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Identità, comunità e innovazione al centro del futuro del turismo montano

Si è conclusa oggi al MUSE di Trento la XXVI edizione della BITM – Le Giornate del Turismo Montano, manifestazione promossa da Confesercenti del Trentino con il supporto delle categorie economiche e degli enti legati al turismo montano.

Tre giornate di confronto, esperienze e approfondimenti che hanno messo al centro la narrazione come strumento di valorizzazione, l’identità dei territori alpini e la governance sostenibile del turismo montano. Moderata dal direttore scientifico Alessandro Franceschini e dalla giornalista Linda Pisani, la BITM 2025 ha riunito al MUSE studiosi, operatori, istituzioni e studenti, confermandosi come il più importante laboratorio nazionale di confronto sul turismo di montagna.

Cosi Massimiliano Peterlana, presidente della BITM: “Questa edizione della BITM ha dimostrato quanto il turismo montano non sia soltanto un settore economico, ma un laboratorio di futuro per i territori. La forza delle nostre comunità, il valore della tradizione e il coraggio dell’innovazione sono gli elementi che ci permettono di costruire destinazioni autentiche, accoglienti e sostenibili. Il confronto di questi giorni ci consegna una direzione chiara: lavorare insieme – istituzioni, imprese, mondo della formazione e realtà locali – per un turismo capace di generare valore, preservare la bellezza delle nostre montagne e restituire benessere a chi le abita. La BITM continuerà a essere questo: uno spazio di dialogo e visione, dove il Trentino e l’intero arco alpino possano interrogarsi, crescere e scegliere il proprio futuro”. La sessione conclusiva ha portato all’individuazione di cinque direttrici chiave. La prima è l’identità, intesa come valore da custodire con attenzione evitando di scivolare nel folklore. La seconda è la tradizione, considerata come patrimonio immateriale e riconosciuta quale elemento distintivo della proposta turistica. Segue l’asse dell’innovazione, che richiama la necessità di sperimentare senza perdere autenticità, integrando tecnologia, intelligenza artificiale e sostenibilità. Centrale anche il tema della narrazione, che invita ad ampliare il racconto oltre la natura per includere cultura, comunità ed enogastronomia. Infine, è emerso il concetto di piattaforma turistica, in cui le destinazioni diventano piattaforme comunitarie capaci di interpretare e dare senso alla complessità dei flussi contemporanei. Passione, visione ed equilibrio sono le parole chiave aggiunte dalle categorie economiche intervenute.

TRE GIORNATE PER RACCONTARE IL FUTURO DEL TURISMO MONTANO

Dalla presentazione dello studio inedito “La narrazione come strumento di valorizzazione turistica del territorio”, che ha aperto la manifestazione, al focus di ieri sul destination management curato dal Consorzio delle APT del Trentino, la BITM ha intrecciato voci, esperienze e visioni che mostrano come le montagne possano essere luoghi di innovazione, identità e comunità. Nel corso delle tre giornate si sono alternati oltre 60 relatori – accademici, operatori, amministratori, studenti e rappresentanti delle categorie economiche – portando contributi e testimonianze sul turismo rigenerativo, comunitario e sostenibile. La giornata finale ha offerto una sintesi dei contenuti emersi e una riflessione collettiva sul futuro del turismo montano.

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DI CONFESERCENTI DEL TRENTINO, MAURO PAISSAN

Così il presidente di Confesercenti del Trentino, Mauro Paissan: “Possiamo far evolvere la visione del nostro territorio. Un Trentino che si afferma come territorio montano, alpino e lacustre perfettamente connesso, capace però di offrire ai propri ospiti e ai residenti la possibilità di una ‘disconnessione intelligente’.

Una meta dove la tecnologia accompagna senza sovrastare, dove esperienze dinamiche si alternano a momenti di silenzio. Dove la cura dei luoghi, la qualità dei servizi, le tradizioni, i saperi e i sapori non sono uno sfondo, ma l’essenza stessa del viaggio. Un Trentino inclusivo, riconoscibile, vero. La sfida che si apre con BITM 2025 è diventare un territorio connesso al mondo, ma capace di far respirare chi lo attraversa. Un equilibrio che richiede visione, responsabilità e un lavoro comune tra imprese, istituzioni e comunità locali.

