Cooperative, il ruolo della revisione per migliorare l’organizzazione amministrativa e contabile degli enti cooperativi
Presentata la bozza di documento della Federazione con le linee guida per revisori.
Simoni (Cooperazione trentina): la responsabilizzazione dei Cda, che operano in contesti normativi sempre più complessi, giova all’intero movimento.
Tonina (Vicepresidente Pat e assessore Cooperazione): i controlli nei confronti delle cooperative sono estremamente importanti per salvaguardarne il patrimonio di valori e anche per tutelare il lavoro. Anche per prevenire le crisi o casi di false cooperative.
La revisione cooperativa svolge un ruolo fondamentale per il movimento cooperativo come presidio del rispetto dei principi che devono governare l’agire dei cooperatori.
Un ruolo – regolato dalla legge regionale 5 del 2008 - in costante evoluzione. La stessa legge indica tra le finalità del revisore anche quella di «fornire agli organi di direzione e di amministrazione dell’ente cooperativo suggerimenti e consigli per migliorarne la gestione, il perseguimento dello scopo mutualistico e la democrazia interna e per la rimozione, possibilmente immediata, di eventuali irregolarità rilevate».
Da qui la delicatezza del ruolo dei revisori, chiamati a “consigliare” le cooperative anche in relazione agli assetti organizzativi, amministrativi e contabili dalle stesse predisposti. Un convegno, svoltosi alla sala inCooperazione della Federazione, ha preso in esame la traduzione operativa dei principi stabiliti dalla legge.
Una attività che, se ben gestita e coordinata, può contribuire a far crescere le cooperative in maniera equilibrata e coerente con i criteri di buona gestione, anche prevedendo situazioni di potenziale crisi, o per individuare anche casi di “false cooperative”.
Per questo oggi la Federazione ha presentato ai revisori trentini e altoatesini una bozza di documento contenente le “linee guida degli assetti organizzativi” delle cooperative, predisposto dal dott. Gabriele Barichello e dall’avv. Mariasilvia Cadeddu dell’ufficio legale della Federazione. Un documento accolto positivamente che sarà ulteriormente integrato e poi approvato dalla competente Commissione regionale.
Al convegno hanno partecipato il responsabile dell’Ufficio cooperazione della Provincia autonoma Roberto Dal Bosco e la sua omologa Manuela Paulmichl responsabile dell’Ufficio sviluppo della cooperazione della Provincia autonoma di Bolzano.
«La crescita ed il continuo miglioramento degli enti appartenenti al movimento cooperativo – ha affermato Roberto Simoni, presidente della Cooperazione trentina, intervenuto per il saluto iniziale - è una delle ragioni che ha mosso il legislatore regionale, e rappresenta uno degli elementi portanti su cui si fonda l’importantissimo ruolo svolto dai revisori cooperativi.
Riteniamo che la responsabilizzazione dei consigli di amministrazione, che si trovano ogni giorno ad operare in contesti normativi sempre più complessi, non possa che giovare all’interno movimento».
«I controlli nei confronti delle cooperative – ha ricordato il vicepresidente della Provincia autonoma e assessore alla cooperazione Mario Tonina, intervenendo all’apertura del convegno - sono estremamente importanti per salvaguardarne il patrimonio di valori e anche per tutelare il lavoro».
Tonina ha ricordato che l’articolo 45 della Costituzione riconosce la funzione sociale della cooperazione, ed ha espresso apprezzamento per la collaborazione in atto su questa materia tra le istituzioni, le associazioni di rappresentanza del movimento cooperativo e i revisori: «Vanno sostenute – ha affermato il vicepresidente – anche le azioni di consulenza e formazione a favore degli amministratori e manager, supportandoli nella definizione e nel presidio degli assetti gestionali per assicurare solidità e continuità alle cooperative».
«Oggi è necessario individuare un approccio comune – ha concluso la direttrice della Divisione Vigilanza della Federazione trentina Ingrid Joris – le linee guida consentiranno ai revisori di interloquire sia tra di loro sia con le cooperative in modo costruttivo. Una buona revisione cooperativa include inoltre anche elementi “non tecnici” come la conoscenza del territorio e la contestualizzazione della cooperativa».