28 gennaio 2019
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Scuola Mach, vicina al territorio

“Questo istituto è un fiore all’occhiello della Provincia autonoma di Trento. I giovani sono gli imprenditori del domani e dovranno collegarsi sempre più ai temi della sostenibilità, della sicurezza e dell’innovazione. Abbiamo tutta l’intenzione di coinvolgerli in quella che sarà la programmazione di questa Provincia. Vogliamo attivare un tavolo del verde young per permettere ai giovani di esprimersi sulle tematiche che gli stanno a cuore, per dialogare con coloro che sono anche portatori di nuove idee nel comparto agricolo”. Parole dell’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, intervenuta alla cerimonia di consegna dei 233 diplomi agli studenti che hanno concluso il percorso formativo lo scorso anno e a 50 alunni meritevoli.

“Questo istituto è un fiore all’occhiello della Provincia autonoma di Trento. I giovani sono gli imprenditori del domani e dovranno collegarsi sempre più ai temi della sostenibilità, della sicurezza e dell’innovazione. Abbiamo tutta l’intenzione di coinvolgerli in quella che sarà la programmazione di questa Provincia. Vogliamo attivare un tavolo del verde young per permettere ai giovani di esprimersi sulle tematiche che gli stanno a cuore, per dialogare con coloro che sono anche portatori di nuove idee nel comparto agricolo”. Parole dell’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, intervenuta alla cerimonia di consegna dei 233 diplomi agli studenti che hanno concluso il percorso formativo lo scorso anno e a 50 alunni meritevoli.

In apertura il presidente Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè, ha spiegato che la cerimonia di oggi “rappresenta per i nostri ragazzi una fine ma anche un inizio. Sulla copertina dell’annuario che abbiamo appena presentato c’è una splendida frase di Nelson Mandela: ‘L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo’. Alla Fondazione Mach siamo sempre più convinti della necessità di continuare a investire sulla crescita delle nuove generazioni come chiave per un futuro sostenibile”.
È seguito il saluto del presidente del Collegio nazionale dei periti agrari, Mario Braga, il sindaco di San Michele, Clelia Sandri. Il dirigente del CIF, Marco Dal Rì, ha presentato il nuovo annuario del Centro Istruzione e Formazione che quest’anno giunge alla sua nona edizione. Filo conduttore della pubblicazione è il rapporto scuola-territorio. Il libro, curato dalla docente Roberta Bernardi, raccoglie progetti, attività didattiche, viaggi di istruzione, scritti da docenti e studenti. 207 pagine di riflessioni, racconti, emozioni raccontate da “dentro la scuola”. “Questa scuola ha radici forti nella tradizione, ma al tempo stesso è sempre stato in grado di adattarsi ai cambiamenti rimanendo coerente con le esigenze del territorio. Le scuole agrarie – ha detto- devono in primo luogo essere in grado di dare una risposta formativa alle esigenze del loro territorio”. L’agricoltura trentina, infatti, è caratterizzata da alcune peculiarità produttive ed ambientali quali la dimensione aziendale, la conduzione diretta, la tipicità dei prodotti, la disponibilità limitata di terreno agricolo, la stretta relazione con il turismo; ne consegue che, nella formazione del tecnico, dell’operatore agricolo, dell’imprenditore si debba tenere conto di tali peculiarità e conseguentemente si debba lavorare sui piani di studio e sui programmi didattici, sfruttando tutti i margini che l’autonomia scolastica consente al fine di garantire una specifica caratterizzazione. “In tale direzione -ha evidenzia sempre operato con coraggio e determinazione il nostro Istituto”.
Presenti anche i rappresentanti delle associazioni di categoria (periti agrari, agrotecnici, enologi ed enotecnici e Unione diplomati FEM. I rappresentanti della Federazione trentina delle Cooperazione, del mondo agricolo e ambientale trentino hanno premiato le migliori tesine. Tra questi la Libera Associazione Custodi Forestali del Trentino, l’Associazione Cacciatori Trentini, il Gruppo Mezzacorona Sca e il gruppo Cordenons.

Fonte: Ufficio Stampa Fondazione Edmund Mach

Autore: Redazione