08 maggio 2020
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L’inchiesta: le cooperative fanno i conti con il virus. I risultati sulla rivista della Federazione

Per il 47% delle cooperative il fatturato degli ultimi 2 mesi è in calo. Resiste per il 28% ed aumenta per il 25% (per lo più Famiglie Cooperative).

Preoccupazione anche sul fronte dell’occupazione: il 38% ha il personale regolarmente in azienda, il 20% lavoro agile. Per gli altri ferie, cassa integrazione e altri istituti.

E le Casse Rurali hanno già evaso positivamente l’81% delle richieste di moratoria dei mutui. Dal loro osservatorio, per ora, sono le imprese ad avere le maggiori difficoltà.

Per il 47% delle cooperative il fatturato degli ultimi 2 mesi è in calo. Resiste per il 28% ed aumenta per il 25% (per lo più Famiglie Cooperative). Preoccupazione anche sul fronte dell’occupazione: il 38% ha il personale regolarmente in azienda, il 20% lavoro agile. Per gli altri ferie, cassa integrazione e altri istituti. E le Casse Rurali hanno già evaso positivamente l’81% delle richieste di moratoria dei mutui. Dal loro osservatorio, per ora, sono le imprese ad avere le maggiori difficoltà.

Le conseguenze della pandemia mondiale si fanno sentire forti e chiare anche sui conti delle cooperative trentine. L’area stampa e comunicazione della Federazione ha inviato un questionario a tutte le imprese del movimento (escluse, per la loro natura, le coop di abitazione) chiedendo una stima dei contraccolpi economici, finanziari ed occupazionali di questo tsunami. Hanno risposto 124 imprese, il 31% del totale.

I risultati dell’indagine sul “sentiment” del periodo sono pubblicati sul numero di maggio della rivista mensile della Federazione “Cooperazione Trentina” in corso di distribuzione agli abbonati.

Aperto o chiuso?

Il primo dato rilevato è che il 45% delle imprese cooperative è riuscito a mantenere aperte tutte le attività. Il 25% ha dovuto chiudere alcune di esse e il 30% tutte. Ovviamente questo ha portato a forti conseguenze sia sul giro d’affari, sia sul personale.

Prendendo in esame i due mesi da 31 gennaio al 31 marzo, le cooperative che registrano una forte diminuzione del fatturato sono il 47%. I settori più in sofferenza sono il sociale e quello delle coop di lavoro e di servizio.

Dall’inchiesta emerge preoccupazione anche sul fronte dell’occupazione: il 38% delle cooperative trentine ha il personale regolarmente in azienda, il 20% lavoro agile. Per le altre ferie, cassa integrazione e altri istituti. Anche in questo caso la più forte concentrazione di problematiche arriva dal sociale e dal lavoro e servizi.

Segnaliamo che il questionario conteggia le cooperative e non il numero di lavoratori. Per capirci una cooperativa come Risto 3, che ha ferme circa mille persone, contribuisce alla formazione di quel 43% di cooperative che segnalano difficoltà occupazionali al pari di una piccola con 3 dipendenti.

Problemi e opportunità

La crisi economica conseguente alla pandemia ha ancora costretto il 15% delle cooperative a fare ricorso alla moratoria per i mutui. Le seguiranno, forse, un altro 11%, mentre il 74% ha risposto che per ora non ne ha bisogno.

Una risposta che trova conferma anche rispetto all’attenzione posta sul tema della liquidità: il 73% delle cooperative dice di non avere problemi di liquidità dettati dall’emergenza e il 27% invece ne registra. La pandemia è stata occasione per ripensare, rimodulare e reinventare nuovi servizi per il 53% delle imprese del sistema.

Focus credito

Le Casse Rurali hanno scelto di chiudere tutti o alcuni sportelli, invitando soci e clienti a contattare telefonicamente il personale e ad eseguire online tutte le operazioni possibili. Le 9 su 15 Casse Rurali che hanno risposto al questionario segnalano il ricevimento di quasi 8 mila domande di moratoria dei mutui, già evase positivamente nell’81% dei casi.

Dall’osservatorio del credito cooperativo trentino, per ora, le difficoltà più rilevanti emergono dalle imprese più che dalle famiglie. Riguardo alle conseguenze sui bilanci delle stesse Casse Rurali, i direttori segnalano parametri invariati di raccolta e di impieghi rispettivamente nel 40 e nel 70% dei casi.

Autore: Redazione