L’agricoltura in Trentino come strumento al servizio del territorio
Bellezze paesaggistiche e manutenzione del territorio sono tra i valori aggiunti di un’agricoltura attenta al proprio impatto sociale e ambientale. Lo dimostrano le esperienze presentate ieri nel corso del secondo incontro organizzato dall’associazione Giovani Cooperatori Trentini su sostenibilità, biodiversità e nuovi stili di vita possibili
Sostenibilità in agricoltura significa non solo prestare attenzione all’impatto sociale e ambientale delle coltivazioni, ma anche prendersi cura di un territorio in modo da garantirne la sicurezza da un punto di vista idrogeologico e, allo stesso tempo, mantenerne la naturale bellezza. È questa la forza della scelta di tecniche di coltivazione sostenibili, come è emerso dall’incontro organizzato ieri sera dall’associazione Giovani Cooperatori Trentini nell’ambito del percorso formativo su “Sostenibilità agroalimentare: biodiversità e nuovi stili di vita possibili”.
Nel corso della serata, moderata dal presidente dell’associazione Antonio Borghetti, sono state presentate tre esperienze esemplari in questo settore, a cominciare da quella dell’Agraria di Riva del Garda. “Scegliere la strada della sostenibilità – ha spiegato il direttore Massimo Fia – ci ha permesso di garantire importanti vantaggi, anche economici, ai nostri soci. Oggi, quando giriamo per il mondo incontrando nuovi clienti, promuoviamo non solo il nostro prodotto, ma anche il territorio da cui nasce”.
“Sostenibilità significa anche saper leggere il territorio – ha aggiunto Bruno Lutterotti, presidente della Cantina di Toblino, che ha ospitato l’evento – e rispettare non solo chi ci vive, ma anche chi lo sceglie come meta delle proprie vacanze. L’agricoltura trentina non può imitare le realtà vicine perché altrimenti ha perso in partenza. Pensiamo, ad esempio, alle coltivazioni in pianura: come possiamo competere con chi ha costi di produzione molto più bassi dei nostri? Possiamo vincere solo puntando sulla qualità e sulla valorizzazione del nostro patrimonio più importante, il territorio”.
Cristian Malacarne, presidente di Deges, ha infine presentato l’attività della propria associazione impegnata nella valorizzazione di un territorio, quello delle Giudicarie esteriori, riconosciuto patrimonio dell’Unesco, e dei suoi prodotti. “Chi visita la nostra terra – ha concluso – apprezza il legame tra i prodotti agricoli e il territorio, al punto che sempre più spesso il souvenir che cerca è di tipo enogastronomico. Siamo convinti, quindi, che oggi più che mai sia necessario collegare il settore agroalimentare con quello del turismo, anche trasformando, dove possibile, le aziende agricole in luoghi di attrazione turistica”.