06 aprile 2022
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Casse Rurali 2021: aumentano ancora i crediti all’economia. Solidità patrimoniale da primato

Solidità e redditività consentono al sistema del credito cooperativo trentino di sostenere le famiglie, l’economia e il volontariato, e garantiscono un bilancio positivo.  In crescita la raccolta (+7,6%) e i prestiti (+3,1%). Utile a 75 milioni; oltre 9 milioni di erogazioni ad alto valore sociale per i territori.

Nelle speranze di tutti, il 2021 doveva essere l’anno del progressivo ritorno alla normalità, sia dal punto di vista sanitario sia da quello economico. E così è stato, fortunatamente, per buona parte dell’anno, fino all’autunno, con una crescita sostenuta del PIL italiano e con un’economia regionale caratterizzata a sua volta dall’andamento molto positivo della stagione turistica estiva, dopo la dolorosa chiusura invernale degli impianti di risalita, da segnali di ripresa in quasi tutti i settori, e da una incoraggiante vivacità del comparto immobiliare.

Questo andamento positivo dell’economia provinciale per la maggior parte del 2021 trova riscontro anche negli ottimi risultati di bilancio delle Casse Rurali, presentati stamattina durante una conferenza stampa.

“Il 2021 è stato un anno complicato, caratterizzato da luci ed ombre dettate dall’incidenza della pandemia – ha detto il presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Roberto Simoni –, che ha fatto alternare momenti di speranza ed altri di sconforto. I dati che presentiamo oggi dimostrano come e quanto il credito cooperativo trentino abbia saputo rivestire un ruolo importante nell’economia e nella società trentina, dando risposte alle esigenze di imprese e di famiglie. Basti pensare che arriva dalle Casse Rurali la disponibilità di oltre il 60% del credito erogato con le varie misure pubbliche di sostegno. I processi aggregativi hanno dato alle Casse Rurali una capacità di risposta molto migliore del passato”.

“Sono 15 anni che viviamo in una condizione sospesa di continue crisi – ha aggiunto Adriano Orsi, vicepresidente della Federazione per il settore del credito –. Dobbiamo abituarci a questo sistema paragonabile alle montagne russe, nel quale fare previsioni è praticamente impossibile. Le crisi, però, hanno fatto adattare positivamente il sistema delle Casse Rurali, riuscendo ad essere pungolo di rilancio e di ristrutturazione. Cogliendo questi stimoli le Rurali sono diventate una punta di diamante del credito cooperativo, ideando ed attivando soluzioni all’avanguardia spesso prese d’esempio. Mi riferisco alla sanità integrativa, al fondo pensione, al Focc e tanto altro”.

Il buon risultato del 2021 consente alle Casse Rurali, solide e ben organizzate all’interno del gruppo Cassa Centrale Banca, di essere pronte a sostenere le famiglie e le imprese trentine anche nelle nuove sfide che il contesto congiunturale propone all’orizzonte. 

I dati delle Casse Rurali confermano le principali tendenze già emerse con chiarezza nel 2020: aumento della raccolta complessiva, e in particolare del risparmio gestito, aumento degli impieghi, ulteriore miglioramento della qualità del credito, coefficienti patrimoniali ai vertici assoluti del sistema bancario, risultato di esercizio positivamente influenzato dalla forte diminuzione delle rettifiche di valore, forte impegno nel sostenere l’associazionismo, il volontariato, lo sport e la cultura sul territorio.

“L’utile rappresenta un valore molto significativo, il più elevato di almeno l’ultimo decennio – ha spiegato Vincenzo Visetti, referente delle Casse Rurali all’interno della Federazione –. Non va dimenticato che le Casse Rurali sono cooperative mutualistiche ma sono anche imprese e devono fare utili non per ristorare gli investitori, ma per rafforzare le riserve indivisibili che incrementano il patrimonio. E questo è un fatto indispensabile perché il credito erogabile è una quota del patrimonio. Aumentando quest’ultimo è possibile dare sempre più risposta ai bisogni delle famiglie e delle imprese”.

