Cooperative, una adeguata organizzazione può prevenire le crisi. La responsabilità del cda e il ruolo del revisore
Vale l’antico adagio che è meglio prevenire di curare. Nelle imprese, per prevenire le crisi è necessario mettere in atto una serie di misure che coinvolgono l’intera organizzazione per conoscere costantemente l’andamento aziendale e valutare con tempestività eventuali azioni da compiere.
Una responsabilità che investe in primo luogo gli amministratori, chiamati a definire assetti organizzativi e amministrativi adeguati. Anche la revisione cooperativa svolge un ruolo fondamentale come presidio del rispetto dei principi che devono governare l’agire dei cooperatori.
Un ruolo – regolato dalla legge regionale 5 del 2008 - in costante evoluzione. La stessa legge indica tra le finalità del revisore anche quella di «fornire agli organi di direzione e di amministrazione dell’ente cooperativo suggerimenti e consigli per migliorarne la gestione, il perseguimento dello scopo mutualistico e la democrazia interna e per la rimozione, possibilmente immediata, di eventuali irregolarità rilevate».
Un convegno, svoltosi stamani alla sala inCooperazione della Federazione e rivolto agli amministratori, direttori e responsabili amministrativi delle cooperative, ha preso in esame la traduzione concreta sulle cooperative dei principi contenuti nel nuovo Codice della crisi di impresa.
«Il tema è importante – ha affermato il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni – soprattutto per l’approccio culturale alla gestione dei potenziali rischi derivanti da una organizzazione che non abbia gli strumenti per affrontare con tempestività le criticità che possono insorgere.
Riteniamo che la responsabilizzazione dei consigli di amministrazione, che si trovano ogni giorno ad operare in contesti normativi sempre più complessi, non possa che giovare all’interno movimento».
Al convegno hanno portato la loro positiva esperienza due cooperative molto diverse tra loro: la presidente della Famiglia Cooperativa di Povo (11 milioni di fatturato e 50 dipendenti) Alessandra Cascioli «avere un adeguato assetto organizzativo è importante, serve a cambiare approccio» e il presidente della cooperativa sociale il Gabbiano Samuel Forti «negli ultimi otto anni siamo cresciuti da 1,4 a 4 milioni di fatturato, una analisi tempestiva della propria azienda è fondamentale. È un sistema che porta conoscenza, competenza e fiducia in sé stessi».
Nei saluti introduttivi è intervenuto anche l’assessore alla cooperazione e vicepresidente della Provincia autonoma Mario Tonina: «I nostri revisori cooperativi già da anni sono chiamati a valutare gli adeguati assetti organizzativi, consentendo la tempestiva azione di contrasto. La prevenzione è importante e strategica perché serve a salvaguardare il patrimonio di valori di cui è portatrice la cooperazione, anche ai fini di contrastare il fenomeno delle false cooperative costituite a fini di evasione fiscale e di sfruttamento del lavoro.
Questa attività può contribuire a far crescere le cooperative in maniera equilibrata e coerente con i criteri di buona gestione, anche prevedendo situazioni di potenziale crisi. Un allarme, purtroppo, ancora vivo, per cui non bisogna abbassare la guardia».
Gli strumenti a disposizione sono diversi, ma per la loro attivazione serve un approccio globale, un cambiamento culturale, alla gestione di impresa. La riforma obbliga alla pianificazione e al controllo. Il che significa approntare un bilancio di previsione, e un monitoraggio periodico.
Molto apprezzate le relazioni dei responsabili di varie aree di consulenza della Federazione: la responsabile della consulenza legale Mariasilvia Cadeddu ha trattato il tema del ruolo della revisione cooperativa, Gabriele Barichello dell’ufficio legale dei profili generali dell’assetto organizzativo, Alessandro Mezzani della Divisione Vigilanza è intervenuto sui profili operativi della revisione cooperativa e Giuliano Bernardi responsabile dell’area Servizi integrati, ha parlato delle finalità degli assetti e necessità della rilevazione tempestiva della crisi.
Al convegno ha partecipato il responsabile dell’Ufficio enti cooperativi della Provincia autonoma Roberto Dal Bosco: «oggi abbiamo fatto un salto di qualità, la formazione per le cooperative è importante»
«C’è bisogno di un cambio culturale – ha concluso la direttrice della Divisione Vigilanza della Federazione trentina Ingrid Joris – gli assetti cambiano, è importante rilevare per tempo le criticità, e lavorare insieme per capire se la cooperativa ha assetti adeguati per il contesto in cui opera».