23 dicembre 2019
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Natale duemiladiciannove

Ospitiamo volentieri un componimento di Nadia Martinelli, presidente dell'associazione Donne in cooperazione, che invita a riflettere sul Natale e sull'anno che ci sta per lasciare

Ospitiamo volentieri un componimento di Nadia Martinelli, presidente dell'associazione Donne in cooperazione, che invita a riflettere sul Natale e sull'anno che ci sta per lasciare

Nevicherà forse stanotte sulla memoria

di stagione. Speriamo non piova pioggia, quella

che ci fa paura, che porta via ponti, strade, che inonda

la famosa piazza che San Marco non riesce più proteggere.

Al buio usciremo ad adorare il Bimbo

come i Re fecero un tempo con i loro doni di pace

ne abbiamo bisogno, come del silenzio per capire

questo nostro mondo che di nuova linfa ha urgenza

per fare il nuovo patto con la nostra Terra che va difesa.

Lo grida da tempo anche la ragazza dalle bionde trecce

tanto contestata quanto seguita, Greta, che ci ricorda che l'uomo

l'ha maltrattata questa Natura ed è bene ora costruire

i nostri giorni buoni, nel rispetto degli esseri viventi, tutti.

Quelli dei mari che noi guardiamo dall'alto, dove però

anche in inverno vi risiede l'anima ferita dalla plastica

e da chi ha immerso le speranze per sopravvivere.

Quelli dei cieli, con poco spazio invaso dai veleni di chi li sovrasta

ma anche noi esseri viventi inclusi che poco usiamo la fantasia

per salvarci dall'isolamento, intrappolati come siamo

dalla troppa tecnologia. In particolare i bimbi che non riescono

più a combattere le streghe o i maghi a colpi di storie fantastiche.

Ma ci sono, per fortuna, quelle forze tranquille che non sparano

quelli che ammirano l'elegante senatrice Segre che

con le pietre d'inciampo ci ricorda i drammi. Questo popolo

invita il mondo a guardarsi dentro che poi, è il senso del vivere.

Osserviamone i presepi questa notte, in silenzio.

Quello, che rievoca le profonde radici nel grembo

della povera Natura, bisognosa d'affetto, come noi, che

solo insieme possiamo curarne i dolori.

O quel presepe moderno che vede Giuseppe

che ci ha creduto fin d'allora a diventare padre e culla

teneramente il Bimbo perché Maria possa un po' riposare.

L'abbraccia stretto, lo difende, nella speranza che

altri padri ricordino che l'animo sterile si protegge

con l'ascolto, che si stimola la curiosità dei bimbi aiutandoli

a viaggiare liberi nei mondi loro, quelli fantastici,

perché possano riempire le pagine di vita con i tanti colori.

Il lume della prodigiosa stella ci accompagni

a riscoprire parole di serenità nel silenzio di questa notte

che persuade la quiete a sciogliersi nel noto canto antico.

Nadia Martinelli

Autore: Redazione
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