14 Casse, 75 milioni di utile, oltre 9 milioni di erogazioni liberali. Occupazione stabile

Nel 2021 la fusione tra Cassa Rurale Alto Garda e Cassa Rurale di Rovereto ha portato a 14 il numero complessivo delle Rurali, mentre altre due fusioni sono previste per il 2022. Ormai assestato il numero complessivo dei dipendenti (poco più di 2.000) e degli sportelli (300). La riorganizzazione del gruppo consolida la fiducia dei 130.000 soci e degli oltre 491.000 clienti (+1.630 rispetto al 2020).

Pur continuando a perseguire una politica di ulteriore svalutazione prudenziale del portafoglio crediti, con rettifiche nette per oltre 96 milioni (rispetto ai 127 del 2020) e nonostante un aumento dei costi operativi dovuto in gran parte al costo dei prepensionamenti tuttora in corso, grazie all’aumento del 6% del margine di intermediazione, le Casse Trentine chiudono il 2021 con un utile netto complessivo di oltre 75 milioni (+ 51,3%). Utile che va quasi interamente a incrementare il patrimonio, consentendo alle Casse di potenziare la loro capacità di erogazione del credito, a vantaggio delle famiglie e del tessuto economico del territorio.

Ciò permette anche di confermare l’impegno delle Casse Rurali nel sostenere iniziative sul territorio ad alto valore sociale, con erogazioni complessive per 9,4 milioni, in leggera crescita rispetto al 2020.

Crescono la raccolta (+1,8 miliardi) e i prestiti (+311 milioni)

Le masse intermediate segnano un incremento del 6,1% rispetto al 2020, per un controvalore complessivo di 31,5 miliardi. Sul fronte della raccolta, si registra una crescita del 7,9% rispetto al 2020, pari a 1,5 miliardi di depositi in più, per un valore complessivo che supera i 21 miliardi. Anche nel 2021, si conferma la tendenza della clientela a privilegiare la raccolta indiretta (+10,6%), e in particolare il risparmio gestito (+19%) rispetto ai depositi in conto corrente e alle obbligazioni. La liquidità delle famiglie e delle imprese resta comunque elevata, a conferma di un diffuso sentimento di incertezza che spinge alla prudenza nei consumi e negli investimenti.

È proseguito anche nel 2021 l’incremento complessivo dei crediti netti alla clientela (+ 3,1%, per un portafoglio complessivo di 9,6 miliardi). Ma mentre nel 2020 l’incremento maggiore si era registrato nei confronti delle imprese, nel 2021 la crescita ha riguardato soprattutto le famiglie (+6,4%), mentre il dato relativo alle imprese è sostanzialmente stabile (-0,2%). Il 93,9% delle domande pervenute è stato accolto.

Continuano a calare le partite deteriorate lorde, che nel 2021 diminuiscono del 18% rispetto all’anno precedente; ora il peso percentuale sul totale dei crediti è pari all’6,9% (10% nel 2019). Le sofferenze lorde sono al minimo storico dell’1,5% del totale dei crediti – percentuale nettamente inferiore alla media nazionale, sia rispetto al totale BCC-CR (2,6%), sia in confronto all’intero sistema bancario (2,1%) – con un tasso di copertura al 90%.

La politica della prudenza: accantonamenti e svalutazioni

Oltre 260 milioni di euro sono stati accantonati anche quest’anno per rettifiche prudenziali, ma più di 168 milioni di riprese di valore consentono di ridurre del 24,2% rispetto al 2020 l’impatto economico della gestione del rischio di credito.

Continua ad aumentare anche il patrimonio complessivo, che ora supera 1,5 miliardi di euro, 69 milioni in più rispetto all’anno precedente. I coefficienti di solidità patrimoniale delle Casse Rurali Trentine sono da primato, con un Cet 1 ratio ulteriormente potenziato e pari al 23,5%, dato nettamente migliore della media dell’industria bancaria (15,2%), e superiore anche a quello consolidato a livello di gruppo bancario (22,6%).

Autore: redazione