Isera, quando il pane ha il gusto dell’inclusione sociale e del territorio
Tra pochi giorni sarà ‘sfornato’ il primo pane comunale di Isera, frutto di un percorso che ha coinvolto tre imprese, tutte del paese: un agricoltore produttore di grano biologico, una cooperativa sociale con il suo mulino a pietra presso il laboratorio per l’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi e un panificio locale per la panificazione con lievito madre e la vendita.
Da sabato a Isera il pane avrà un sapore nuovo: quello della valorizzazione del territorio, dell’inclusione sociale dei più fragili, della biodiversità.
Grazie ad un progetto che coinvolge tre imprese, infatti, sarà sfornato un pane interamente prodotto nel paese: dal grano alla macinazione, dalla panificazione alla vendita.
Il grano proviene dall’azienda agricola di Simone Frisinghelli che conduce l’unica stalla ancora presente nel comune di Isera, affiancando alla zootecnia la coltivazione di verdure biologiche e portando avanti con passione la riscoperta della coltivazione di cereali. A 600 metri sul livello del mare produce infatti del grano tenero di tipo Bologna, orgogliosamente biologico.
La macinatura a pietra del grano è affidata al ‘Mas del Gnac’, la struttura di proprietà della cooperativa sociale Gruppo 78 ove ha sede il laboratorio per l’acquisizione dei pre-requisiti lavorativi per persone adulte. “Come agente di sviluppo del territorio – ha osservato Serenella Cipriani, presidente della cooperativa Gruppo 78– siamo felici di interagire con altre realtà del territorio per creare occasioni di inclusione sociale con attenzione anche alla sostenibilità”.
Il maso, ristrutturato ed ampliato, è stato attrezzato come laboratorio di trasformazione di prodotti biologici allo scopo, appunto, di fornire opportunità di inclusione ed emancipazione sociale attraverso l’avviamento al lavoro. Tra i vari strumenti acquisiti anche il mulino a pietra, che offre una trasformazione di elevata qualità.
Della panificazione si occupa il Panificio Moderno, con sede a Isera e di proprietà di una famiglia locale. Il pane comunale è valorizzato attraverso delle pagnotte tonde e grandi dal peso di 1,5 kg che saranno vendute di sabato, giorno in cui il paese si anima maggiormente.
Il formato è stato scelto perché rappresenta l’idea di pane di comunità: non un panino singolo per il singolo ma un pane grande da condividere e che grazie ad una particolare tecnica di panificazione con pasta madre e lievitazione naturale dura qualche giorno, consentendo alle persone di lasciare l’auto in garage senza utilizzarla quotidianamente per la spesa.
Ogni pagnotta rappresenta 4 metri quadrati di campo coltivato a grano tenero con metodo biologico, 2 ore di una persona inserita in un percorso di avvicinamento al lavoro e 16 anni di esperienza dei mastri panificatori nella gestione della pasta madre e della lievitazione naturale.
Di più: ogni morso di pane rappresenta valori come la territorialità, la qualità, l’inclusione sociale e la cooperazione, grazie all’unione di tre imprese con grande sensibilità ai temi ambientali, sociali e alimentari.
Il pane comunale di Isera si potrà acquistare ogni sabato presso la sede del Panificio Moderno a Isera o nei suoi punti vendita a Rovereto e Trento e potrà essere consumato presso ristoranti coerenti al progetto per territorialità, per ricerca di qualità e di valorizzazione delle produzioni locali. Tra questi: Senso – Alfio Ghezzi (MART, Rovereto), Locanda delle Tre Chiavi (Via Vannetti, Isera), Moja (via delle Zigherane, Rovereto), San Colombano (Via Vicenza, Rovereto), Al Silenzio (Borgo S. Caterina, Rovereto), Christian (via Orefici, Rovereto), Vineria de Tarczal (via Miori, Isera), Bistrò Montura (Loc. Fosse, Isera), e il ristorante dell’hotel Mercure Nerocubo (via per Marco, Rovereto).
Gli interventi
“L’idea di coltivare cereali – racconta Simone Frisinghelli, titolare della Società Agricola Frisinghelli – è nata da un racconto del nonno, nonché fondatore dell’azienda. Mi ha parlato dell’agricoltura di una volta, di sussistenza; di prodotti che aiutavano a superare l’inverno o producevano un certo reddito: mais, orzo, gelso per il baco da seta e tabacco. Da lì sono partito nel 2018, cercando un cereale biologico, come tutta la mia produzione orticola. L’ho seminato a mano a settembre affinché vengano rispettati a pieno i cicli della natura. Pochi mesi dopo, con la farina in mano, ho incontrato per la prima volta Panificio Moderno e siamo andati al Mas del Gnac; in neppure un’ora d’incontro l’unione delle tre aziende era compiuta. Ricordo perfettamente l’entusiasmo, era quello di chi sogna e vede qualcosa di bello all’orizzonte”.
“Grazie a tutti coloro i quali, a vario titolo e con diverse possibilità, si mettono in gioco per perseguire il benessere della comunità in cui viviamo – ha aggiunto Alessia Creazzi, coordinatrice del servizio al Mas del Gnac –, a coloro che sono disposti a cedere un pezzettino della loro individualità per creare un io collettivo. Se si sogna da soli è solo un sogno. ‘Se si sogna insieme è la realtà che comincia’. Questo proverbio africano è diventato il nostro motto; dietro queste parole si cela la forza del gruppo, del fare insieme, la capacità di poter cambiare piccole e grandi cose accorgendosi di non essere soli”.
“Tre imprese apparentemente diverse (agricola, sociale e artigiana) – ha concluso Matteo Piffer, che assieme al fratello Ivan rappresenta la seconda generazione di Panificio Moderno – che spontaneamente danno vita al pane comunale proprio al Mas del Gnac, luogo-simbolo dei valori, ideali e riflessioni di questo progetto. Tra queste: il pane piccolo è il pane dell'uomo contemporaneo, individuo solo. Il pane grande è il pane della condivisione. Ciò migliora anche la conservazione e di conseguenza riduce gli sprechi. Mangiare è un atto agricolo ma l'impatto è sociale. E lo abbiamo tutti con le nostre scelte quotidiane. La visione dell’'artigiano ‘moderno’, ossia colui che conosce la filiera e che mette in relazione persone con dei valori simili. Il pane comunale è ‘comune’ nell'intento e nello scopo, ed è coerente con sé stesso”.
Alla conferenza stampa di stamani hanno partecipato, tra gli altri, la sindaca di Isera, Enrica Rigotti, Silvia Passerini dell’Azienda per il Turismo Rovereto-Vallagarina e Sergio Valentini, ristoratore e rappresentante di Slow Food e della Strada del Vino e dei Sapori della Vallagarina. “Il bello di questa iniziativa – ha osservato la sindaca Rigotti – è l’imprenditorialità giovanile, il coraggio di osare dei giovani che rappresenta un cambio di mentalità”.