Il turismo di domani sarà questo: un ponte tra ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare. Non un’immagine, ma una direzione. Sì, possiamo! Ma vogliamo?”

LA GIORNATA CONCLUSIVA – IDEE, PROSPETTIVE E VISIONI CONDIVISE

Gli interventi introduttivi hanno restituito una visione articolata e complementare sul futuro del turismo montano, incrociando lo sguardo delle istituzioni, del mondo accademico e delle realtà che vivono e custodiscono quotidianamente la montagna. La voce della politica, con gli interventi di Alberto Pedrotti, assessore al turismo del Comune di Trento e Giulia Zanotelli, assessora provinciale all’agricoltura, ha evidenziato l’importanza di una strategia territoriale capace di tenere insieme identità e innovazione. Pedrotti ha sottolineato come il tema dell’identità sia oggi cruciale per il turismo: un patrimonio da reinterpretare continuamente alla luce delle evoluzioni del mercato, mantenendo però una coerenza che consenta al visitatore di ritrovare in Trentino ciò che lo rende unico. Anche Zanotelli ha richiamato la necessità di rafforzare questo legame tra territorio e offerta turistica, soffermandosi in particolare sull’enogastronomia come elemento sempre più strategico. Ha ricordato come la politica possa mettere a disposizione risorse e indirizzo, ma che solo un progetto condiviso dai territori – imprese, aziende agricole, APT e strutture ricettive – possa rendere davvero efficace il binomio tra promozione dei prodotti e promozione del territorio.

Sul versante della formazione e della ricerca, l’intervento di Gabriella Berloffa, ha posto l’accento sul ruolo chiave dell’Università di Trento nel preparare i professionisti di domani. La direttrice del Dipartimento di Economia e Management ha ricordato l’importanza di formare operatori consapevoli dell’interdipendenza tra il benessere del territorio, delle comunità e delle persone. I laboratori interdisciplinari, ha spiegato, insegnano agli studenti che nessuna decisione può essere presa senza uno sguardo a 360 gradi sulle dimensioni economiche, ambientali e sociali coinvolte.

La voce della montagna è arrivata con le riflessioni di Cristian Ferrari, presidente SAT e Mauro Leveghi, presidente del Trento Film Festival, che hanno richiamato il valore dei territori alpini come luoghi fragili e insieme ricchissimi di identità. Ferrari ha ricordato come le terre alte insegnino il senso del limite: la capacità di carico degli ecosistemi deve orientare ogni scelta, andando oltre slogan come overtourism per affrontare concretamente il tema del superamento dei limiti naturali. Leveghi ha ampliato questa visione sottolineando che ogni montagna ha una propria identità, fatta di valori materiali e immateriali, sedimentati nel tempo. Identità, responsabilità e sostenibilità – ha affermato – sono i pilastri su cui costruire un brand territoriale credibile e rispettoso delle comunità alpine.

L’INTERVENTO DI VITTORIO MESSINA, PRESIDENTE NAZIONALE DI ASSOTURISMO

Nel suo intervento BITM, Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo, ha evidenziato come il turismo stia vivendo una fase di profonda trasformazione. La montagna, in particolare, è chiamata a coniugare sostenibilità, innovazione e qualità, diventando un laboratorio di nuovi modelli di sviluppo territoriale. Messina ha delineato i principali scenari emergenti: crescita del turismo esperienziale e territoriale, digitalizzazione dei servizi e delle competenze, sostenibilità ambientale come valore competitivo, diversificazione dell’offerta e destagionalizzazione. Sul fronte operativo, il presidente di Assoturismo ha indicato alcuni strumenti chiave d’innovazione: formazione continua per gli operatori, governance pubblico-privata, uso dei dati per la personalizzazione dell’offerta, sviluppo di prodotti turistici identitari e inclusivi, sostegno all’imprenditorialità giovanile e alla mobilità sostenibile. “La montagna italiana – ha sottolineato Messina – non è solo scenario ma attore protagonista del turismo del futuro. È nelle terre alte che si costruisce l’equilibrio tra crescita economica, tutela ambientale e coesione sociale.” L’intervento si è concluso con un invito alla cooperazione tra imprese, istituzioni e comunità locali per fare dell’innovazione e della sostenibilità i pilastri di un turismo capace di generare valore duraturo per i territori e per le persone.

