Famiglie Cooperative in Val Rendena, inizia il confronto con i soci sull’ipotesi di fusione
Dopo un percorso di analisi e valutazione nei Consigli di amministrazione delle Famiglie Cooperative di Pinzolo, Vigo Rendena, Caderzone e Strembo sull’ipotesi di una possibile fusione, è arrivato il momento del confronto con i soci.
Obiettivo comune: mantenere il servizio anche nei piccoli paesi della val Rendena.
Nascerebbe una nuova Famiglia Cooperativa con 3.223 soci, 16 punti vendita, quasi 30 milioni di euro di fatturato e 131 dipendenti.
Il punto di partenza che sta alla base dei ragionamenti fatti in val Rendena riguardo all’ipotesi di aggregazione tra Famiglie Cooperative è quello del presidio territoriale con inclusione e reciprocità, che riesca a garantire nel tempo la presenza dei piccoli punti vendita a servizio nei paesi che svolgono sì una funzione commerciale, ma anche di socialità e di aggregazione comunitaria.
La Federazione, assecondando l’idea dei consigli di amministrazione delle quattro Famiglie cooperative di dare prospettiva a un nuovo futuro per la Cooperazione di consumo in Val Rendena, ha partecipato nei mesi scorsi agli incontri con propri delegati, rafforzando l’ipotesi del processo di fusione come strumento per promuovere il modello d’impresa cooperativo che porta con sé una cultura aziendale inclusiva e socialmente responsabile.
Quest’ipotesi di percorso riguarda le quattro Famiglie Cooperative: Pinzolo con funzione di incorporante, Vigo Rendena, Caderzone e Strembo. E’ previsto un confronto allargato alla base sociale che inizia dai soci della Famiglia Cooperativa di Pinzolo venerdì 31 gennaio alle ore 20, al Paladolomiti di Pinzolo, in occasione dell’assemblea ordinaria di approvazione del bilancio, e che proseguirà con i soci delle altre cooperative coinvolte.
Gli aspetti a favore del processo di fusione, emersi nei vari incontri, riguardano il fatto che la Famiglia Cooperativa di Pinzolo ha un’esperienza e una struttura dimensionale adeguate per gestire con efficienza e continuità i quattro punti vendita delle cooperative più piccole, e la possibilità di realizzare economie di scala.
Esse esprimono – dato aggregato dei quattro punti vendita negli ultimi bilanci di esercizio – un fatturato complessivo di 2,5 milioni di euro e 1 milione di patrimonio. Il punto di partenza, dunque, non è un problema di bilancio, ma la ricerca di garanzie per il futuro dei negozi di prossimità, che in chiave moderna significa creare valore sociale ed esprimere fiducia nel domani.
La fusione, inoltre, consentirebbe l’avvio di un adeguato piano di sviluppo e un programma di formazione e professionalizzazione del personale, operazioni che risulterebbero difficili da realizzare in strutture non sufficientemente dimensionate.
Con questa aggregazione nascerebbe quindi una Famiglia Cooperativa con 3.223 soci, 16 punti vendita, 131 dipendenti, 29,8 milioni di euro fatturato lordo e 10 di patrimonio. Una realtà che riuscirebbe a garantire il servizio, ma anche la rappresentanza territoriale delle comunità più piccole, importante per mantenere viva la partecipazione dei soci e il loro coinvolgimento.
Dal punto di vista dei tempi, gli incontri previsti offriranno l’occasione per dare voce ai soci sull’operazione e, se l’esito sarà favorevole, nei mesi a venire saranno convocate le assemblee straordinarie per l’esame della proposta e la delibera ufficiale.