“InAscoolto”: non solo banche. Voci e visioni per un credito cooperativo in trasformazione
Come interpretare oggi la missione tipica del credito cooperativo alla luce dei cambiamenti e delle innovazioni che stanno caratterizzando questo settore? È questa la domanda intorno alla quale si è sviluppata la terza edizione di “InAscolto”, l’evento promosso da Ebicre e patrocinato da Cooperazione Trentina, Federcasse e Fabi Trento, ospitato ieri a Trento in Sala inCooperazione.

“Non solo banche. Voci e visioni per un credito cooperativo in trasformazione” è il titolo scelto per la terza edizione di “InAscoolto”, evento promosso da E.Bi.C.R.E. (Ente Bilaterale delle Casse Rurali Trentine ed Enti collegati) in collaborazione e con il patrocinio di Federazione Trentina della Cooperazione, Federcasse e FABI Trento. Obiettivo di quest’anno, interrogarsi e confrontarsi sull’identità cooperativa del settore e sulla rete di relazioni con il territorio, con la base sociale e con i propri stakeholder. All’evento, ospitato ieri pomeriggio a Trento in Sala inCooperazione, si sono iscritte oltre 160 persone, tra soci, amministratori e dipendenti del credito cooperativo.
“Siamo insieme oggi per condividere una visione comune – ha commentato Italo Stenico, presidente di Ebicre. – Le nostre Casse Rurali hanno sempre tratto forza dalla capacità di saper ascoltare e restituire valore al territorio. Oggi, però, siamo chiamati ad affrontare una serie di sfide trasformative, dalla digitalizzazione all’evoluzione dei bisogni della comunità. In questa prospettiva, abbiamo deciso di dedicare questo momento al confronto e alla riflessione”.
“Oggi – ha aggiunto Domenico Mazzucchi, vicepresidente di Ebicre – celebriamo anche il decimo anniversario del nostro ente bilaterale. In questi 10 anni abbiamo supportato l’evoluzione delle Casse Rurali trentine e oggi l’ente vuole continuare ad essere protagonista di un futuro tutto da scrivere”.
Nel portare il proprio saluto, il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni ha sottolineato l’attualità del titolo dell’evento, che bene esprime il dinamismo caratterizzante il periodo che stiamo vivendo. “Tra le sfide che dobbiamo affrontare oggi – ha detto – c’è anche quella legata ai rischi di omologazione ai modelli bancari tradizionali. I risultati raggiunti finora ci dimostrano che il nostro modello è favorevole, ma dobbiamo interrogarci su quali comportamenti e strategie vogliamo adottare per continuare a giocare un ruolo significativo a supporto dello sviluppo del nostro Trentino”.
A offrire ai partecipanti stimoli e aspetti da approfondire nei gruppi di lavoro che hanno animato il pomeriggio, la tavola rotonda coordinata dal direttore generale di Federcasse Sergio Gatti, che ha aperto ricordando il senso profondo della capacità della cooperazione di unire strutturalmente aspetto economico e funzionale sociale. Capacità necessaria per la promozione del lavoro e la realizzazione del bene comune, riconosciuta anche dalla Costituzione italiana.
Molti i temi emersi. Stefania Turri, ricercatrice di EURICSE, riportando i dati di una recente ricerca, da cui emerge come la base sociale delle Casse Rurali apprezzi in particolare la relazione con la propria banca, ha esortato i presenti a riflettere sul come comunicare, soprattutto ai giovani, il contributo anche culturale e sociale che le Casse Rurali danno alla comunità. La necessità di avvicinarsi ai giovani, ma anche alle donne, è un tema cruciale secondo Aminata Gabriella Fall, fondatrice di Pecuniami, che ha invitato a interrogarsi su come intercettare i bisogni delle nuove generazioni, anche considerato che “da qui al 2048 ci sarà il più grande passaggio di ricchezza intergenerazionale della storia”. Daniele Frigeri, direttore del CeSPI (Centro Studi Politiche Internazionali e dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti), ha presentato alcuni dati relativi all’inclusione finanziaria dei migranti. “Oggi il 90% delle persone straniere in Italia – ha detto – ha un conto corrente, un correntista con background migratorio ha tre carte di pagamento e sta crescendo la capacità di investimento di queste persone”. Tra i temi evidenziati da Enrico Bertolotti, direttore della Cassa Rurale di Ledro, quello delle normative e la necessità di prestare attenzione all’innovazione tecnologica affinché non diventi un filtro tra banca e persone, bensì un ponte che avvicini ulteriormente base sociale e clientela. Infine, Giovanni Coletti, vicepresidente di Autismo Trentino e fondatore di Casa Sebastiano, ha portato la propria esperienza, evidenziando l’importanza della trasparenza nelle relazioni bancarie e il valore delle idee.