LA SINTESI DELLA BITM 2025

LE PAROLE CHIAVE: IDENTITÀ, TRADIZIONE, INNOVAZIONE, NARRAZIONE, PIATTAFORME TERRITORIALI

Nel dialogo tra Alessandro Franceschini e Maurizio Rossini, CEO di Trentino Marketing, sono state tracciate cinque direttrici chiave che hanno attraversato l’intera edizione della BITM. Il primo tema è quello dell’identità, emerso in filigrana in molti interventi e letto in una duplice prospettiva: da un lato come leva per rafforzare il senso di comunità, dall’altro come dimensione imprescindibile dell’attrattività turistica dei territori. La sfida è capire come prendersi cura di questo valore senza cadere in forme di folklore artificiale che, in molte località del mondo, finiscono per indebolire la proposta turistica anziché rafforzarla.

Accanto all’identità, la tradizione ha rappresentato un altro concetto centrale. Intesa come patrimonio immateriale di un territorio – storia, cultura, immaginario collettivo – la tradizione è stata richiamata come elemento distintivo delle comunità montane. La domanda che emerge è come trasformare questo patrimonio in un autentico biglietto da visita al servizio del turismo, evitando semplificazioni o stereotipi e valorizzandone invece la profondità e la ricchezza. Il terzo tema affrontato è quello dell’innovazione. La BITM ha portato alla luce un tessuto economico vivace, che sperimenta quotidianamente nuove soluzioni – dal trasporto su fune delle mele al monitoraggio delle api – e che integra sempre di più l’intelligenza artificiale come strumento a supporto del turismo. Anche qui la sfida è chiara: come abbracciare queste innovazioni senza perdere le peculiarità di un territorio che ha nel contatto con la natura il suo tratto più autentico? A seguire, la riflessione si è spostata sulla narrazione. Lo studio presentato alla BITM ha evidenziato come la comunicazione turistica del Trentino – in linea con quella del Tirolo e dell’Alto Adige – sia fortemente orientata alla dimensione paesaggistica e naturalistica, mentre lasci più in ombra gli aspetti culturali, sociali ed enogastronomici. Un interrogativo fondamentale riguarda dunque il ruolo della comunità ospitante: deve rafforzare queste dimensioni nella narrazione del territorio o, al contrario, esse suscitano ancora un interesse limitato nel turista? Infine, la conversazione ha introdotto il concetto di piattaforma turistica. In una contemporaneità segnata da flussi – economici, sociopolitici, ambientali e demografici – diventa sempre più evidente come le località turistiche debbano porsi come vere e proprie piattaforme capaci di intercettare, gestire e dare senso a questa complessità. Ed è in questa direzione che le destinazioni sono chiamate a trasformarsi in piattaforme comunitarie, capaci di connettere dimensioni sociali e territoriali e metterle al servizio dell’economia turistica. La domanda che resta aperta riguarda proprio le sfide future del territorio: quali percorsi saranno necessari per interpretare al meglio questo nuovo ruolo?

