Fiducia rinnovata alla presidenza di Franco Senesi e Michael Grüner.
Bilancio approvato all’unanimità: utile netto di 3,2 milioni di euro, portafoglio crediti alle imprese in bonis a 1 miliardo (+1,8%), forte contrazione dei crediti deteriorati (-19,5%). Coefficiente di solidità (total capital ratio) al 18,51%, un livello di eccellenza tra le banche italiane.
Il presidente Franco Senesi: “Questa è una banca che nel tempo ha prodotto ricchezza per il territorio”.
Il direttore generale Diego Pelizzari: “Abbiamo migliorato redditività ed efficienza”.
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L’Assemblea dei Soci di Mediocredito del Trentino Alto Adige ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale per il prossimo triennio. Confermati il Presidente Franco Senesi e il Vice Presidente Michael Grüner.
I membri in Consiglio di Amministrazione passano da 13 a 11. Entrano i nuovi consiglieri Andrea Bologna e Cristina Odorizzi. Confermati i consiglieri Hansjőrg Bergmeister, Giovanni Dies, Zenone Giacomuzzi, Giorgio Marchiodi, Stefano Mengoni, Lorenzo Liviero e Katrin Teutsch. Nel collegio sindacale confermate le nomine della Presidente Astrid Marinelli e del sindaco Renato Beltrami. Entra come nuovo sindaco Patrik Bergmeister.
Negli interventi degli azionisti, espresso l’apprezzamento per i risultati raggiunti: “Mediocredito si conferma banca del territorio e delle imprese, un solido riferimento per l’economia locale”.
Senesi ha ringraziato per le dichiarazioni di stima: “Questa è una azienda che ha prodotto nel tempo ricchezza per il territorio”, ha affermato. “Nel decennio 2008-17 Mediocredito ha realizzato utili netti per 29,5 milioni, distribuito dividenti per 28,6 milioni e pagato 32,6 milioni di imposte, che in gran parte rimangono in loco”.
Approvato il bilancio che riporta ai livelli pre-crisi
L’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio 2017 che chiude con 3,2 milioni di euro di utile netto.
“La banca riprende a distribuire dividendi ai propri azionisti pubblici e privati” afferma il presidente Franco Senesi. “La proposta di destinazione dell’utile netto di esercizio, approvata oggi in Assemblea dei soci, vede da un lato un rafforzamento del patrimonio della banca e dall’altro la distribuzione agli azionisti di dividenti per complessivi 1,574 milioni di euro”.
“Nel 2017 - afferma il direttore Diego Pelizzari - abbiamo migliorato in modo sensibile la redditività e l’efficienza della banca, consolidando i volumi complessivi di attività”. I finanziamenti concessi hanno raggiunto i 267 milioni, le erogazioni hanno sfiorato i 240 milioni. Il Trentino Alto Adige rimane l’area di maggior interesse della banca con un flusso di nuovo credito pari a circa il 37% del totale. In crescita le aree dell’Emilia Romagna e della Lombardia.
A livello settoriale spicca il settore manifatturiero, che rappresenta da anni il core business della banca, al quale è stato destinato il 42% del nuovo flusso di credito.
I crediti alle imprese in bonis raggiungono quota 1.009 milioni (+1,8%) con il portafoglio crediti del comparto manifatturiero cresce che del 12,4%. I crediti deteriorati registrano una forte contrazione (-19,5%) riscontrabile anche nelle sofferenze (-11,3%). Questo virtuoso risultato ha portato a ridurre l’incidenza dei crediti deteriorati lordi, rispetto al totale del portafoglio crediti complessivo, di ben 3 punti percentuali, passando al 13,9% da un 16,8% di dicembre 2016.
“Migliora anche l’indice di copertura del portafoglio deteriorato – spiega il direttore - altro indice di efficienza in miglioramento, che cresce di 7 punti percentuali passando da 34,0% ad un 41%”.
La provvista non ha presentato particolari criticità ed i nuovi flussi, per 394 milioni di euro, sono per lo più rappresentati da depositi, ottenuti in larga parte dalle Casse Rurali, Raiffeisen, Bcc e da nuovi tiraggi dalla Banca Centrale Europea (TLTRO-II) e da Cassa Depositi e Prestiti.
“Il 2017 è stato un anno di ripresa significativa del margine di interesse (+46,2%, che corrisponde a 6 milioni di euro), anche il margine di intermediazione cresce del 40% circa”.
Infine, il contenimento dei costi di gestione (-1,5 milioni di euro) ed una plusvalenza per la cessione di un immobile (+1,8 milioni di euro), hanno portato ad un risultato lordo di gestione che supera i 16 milioni di euro, contro i 5,6 milioni di euro del 2016.
Il recupero di efficienza è evidenziato dal rapporto cost to income, che raggiunge il 42,2% rispetto dal 67,8% del 2016.
Il risultato al lordo delle imposte, pertanto, ha superato i 4 milioni di euro, mentre quello al netto delle imposte sfiora i 3,2 milioni di euro.