Stimoli che hanno arricchito le riflessioni e le analisi nel lavoro in gruppi, da cui è emerso che, anche alla luce dei cambiamenti e delle innovazioni in atto, il credito cooperativo può continuare a essere una banca differente mantenendo viva l’attenzione e la cura delle relazioni con le persone e con il territorio.
L’evento si è concluso con l’intervento di edutainment di Enrico Bertolino.
“Siamo insieme oggi per condividere una visione comune – ha commentato Italo Stenico, presidente di Ebicre. – Le nostre Casse Rurali hanno sempre tratto forza dalla capacità di saper ascoltare e restituire valore al territorio. Oggi, però, siamo chiamati ad affrontare una serie di sfide trasformative, dalla digitalizzazione all’evoluzione dei bisogni della comunità. In questa prospettiva, abbiamo deciso di dedicare questo momento al confronto e alla riflessione”.
“Oggi – ha aggiunto Domenico Mazzucchi, vicepresidente di Ebicre – celebriamo anche il decimo anniversario del nostro ente bilaterale. In questi 10 anni abbiamo supportato l’evoluzione delle Casse Rurali trentine e oggi l’ente vuole continuare ad essere protagonista di un futuro tutto da scrivere”.
Nel portare il proprio saluto, il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni ha sottolineato l’attualità del titolo dell’evento, che bene esprime il dinamismo caratterizzante il periodo che stiamo vivendo. “Tra le sfide che dobbiamo affrontare oggi – ha detto – c’è anche quella legata ai rischi di omologazione ai modelli bancari tradizionali. I risultati raggiunti finora ci dimostrano che il nostro modello è favorevole, ma dobbiamo interrogarci su quali comportamenti e strategie vogliamo adottare per continuare a giocare un ruolo significativo a supporto dello sviluppo del nostro Trentino”.
A offrire ai partecipanti stimoli e aspetti da approfondire nei gruppi di lavoro che hanno animato il pomeriggio, la tavola rotonda coordinata dal direttore generale di Federcasse Sergio Gatti, che ha aperto ricordando il senso profondo della capacità della cooperazione di unire strutturalmente aspetto economico e funzionale sociale. Capacità necessaria per la promozione del lavoro e la realizzazione del bene comune, riconosciuta anche dalla Costituzione italiana.
Molti i temi emersi. Stefania Turri, ricercatrice di EURICSE, riportando i dati di una recente ricerca, da cui emerge come la base sociale delle Casse Rurali apprezzi in particolare la relazione con la propria banca, ha esortato i presenti a riflettere sul come comunicare, soprattutto ai giovani, il contributo anche culturale e sociale che le Casse Rurali danno alla comunità. La necessità di avvicinarsi ai giovani, ma anche alle donne, è un tema cruciale secondo Aminata Gabriella Fall, fondatrice di Pecuniami, che ha invitato a interrogarsi su come intercettare i bisogni delle nuove generazioni, anche considerato che “da qui al 2048 ci sarà il più grande passaggio di ricchezza intergenerazionale della storia”. Daniele Frigeri, direttore del CeSPI (Centro Studi Politiche Internazionali e dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti), ha presentato alcuni dati relativi all’inclusione finanziaria dei migranti. “Oggi il 90% delle persone straniere in Italia – ha detto – ha un conto corrente, un correntista con background migratorio ha tre carte di pagamento e sta crescendo la capacità di investimento di queste persone”. Tra i temi evidenziati da Enrico Bertolotti, direttore della Cassa Rurale di Ledro, quello delle normative e la necessità di prestare attenzione all’innovazione tecnologica affinché non diventi un filtro tra banca e persone, bensì un ponte che avvicini ulteriormente base sociale e clientela. Infine, Giovanni Coletti, vicepresidente di Autismo Trentino e fondatore di Casa Sebastiano, ha portato la propria esperienza, evidenziando l’importanza della trasparenza nelle relazioni bancarie e il valore delle idee.
Stimoli che hanno arricchito le riflessioni e le analisi nel lavoro in gruppi, da cui è emerso che, anche alla luce dei cambiamenti e delle innovazioni in atto, il credito cooperativo può continuare a essere una banca differente mantenendo viva l’attenzione e la cura delle relazioni con le persone e con il territorio.
L’evento si è concluso con l’intervento di edutainment di Enrico Bertolino.
Autore: Redazione