Gruppo Dao su chiusure domenicali
Il Gruppo Dao interviene sul tema delle chiusure domenicali nei negozi.
Premessa: la questione dell’aprire o meno i supermercati alla domenica è un tema complesso rispetto al quale rispettiamo le posizioni di tutti e teniamo in considerazione le esigenze di tutti, in primis quelle dei nostri colleghi. Al momento non è peraltro nemmeno possibile entrare nel vivo della discussione perché manca un quadro chiaro di riferimento. Due su tutti i temi, esemplificativi, di grave impedimento ad una proficua discussione che portiamo ad esempio impediscono un sano e costruttivo dialogo e quindi un’analisi definitiva.
Emergenza. Il tema è complesso con molteplici riflessi: economici, territoriali, sociali e soprattutto nelle vite personali di colleghi e clienti. Tale complessità è impossibile da gestire in fretta ed in procedura d’emergenza. Necessità di un congruo dialogo, vero dialogo e confronto. I tempi dettati sono inconciliabili con un’analisi seria. Inoltre, viviamo un momento particolare, di grande incertezza e difficoltà in cui aggiungere elementi di incertezza al già incerto contesto attuale è un azzardo. Gli indicatori di crisi sono evidenti e gravi ed un ulteriore salto nel vuoto non può che preoccupare per le conseguenze economiche e occupazionali. Le sfide economiche della pandemia iniziano ora e non è di certo il caso di inserire ulteriori rischi e variabili non note. L’approccio al tema ci appare superficiale.
Lo stesso incontro di ieri con l’ass. Roberto Failoni, peraltro sempre aperto al confronto, ha confermato come sia la parte tecnica che politica della PAT ritenga che nel breve sia inevitabile che la cruciale identificazione delle zone di interesse turistico sia destinata ad essere imperfetta se definita nel breve. Ennesimo esempio delle contraddizioni di voler procedere in urgenza.
Incongruità del provvedimento. L’impianto presentatoci è incompleto e inadeguato alla complessità del tema e in molte parti contradditorio. Apprendiamo che a fronte di ambizioni e obiettivi assai elevati, di una fermezza irremovibile nella volontà della PAT nel procedere in urgenza, nel caso di violazione (negozio che rimane aperto) è previsto ad oggi un mero apparato sanzionatorio. Sanzione da 200 a 1.200 euro, null’altro. E quindi tutto si trasformerebbe in una “tassa di apertura domenicale”. Gabella insostenibile per i piccoli e mero buffetto per le grandi catene e strutture. L’ennesima incongruità che trasformerebbe una norma volta a salvaguardare certi valori territoriali in una norma “ammazza piccoli negozi e ammazza vallate” a favore di grandi strutture nei grandi centri.
E questo è solo un esempio di un costrutto disorganico e inadeguato, nella sua fretta e semplificazione, a dare risposta al tema che vorrebbe affrontare.
Fonte: Dao