La trattativa Sait – sindacato è giunta ad un bivio
Nuovo incontro con i rappresentanti sindacali oggi al Sait. Il presidente Dalpalù: “indisponibili ad una revoca della disdetta del contratto integrativo, le sigle sindacali formulino proposte concrete nel perimetro della proposta aziendale”.
Oggi, dopo gli incontri delle scorse settimane, il Sait e le organizzazioni sindacali si sono nuovamente seduti al tavolo per proseguire il dialogo tra le parti, alla ricerca di soluzioni condivise in merito al nuovo contratto integrativo aziendale.
L’incontro è stato preceduto da una nota del Consorzio, inviata nel tardo pomeriggio di ieri, con cui il presidente Renato Dalpalù ha riconfermato l’indisponibilità alla revoca della disdetta del precedente contratto, ribadendo alle tre sigle sindacali di formulare proposte concrete «nel perimetro della proposta aziendale» quale condizione preliminare per proseguire nella negoziazione, rinnovando la propria disponibilità a ricercare soluzioni condivise.
L’incontro di oggi è stata l’occasione per ribadire, da parte di Sait, i motivi che rendono imprescindibile la definizione di nuovi criteri per gli incentivi al personale, legati ai risultati aziendali anziché a quote fisse garantite a prescindere dagli stessi.
Ciò non per ridurre il costo del lavoro (è stato assicurato lo stesso stanziamento previsto per il contratto disdettato), ma per mantenere e migliorare i livelli di produttività raggiunti.
«La ponderata riflessione che ha indotto il CdA ad interrompere l’ultrattività del precedente accordo – ha dichiarato Dalpalù - si fonda infatti sull’esigenza di garantire la tensione al risultato da parte di tutta la struttura organizzativa, al fine di consolidare la produttività del lavoro a livelli compatibili con le condizioni del mercato e con l’aggressività delle catene concorrenti. In mancanza, l’intera filiera della cooperazione di consumo rischia di vanificare gli sforzi di rilancio.
Un’evenienza, questa, che suonerebbe come una beffa, rendendo vana la coraggiosa revisione imposta a tutti i centri di costo aziendali, a partire dal lavoro – che peraltro rappresenta meno della metà dei risparmi conseguiti – e il raggiungimento dei primi tangibili risultati del processo di rilancio della distribuzione cooperativa».
Dalpalù si è detto anche sorpreso per «i toni usati in queste settimane, anche sui media, e quattro giorni di sciopero, non privi di atti riprovevoli» che rischiano di portare ad un inutile antagonismo.
L’azienda auspica, e per questo resta in attesa, una azione sindacale indirizzata ad entrare nel merito della proposta aziendale e riconferma la propria volontà a proseguire il percorso negoziale.