FOCUS UNIVERSITÀ – GIOVANI COMPETENZE PER IL TURISMO DEL FUTURO

Curato dalla prof.ssa Federica Buffa, il Focus Università ha coinvolto gli studenti del corso magistrale Management della sostenibilità e del turismo (LM MaST) dell’Università di Trento, che hanno portato contributi e riflessioni legati ai temi centrali della loro formazione. Gli interventi sono stati affidati a tre studenti: Marianna Rosa, che ha affrontato i temi dell’autenticità e dell’identità dei territori proponendo anche alcune possibili strategie manageriali; Samuele Di Marzio, che ha inserito nel confronto richiami puntuali all’enoturismo trentino, argomento su cui sta concentrando la sua tesi; ed Erica Petricone, che ha offerto uno sguardo più ampio sui territori rurali e montani, anche oltre il contesto locale, alla luce della ricerca che sta portando avanti. Il dialogo si è sviluppato attorno a due domande chiave. La prima riguardava il significato di autenticità per un territorio e la visione che i futuri manager hanno di questo concetto. Marianna ha evidenziato il rapporto tra autenticità e antropizzazione, Samuele ha contestualizzato il tema attraverso l’enoturismo, mentre Erica ha sottolineato il ruolo della comunità locale e il valore del turismo esperienziale. La seconda domanda era invece dedicata alle strategie e alle sfide per la gestione delle destinazioni. In questo caso, Marianna ha richiamato l’attenzione sul tema dello spopolamento delle aree montane e sulla necessità di attrarre nuovi abitanti; Samuele ha declinato la questione attraverso le opportunità offerte dall’enoturismo; ed Erica ha affrontato il tema della gestione dei flussi, introducendo i concetti di overtourism e undertourism. La sessione si è conclusa con l’intervento della prof.ssa Federica Buffa, che ha ripreso i principali elementi emersi, sottolineando il ruolo strategico della formazione e delle competenze interdisciplinari per il turismo del futuro.

L’OSPITE SPECIALE: EMILIO CASALINI

Emilio Casalini, giornalista e scrittore, conduttore del programma di Rai3 Generazione Bellezza ha richiamato l’attenzione sulla bellezza che nasce dalle persone. Ha ricordato come gran parte della natura che oggi ammiriamo sia il risultato di un lavoro secolare: dall’urbanistica alla gestione dei boschi, la bellezza dei paesaggi è anche frutto dell’impegno umano nel tempo. “Io giro l’Italia – ha raccontato – e vedo continuamente persone che sviluppano e creano nuova bellezza”. La sua riflessione si è poi spostata sul tema della narrazione, al centro del suo lavoro giornalistico. Casalini ha invitato a chiedersi quanta narrazione sia ancora possibile costruire in un territorio come quello trentino: nei boschi, lungo le piste ciclabili, tra le migliaia di chilometri di sentieri che attraversano montagne e vallate. Ogni percorso, ha sottolineato, contiene potenzialmente piccole storie: il bosco, la roccia, un villaggio con una sua caratteristica unica. Raccontare queste storie, anche attraverso interventi minimi e rispettosi, può diventare una grande opportunità per il territorio, capace di aggiungere significato all’esperienza del visitatore e di valorizzare la bellezza – naturale e umana – che lo abita.

LA TAVOLA ROTONDA DELLE CATEGORIE ECONOMICHE

La tavola rotonda con le categorie economiche del Trentino ha rappresentato uno dei momenti più partecipati della BITM, grazie a un confronto ricco e articolato che ha intrecciato i temi emersi nelle giornate precedenti – identità, tradizione, innovazione, comunità ed equilibrio – con la prospettiva concreta dei settori produttivi. Sono intervenuti: Nicoletta Andreis (Agriturismo Trentino), Andrea Basso (ANCE), Giovanni Battaiola (ASAT), Paolo Calovi (CIA), Andrea De Zordo (Artigiani), Barbara Fedrizzi (Confindustria Trento), Walter Nicoletti (Acli), Mauro Paissan (Confesercenti del Trentino) e Roberto Simoni (Federazione Trentina della Cooperazione).

La riflessione si è aperta con Nicoletta Andreis (Associazione Agriturismo Trentino), che ha riportato al centro la dimensione umana dell’agriturismo: dietro numeri e presenze, ha ricordato, ci sono famiglie, aziende agricole, giovani, uomini e donne che scelgono di restare sul territorio per coltivare la terra, allevare animali, trasformare i prodotti e accogliere gli ospiti. L’agriturismo trentino, ha sottolineato, è un incontro tra innovazione e tradizione, con un forte radicamento nella ruralità e nell’autenticità. La sostenibilità, il digitale e il turismo esperienziale sono ormai parte integrante di un’offerta in cui la vita quotidiana diventa esperienza sincera e vera.

