Allevatori, altissima partecipazione per esprimere orgoglio, passione, ma anche preoccupazione
La sala convegni della sede di via delle Bettine a Trento non è bastata per contenere gli allevatori che hanno partecipato all’assemblea della loro Federazione. Bene il bilancio, approvato all’unanimità. In calo nel 2023 le stalle (-4) e i capi allevati (-300)
Bastava dare un’occhiata alla sala riunioni della Federazione Provinciale Allevatori per comprendere l’importanza dell’appuntamento ospitato stamani nella sede di via delle Bettine a Trento. Qui si sono dati appuntamento le socie e i soci della Federazione che, dal 1957, è l’ente di riferimento per chi opera ogni giorno nel settore zootecnico. I temi sul tavolo sono tanti e il confronto interno oltre che con le istituzioni di riferimento invitate, è particolarmente importante.
Il quadro generale di attività e dei risultati è stato presentato dal presidente Giacomo Broch che è entrato nel cuore delle questioni più spinose. La prima, rimarcata anche dagli interventi di numerosi allevatori soci, è il ritardo nei pagamenti previsti dalla Pac, che rappresentano – ha detto – «il giusto riconoscimento del nostro lavoro». Anche se, in un contesto di margini sempre più risicati, la questione è di sostanza oltre che di forma. «Comprendiamo che il passaggio è complesso – ha detto Broch – ma ora è tempo di risolvere».
Il presidente ha chiesto coraggio agli interlocutori istituzionali presenti anche nella gestione dei grandi carnivori, problema che attanaglia da tempo la categoria, provocando grande sconforto e senso di impotenza, oltre che danno economico ed affettivo nei confronti degli animali accuditi e poi persi o feriti. «Serve intervenire – ha detto – anche considerando sistemi dissuasori». Criticato in quest’ambito l’inserimento nel de minimis del rimborso contro le predazioni, andando a limitare gli aiuti di stato a cui gli allevatori possono accedere.
Il presidente Broch ha chiesto all’Europa il coraggio di mettere un limite tra stalla e industria zootecnica, per orientare di conseguenza gli aiuti laddove sono veramente necessari. «Siamo preoccupati – ha concluso il presidente – perché a volte l’Europa ci vede più come soggetti inquinatori che come custodi e giardinieri del territorio, dimenticando il nostro impegno e i nostri valori in difesa dell’ambiente e della sostenibilità, e che senza zootecnia il turismo non funziona».
«L’Amministrazione provinciale – ha detto l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli – è impegnata su più fronti, sia a Roma sia a Bruxelles, per cercare di dare risposta e soluzione alle criticità incontrate da un comparto fondamentale per l’intero Trentino. Un comparto che però ha dimostrato di saper essere competitivo e che intendiamo sostenere agendo in più direzioni, con uno sguardo attento anche a garantire continuità e l’ingresso di nuove generazioni. Vogliamo quindi mettere in campo strategie di medio e lungo termine con le quali valorizzare le aziende zootecniche e il loro prezioso lavoro sul territorio, anche valorizzando ulteriormente in sinergia con Trentino Marketing le produzioni di queste aziende. A tal scopo nelle prossime settimane sarà istituito un tavolo con gli attori del sistema insieme alla Fondazione Mach e ai veterinari».
«Dobbiamo essere grati agli allevatori trentini perché senza il loro lavoro il Trentino non sarebbe quello che oggi con vanto possiamo presentare. Conosciamo le criticità che vivete ogni giorno ed il confronto con voi è un’occasione per farci comprendere come fare meglio il nostro lavoro, guardando al presente ma anche al futuro. La nostra identità passa per la difesa della nostra zootecnia ed il compito fondamentale della politica in una terra di Autonomia è continuare a fare il massimo per sostenerla ed offrire soluzioni di prospettiva che sappiano dare futuro al settore e ai tanti giovani che con passione si mettono in gioco in questo comparto, dando un contributo determinante alla comunità». Così Mario Tonina, assessore provinciale alla cooperazione.
«La riforma della Pac è certamente migliorabile – ha detto l’europarlamentare Herbert Dorfmann – ma ha centrato alcuni obiettivi importanti, come la redistribuzione dei fondi dalle aziende grandi a quelle piccole, dalle zone dove è facile fare agricoltura a quelle svantaggiate. Per quanto riguarda i grandi carnivori, la questiona va gestita. Stiamo cercando di abbassare il livello di tutela del lupo per riuscire ad avere maggiore campo di azione, ma serve la maggioranza qualificata dei Paesi dell’Europa ed alcuni, come la Germania, sono contrari. Stiamo lavorando da mesi su questo aspetto, con la presidente von der Leyen in prima linea, e a breve dovremmo arrivare alla votazione».
Claudio Soini, presidente del Consiglio Provinciale, ha sottolineato l’importante funzione rivestita dalla zootecnia per il Trentino, a livello di produzioni di qualità ma anche di tutela del paesaggio, evidenziando la grande attenzione dei giovani verso questo mondo.
Risultati solidi
Nei numeri il bilancio 2023, approvato all’unanimità, è stato chiuso con segno positivo, come riferito dal direttore Massimo Gentili. Costi e ricavi della produzione rimangono sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente. Il valore della produzione è stato di poco superiore ai 17 milioni di euro. L’utile ha raggiunto 90.000 euro, destinato a rafforzare il patrimonio della cooperativa.
«Tuttavia – è stato precisato dai vertici – pesa sul bilancio delle aziende associate l’effetto della crisi innescata dall’invasione dell’Ucraina. Nel solo 2022 i costi di produzione sono aumentati di circa il 30% rispetto al 2020, un incremento non del tutto compensato dall’aumento dei prezzi di latte e formaggi al consumo».
Un settore in transizione
Questo scenario complesso ha determinato un’accelerazione delle chiusure: negli ultimi due anni gli allevamenti da latte associati si sono ridotti da 680 a 638, con un calo del numero di capi in produzione da 19.320 a poco più di 18.000. Cinque anni fa (2018) gli allevamenti erano 740, con una media di poco meno di 20.000 vacche presenti.
Il rinnovo delle cariche
Nelle cinque cariche di consigliere di amministrazione in scadenza sono stati confermati Antonello Ferrari (Val del Chiese) e Silvio Stroppa (Bassa Valsugana). Nuovi ingressi: Luca Chincarini (Vallagarina), Luca Perlot (Val d’Adige Paganella) e Andrea Giovannini (Alta Valsugana). L’assemblea ha ringraziato i tre uscenti (non ricandidati) per l’impegno profuso nel corso di mandato: Roberto Simonetti, Gianluca Graziadei e Flavio Sighel.