito utili per 1,4 milioni di euro, riuscendo a distribuire ristorni ai soci per oltre 220mila euro. La perdita di quest’anno non deve stupire né preoccupare, perché è legata alla contingenza attuale».
La Famiglia Cooperativa esce dalla gestione Cascioli con una rete di vendita rinnovata (ristrutturazioni a Sprè, Sardagna e Povo), una nuova impostazione aziendale (cessione del ramo d’azienda della gastronomia) e una responsabilizzazione del personale tale da consentire una gestione efficiente dei punti vendita anche a fronte di momenti di grande crisi come la pandemia e il lockdown.
Il nuovo presidente, Paolo Calliari, 61 anni di età, in Famiglia Cooperativa dal 1996, vicepresidente uscente, si è messo a disposizione con entusiasmo e generosità: «Ci attende una grande sfida – ha detto – perché il contesto socioeconomico preoccupa e coinvolge tutti: il caro energia, l’inflazione… La nostra cooperativa ha un buon patrimonio che ci consentirà di investire per far fronte alla crisi e cercare di ridurre i costi. Invito tutti i soci e le socie a promuovere il valore della Famiglia Cooperativa soprattutto nelle giovani generazioni. Questo sarà anche il nostro impegno».
«Grazie alla presidente uscente – ha aggiunto Renato Dalpalù, presidente di Sait – e in bocca al lupo al nuovo che dovrà affrontare un periodo complesso: è difficile ipotizzare che le acque si calmino. La risposta che diamo, come sistema della cooperazione di consumo, è quella di puntare sui prodotti a marchio Coop, che costano mediamente il 30% in meno e quindi riescono ad abbattere i rialzi inflattivi».
Un appello alla partecipazione e alla valorizzazione della Famiglia Cooperativa è arrivato anche da Sergio Casetti, presidente della Circoscrizione di Povo: «Grazie alla presidente e al cda per il sostegno al territorio. Più che l'aspetto materiale conta l'aspetto sociale: voi sapete interpretare l'idea della Famiglia Cooperativa come impresa sociale capace di tenere insieme la comunità».
La Famiglia Cooperativa gestisce 5 punti vendita a Povo, Cognola, Sardagna, Sprè e San Donà grazie alla collaborazione di 45 dipendenti, guidati dal direttore Fabrizio Bellotti. «Lo scenario è preoccupante – ha detto il direttore –: un’inflazione al 15% non si vedeva dal dopoguerra. Il potere d'acquisto è calato del 3,7 per cento, i consumi si riducono. Una recente indagine ha mostrato che il 95% dei consumatori dichiara di aver dovuto cambiare abitudini di consumo e 1 persona su 3 di essere in crisi economica. E questo provocherà un forte effetto ‘nomadismo’ sui consumi».