Viticoltura. La Commissione agricoltura del Parlamento europeo propone deroghe per le uve raccolte ai confini delle zone viticole
La Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo è favorevole a concedere la possibilità di arricchire, acidificare e de-acidificare i vini realizzati con le uve prodotte anche in zone contigue a quelle delimitate dalle Doc, con caratteristiche produttive e ambientali omogenee.
Lorenzo Libera (Cantina Avio): “Un’utile semplificazione del lavoro dei vinificatori”.
Ottimo risultato per la viticoltura trentina nell’ultima seduta della Commissione agricoltura del Parlamento (COM AGRI), tenutasi in collegamento da remoto alla fine della scorsa settimana. La norma proposta, se confermata nel prosieguo dell’iter legisaltivo, porterà ad una attesa semplificazione del lavoro dei vinificatori.
La Commissione ha infatti approvato due importanti emendamenti (n. 451 e 452) al Regolamento n. 1308/2013 sull’organizzazione comune dei mercati agricoli (OCM), grazie ai quali le operazioni di arricchimento, acidificazione e de-acidificazione dei vini potranno potenzialmente avvenire non solo nella zona viticola di raccolta delle uve, ma anche in zone contigue.
Questa decisione asseconda le richieste di parte del mondo viticolo trentino, come conferma Lorenzo Libera, presidente della Cantina sociale di Avio, che ha seguito il dossier da vicino: “Sono soddisfatto per l’approvazione dell’emendamento, che persegue un’utile semplificazione a favore dei vinificatori che, lavorando a ridosso del confine fra diverse zone viticole, sono condizionati da norme che limitano le pratiche di acidificazione e arricchimento pur in presenza di un territorio viticolo omogeneo e sul quale insiste la medesima denominazione di origine”.
L’emendamento recita che, in deroga alla regola generale, “in casi circoscritti e debitamente motivati e in presenza di caratteristiche produttive e ambientali omogenee, gli Stati membri possono autorizzare che le operazioni di arricchimento, acidificazione e de-acidificazione dei vini siano effettuate in una zona viticola limitrofa a quella in cui sono state raccolte le uve fresche utilizzate”.
Il testo porta la firma congiunta e bipartisan degli eurodeputati Herbert Dorfmann (PPE) e Paolo De Castro (S&D) ed è stato approvato a seguito di una votazione complessa e non scontata con 27 voti favorevoli, 18 contrari e 3 astenuti.
Soddisfatto anche Alessandro Ceschi, direttore generale della Federazione Trentina della Cooperazione, che commenta: “Abbiamo ottenuto un importante risultato in sede europea, nonostante le difficoltà di questo momento in cui gli spostamenti sono preclusi. Un approdo frutto anche dell’attenzione e competenza dimostrate dagli eurodeputati Dorfmann e De Castro rispetto alle nostre istanze, che conferma la piena presenza e operatività della Federazione a favore delle associate anche in questo momento di crisi”.
Per il mondo cooperativo il dossier è stato seguito, sull’asse Trento Bruxelles, da Leonardo Pofferi e Samuel Cornella – rispettivamente vicepresidente e responsabile del Comitato legale del Copa Cogeca, il gigante che rappresenta 36.000 cooperative e consorzi agricoli in sede UE per un fatturato aggregato di oltre di 360 miliardi di euro – che precisano: “Si tratta di un risultato favorevole, frutto di un gioco di squadra tra Roma, Trento e Bruxelles, ma non certo definitivo. La proposta legislativa dovrà ora passare al voto in plenaria del Parlamento europeo e attraverso un complesso confronto finale e di sintesi tra Parlamento, Commissione europea e Consiglio (tecnicamente definito “trilogo”). Quella del trilogo sarà la fase più complessa e incerta. Siamo partiti bene, ma la strada è ancora lunga”.