Da un’altra prospettiva, Andrea Basso (ANCE) ha richiamato l’attenzione sulla trasformazione del territorio e sul rapporto tra autenticità e costruito. Guardando al Muse e al quartiere delle Albere, ha osservato come il territorio sia stato profondamente modificato nel corso del tempo, sollevando il tema di cosa significhi oggi parlare di autenticità in un contesto che cambia.

In questo quadro si colloca anche l’intervento di Giovanni Battaiola (Associazione Albergatori e Imprese Turistiche del Trentino), che ha portato il punto di vista dell’ospitalità alberghiera. Il suo contributo – in continuità con i temi emersi nella BITM e con il ruolo centrale del settore ricettivo – si è inserito nel ragionamento collettivo su identità, qualità dell’accoglienza e capacità del sistema turistico di adattarsi alle nuove esigenze dei visitatori. Il comparto alberghiero, infatti, è chiamato più di altri a tradurre concretamente le parole chiave della BITM – autenticità, sostenibilità, narrazione, innovazione – in servizi, esperienze e modelli di gestione capaci di interpretare il cambiamento senza perdere il legame con il territorio.

Molto sentito anche l’intervento di Paolo Calovi (CIA), che ha posto l’accento su una parola spesso implicita ma fondamentale: la passione. È ciò che tiene vivo il lavoro di chi cura il territorio e lo mantiene abitato. Ha richiamato la necessità di affrontare con decisione il tema dello spopolamento montano, già in atto, evidenziando come la burocrazia rischi di ostacolare la sopravvivenza delle microimprese agricole. Identità, ha ribadito, significa anche rispettare e sostenere chi lavora la terra.

Andrea De Zordo (Artigiani) ha ricordato il ruolo essenziale dell’artigianato come motore silenzioso ma imprescindibile del turismo trentino. Ha sottolineato l’importanza di preservare l’identità del territorio e di non imitare modelli esterni, spesso non compatibili con la realtà locale. Il Trentino – ha osservato – è spesso invidiato altrove, mentre internamente si tende a essere più critici che consapevoli del proprio valore.

Sul delicato tema della comunità è intervenuto Walter Nicoletti (Acli), che ha evidenziato come il concetto di identità sia in continua trasformazione e non debba suscitare inquietudine. Ha ricordato che, dopo decenni dominati dalla società dei consumi e da una fiducia cieca nello sviluppo lineare, oggi – complice anche il fallimento della globalizzazione – stiamo riscoprendo il valore della comunità. È un ritorno necessario: la globalizzazione ha mostrato limiti ambientali e sociali e ha incrinato il patto intergenerazionale, rendendo indispensabile ripensare i modelli di sviluppo.

Barbara Fedrizzi (Confindustria Trento) ha ribadito come l’identità territoriale sia un intreccio di cultura, storia e caratteristiche specifiche. Raccontarla in modo efficace è fondamentale per mettere in sinergia tutti i comparti economici, superando anche alcuni pregiudizi legati all’industria di montagna e valorizzando il potenziale delle valli come luoghi in cui vivere e lavorare.

Dal canto suo, Roberto Simoni (Federazione Trentina della Cooperazione) ha evidenziato come il contesto attuale sia segnato da cambiamenti rapidissimi, che trasformano le abitudini dei viaggiatori e richiedono offerte sempre più personalizzate. In questo scenario, il sistema cooperativo – radicato nelle comunità e sensibile ai loro bisogni – è chiamato a interpretare le nuove esigenze e a costruire modelli di sviluppo flessibili e sostenibili.

A chiudere gli interventi, Mauro Paissan (Confesercenti del Trentino) ha riportato il discorso a un concetto cardine: l’equilibrio. Il successo del Trentino – ha affermato – non può poggiare su un solo settore. Il turismo ha bisogno di un sistema economico forte e integrato: agricoltura, industria, artigianato, servizi, cooperazione. Nessun comparto può determinare da solo il destino del territorio; la crescita può avvenire solo attraverso scelte condivise e una visione comune della destinazione.

Autore: Ufficio Stampa Bitm
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