Progetto Webfare, per una mutualità attenta al futuro
Ogni giorno creiamo 2,5 quintilioni di byte usando internet nei modi più disparati. Le Big Tech realizzano vantaggi incommensurabili dal lavoro prodotto dalla nostra creazione di dati. Come possiamo rendere più equo questo scambio? Come trattenere questo valore sul territorio?
“Webfare”, ovvero welfare digitale, è l’iniziativa che punta alla capitalizzazione di questo valore portandolo in banca, così come avviene normalmente con il denaro. Un progetto di ricerca che vede insieme Università degli Studi e Politecnico di Torino con il sostegno di Gruppo Cassa Centrale e Cooperazione Trentina.
Le Casse Rurali sono banche nate a fine ‘800 per permettere l’accesso al credito a coloro i quali non ne avrebbero mai avuto la possibilità. A oltre un secolo di distanza le sfide sono cambiate e tra queste c’è la necessità di trovare nuove forme mutualistiche, anche in rapporto all’utilizzo dei dati.
Da qui nasce l’interesse di alcuni importanti realtà del mondo cooperativo nazionale per il progetto “Webfare”, presentato recentemente a Torino, che mira ad una nuova forma di capitalizzazione dei dati prodotti nel web, attraverso un welfare digitale che possa trattenere sul territorio almeno una piccola parte di ciò che produciamo a favore delle grandi compagnie del web. Il progetto, attraverso la mediazione delle banche di credito cooperativo partecipanti all’iniziativa, vuole provare a gestire in un modo nuovo i dati dei soci e clienti delle bcc. Da questo innovativo processo si potranno ricavare risorse da impiegare a scopo filantropico e mutualistico, come è nel dna di questa tipologia di banche.
L’iniziativa di ricerca durerà un anno circa e sarà condotta da “Scienza Nuova”, l’alleanza tra Università e Politecnico di Torino per la ricerca applicata attraverso l’ibridazione di competenze umanistiche e tecnologiche. Si tratta di una ricerca che mira ad un utilizzo “etico e sostenibile” di questi dati, con l’obiettivo di arrivare alla creazione di una nuova e inedita “piattaforma civica”, capace di restituire ai singoli una parte del valore dei dati che producono.
Mutualità 3.0
Una nuova forma di mutualità, come spiega Maurizio Ferraris, responsabile scientifico del progetto e di Scienza Nuova: “La vecchia mutualità sosteneva i bisogni primari di persone che avevano forza lavoro ma non avevano i soldi. Ora la forza lavoro non è più così indispensabile perché ci sono molte macchine in grado di sostituirla. In cambio però molte persone producono un gran numero di dati. Questi sono un valore, ed è necessario ricreare una mutualità a partire da qui”.
“Attraverso questa ricerca – spiega Italo Monfredini, vicepresidente vicario di Cooperazione Trentina – ci proponiamo di includere le persone nella catena del valore legata alla produzione dei dati, riportando il concetto della mutualità, per noi fondamentale, in termini più moderni”.
“Webfare” è infatti finanziato da Gruppo Cassa Centrale e da alcune banche affiliale per mettere a disposizione di tutti, non solo della grandi corporation, il capitale nuovissimo e immenso di dati generati sul web.
L’avvio del progetto
L’iniziativa è partita ufficialmente a fine ottobre a Torino, nel Salone d’onore del Castello del Valentino, in una conferenza che ha coinvolto vari attori del progetto e del mondo dell’innovazione.
Qui si è parlato del rapporto tra uomo e tecnologie e della necessità di trovare “strumenti tecnologici nuovi per il miglioramento della società”, sapendo che servirà un modello di business innovativo per valorizzare i dati e superare l’asimmetria (tra utente che produce il dato e colossi che li utilizzano a fini commerciali o di profilazione) che regna da un decennio su molte piattaforme online, social in primis. Come? Con una gestione locale e legata al territorio, che riprenda lo spirito ultracentenario della cooperazione: un’idea che promette ricadute rilevanti per il rispetto delle persone e della dignità umana, partendo dal diritto dell’utente di recuperare valore dai dati di cui è “autore” e indirizzandolo ad esempio a finalità filantropiche.
Il progetto “Webfare” è sostenuto da Gruppo Cassa Centrale - Credito Cooperativo Italiano, che riunisce 69 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali (sei sono in Piemonte, tutte con sede in provincia di Cuneo) con quasi 1500 sportelli e 450 mila soci. Collaborano poi all’iniziativa Cooperazione Trentina, Promocoop e il Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine. Hanno finanziato il progetto, oltre a Cassa Centrale e Banca di Cherasco, anche Cassa Rurale FVG, BCC Valdostana, BCC di Alberobello, Sammichele e Monopoli e Cassa Padana Banca di Credito Cooperativo. Tutte rappresentazioni di un movimento attento alle sfide del cambiamento tecnologico e costantemente al lavoro per trovare nuove soluzioni a supporto del proprio territorio.