Monitoraggio genetico dei grandi carnivori: di lungo periodo e sempre più sovraprovinciale con il supporto della Fondazione Edmund Mach
Il laboratorio di San Michele diventa punto di riferimento per il monitoraggio dell’orso per le Alpi italiane.
In questi giorni le Regioni e le Province autonome interessate dalla presenza dell’orso nelle Alpi italiane (Trentino, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Alto Adige/Südtirol e Lombardia) stanno siglando un accordo con la Fondazione Edmund Mach in base al quale da quest'anno tutti i campioni organici relativi all'orso delle Alpi italiane saranno analizzati nei laboratori di San Michele all’Adige anzichè a Bologna presso Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) com’era fino all’anno scorso.
L'accordo precisa le modalità di cooperazione, il ruolo di coordinamento di Ispra che rimane rilevante, lo scambio di informazioni, l’utilizzo dei dati. Per questo motivo è parte dell’accordo anche la Provincia autonoma di Trento che con Fem, ed in particolare con l’Unità di Ricerca di Genetica di Conservazione della Fondazione, lavora da anni per lo svolgimento delle analisi genetiche sui grandi carnivori.
L'Amministrazione provinciale intende inoltre continuare a condurre tale monitoraggio genetico sui grandi carnivori ad anni alterni, dopo 18 anni di impegno continuo.
Nel 2020 pertanto saranno analizzati solo i campioni ritenuti strettamente necessari ed urgenti (ad esempio quelli riguardanti emergenze, animali morti, campioni raccolti su danni con paternità non chiara ai fini dell'indennizzo, altro), mentre dall'anno prossimo riprenderà il monitoraggio genetico sulle popolazioni propriamente detto (opportunistico e sistematico).
Ciò sia in relazione all'opportunità, considerata già da diversi anni, di ottimizzare lo sforzo ed i costi di tale attività nel medio-lungo periodo, pur mantenendo un livello di monitoraggio buono, sia alla situazione economico/sociale particolare creatasi quest'anno, che impone da subito una razionalizzazione delle spese a tutti i settori.
Fonte: Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento