La riforma del credito cooperativo è legge.
Oggi pomeriggio la conversione del decreto legge in Senato.
Federcasse: ora procedere speditamente verso la piena e coerente attuazione.
Federcasse accoglie con favore l’approvazione definitiva delle modifiche alla legge 49/2016 di riforma del Credito Cooperativo contenute in alcuni commi nell’articolo 11 del cosiddetto “Decreto Milleproroghe” del 25 luglio scorso, convertito in legge dal Senato oggi pomeriggio.
Il nuovo intervento normativo rafforza ulteriormente il settore e conferma il carattere territoriale e le finalità mutualistiche delle singole BCC, Casse Rurali e Casse Raiffeisen, sia nei rispettivi territori sia all’interno dei Gruppi Bancari Cooperativi di riferimento.
Nel rispetto dell’impostazione più generale della riforma del 2016 e senza stravolgerne l’essenza, il nuovo provvedimento - oltre a riprendere quanto annunciato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze in audizione alla Commissione Finanze del Senato il 17 luglio scorso - accoglie alcune delle indicazioni che erano state formulate già nel 2016 da Federcasse e Confcooperative.
Le nuove norme, in sintesi, prevedono:
- che almeno il 60% della quota di capitale della Capogruppo del Gruppo bancario cooperativo debba essere detenuta dalle BCC appartenenti al Gruppo;
- che lo statuto della Capogruppo stabilisca che i componenti dell’organo di amministrazione espressione delle Banche di Credito Cooperativo aderenti al gruppo siano pari alla metà più due del numero complessivo dei consiglieri di amministrazione;
- che i poteri della Capogruppo, oltre a considerare le finalità mutualistiche, debbano altresì considerare il carattere localistico delle BCC;
- che, con “atto della Capogruppo”, debba essere disciplinato un processo di consultazione delle BCC aderenti in materia di strategie, politiche commerciali, raccolta del risparmio ed erogazione del credito, nonché riguardo al perseguimento delle finalità mutualistiche. La previsione dispone inoltre che, al fine di tener conto delle specificità delle aree interessate, la consultazione debba avvenire mediante “assemblee territoriali” delle BCC, i cui pareri non sono vincolanti per la Capogruppo;
- il riconoscimento, per le banche che si collocano nelle classi di rischio migliori, di maggiori ambiti di autonomia in materia di pianificazione strategica e politiche commerciali (nel quadro degli indirizzi impartiti dalla Capogruppo e sulla base delle
metodologie da quest’ultima definite) nonché di un ruolo più ampio nelle procedure di nomina degli esponenti aziendali;
- che sia un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia, a stabilire una diversa soglia di partecipazione delle BCC al capitale della Capogruppo, tenuto conto delle esigenze di stabilità del Gruppo.
La riforma deve adesso poter procedere speditamente verso la sua piena e coerente attuazione, ribadisce Federcasse. Anche in considerazione del fatto che le Autorità competenti hanno autorizzato tra luglio e inizio agosto la costituzione dei Gruppi Bancari Cooperativi.
Fonte: ufficio stampa Federcasse