Contratto coop sociali, Federcoop risponde ai sindacati
L’attenzione sul tema è massima, richiesti alla Pat nuovi stanziamenti per adeguare i costi del lavoro. La Federazione trentina si dice stupita per le dichiarazioni attribuite ai tre segretari confederali di Cgil Cisl e Uil, secondo cui l’ente di via Segantini sarebbe “in silenzio”, unitamente alla Pat, in tema di adeguamento degli stipendi delle cooperative sociali.
Roberto Simoni: abbiamo presentato le nostre richieste in un incontro con il presidente Fugatti e gli assessori Segnana e Tonina l’8 giugno scorso, rappresentando la necessità di adeguare i criteri del costo di lavoro negli appalti e accreditamenti, per far fronte all’imminente rinnovo contrattuale nazionale che prevede aumenti di costo stimati fino al 10%.
Abbiamo concordato con la Provincia autonoma lo stanziamento di 2,5 milioni già in Finanziaria di quest’anno a titolo di anticipo, su un bisogno stimato di risorse aggiuntive di 3,9 milioni l’anno. Questi sono fatti, non parole. “Dobbiamo lavorare insieme per garantire un futuro al sistema di welfare pubblico-privato sociale”.
A margine degli “Stati generali” della cooperazione sociale del Trentino sabato scorso a Villa Sant’Ignazio, i segretari dei tre sindacati confederali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil), hanno stigmatizzato il comportamento di Federazione e di Provincia autonoma in merito al “silenzio” sulla richiesta sindacale di far arrivare subito in busta paga l’anticipo dell’incremento di stipendio ipotizzato dall’imminente rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Il costo del lavoro è centrale in un settore che opera prevalentemente in regime di appalto o accreditamento, e che deriva quindi la maggior parte delle proprie risorse dall’ente pubblico. Il livello degli stipendi è mediamente inferiore a quelli riconosciuti dal pubblico, generando anche un problema di difficoltà a reperire le figure necessarie (Oss, educatori e educatrici, ecc.) e non sempre le stazioni appaltanti e il sistema di tariffazione tengono conto dei costi dei contratti e delle variazioni che intervengono a servizi in corso.
Come sanno bene anche le organizzazioni sindacali, il tema è complesso e vede da una parte la Federazione molto attiva nell’interlocuzione costante con la Provincia e gli enti interessati per garantire sostenibilità alle cooperative sociali associate, e dall’altra un ente pubblico che ha mostrato adeguata sensibilità al riguardo nell’affrontare questo tema.
Questo dialogo costante con la Giunta provinciale e con le strutture amministrative competenti ha portato alla richiesta, l’8 giugno di quest’anno, di adeguare i criteri del costo del lavoro per gli appalti e affidamenti in essere per far fronte ad aumenti del costo del lavoro previsti dall’imminente rinnovo del contratto nazionale nell’ordine del 9-10%, che comporterebbe un costo ulteriore per l’ente pubblico di 3,9 milioni l’anno.
A tale scopo, abbiamo concordato con la Giunta di destinare 2,5 milioni già nella Finanziaria di quest’anno.
Peraltro, la Federazione ha già stabilito con le parti sindacali un calendario di incontri (tre nel mese di ottobre e uno a novembre) per portare avanti le modifiche e integrazioni al Contratto integrativo provinciale.
“Auspichiamo – afferma il presidente della Cooperazione trentina Roberto Simoni – che su questi temi sindacati e datori di lavori possano lavorare insieme, perché è interesse generale mantenere un sistema di welfare pubblico-privato non solo efficiente e organizzato ma sostenibile economicamente, in cui i lavoratori e le lavoratrici possano operare con la giusta serenità e motivazione che proprio la delicatezza di questo settore deve sempre garantire”.