10 giugno 2022
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Cooperazione Trentina, forte sostegno alla comunità che si scopre più fragile

Oggi si è tenuta l’assemblea della Federazione Trentina della Cooperazione, una organizzazione che rappresenta 436 imprese, 290 mila soci e socie. Bene i bilanci 2021, con un valore della produzione in crescita (da 3 a 3,25 miliardi di euro), così come il patrimonio netto (da 2,6 a 2,7). Oltre 24 mila persone occupate. Entrano in Consiglio Albasini e Maffei.

Il presidente Simoni: “La pandemia e la crisi energetica hanno messo in luce la necessità di ripensare al modello di società e di sviluppo, che non potrà essere declinato solo sulla ricchezza materiale, ma dovrà tenere conto dello sviluppo umano integrale e del benessere della comunità. È la rivincita del capitale umano su quello finanziario e qui la cooperazione ha molto da dire”.

Firmato l’Accordo di collaborazione istituzionale con la Provincia autonoma: venti azioni “per un nuovo sviluppo del Trentino” (ha detto Tonina), per cogliere le opportunità delle cooperative di comunità, le comunità energetiche, rispondere alla mancanza di operatori sanitari e socio sanitari e le Olimpiadi 2026.

Fugatti: “La crisi sta avanzando anche in Trentino, specie nella zootecnia e nei lavori pubblici. Ci aspettiamo però una bella stagione turistica estiva. L’autunno dipenderà dalla questione dell’energia”.

Occorre reagire a questo clima generale di sfiducia, dove un italiano su tre teme che venga a mancare il pane. Servono coesione, giustizia intergenerazionale e coraggio. Questo l’appello uscito oggi dall’assemblea generale della Cooperazione Trentina, i cui soci e socie si sono ritrovati in presenza per discutere dei risultati del 2021 e soprattutto per parlare di futuro.

L’assemblea è stata aperta da un toccante momento di raccoglimento sulla tragedia del conflitto in Ucraina portato dalla interpretazione della canzone di Leonard Cohen Hallelujah eseguita a due voci dalle cantanti Alena Sharun, proveniente dall’Ucraina, e Gulnova Baydjanova dell’Uzbekistan.

La relazione del presidente Roberto Simoni ha preso in esame tutti i fattori di incertezza, dall’inflazione all’exploit dei costi di energia e materie prime, mettendo in rilievo l’effetto talvolta drammatico sui bilanci delle cooperative, ma ha anche esortato a reagire puntando sulla forza del sistema e sulla capacità di rispondere ai bisogni della comunità.

“Le varie crisi hanno messo in luce la necessità di ripensare al modello di società e di sviluppo, che non potrà essere declinato solo sulla ricchezza materiale, ma dovrà tenere conto dello sviluppo umano integrale e del benessere della comunità. È la rivincita del capitale umano su quello finanziario e qui la cooperazione ha molto da dire”.

Sta sotto questo cappello l’impegno del movimento a sostegno della comunità, che si è manifestato nell’organizzazione degli hub vaccinali a supporto dell’Azienda sanitaria, nell’accoglienza alle persone che scappano dalla guerra di aggressione all’Ucraina e dal rinforzo dei servizi alle periferie, anche con strumenti nuovi, come le cooperative di comunità e le comunità energetiche.

Le possibili linee d’azione individuate da Simoni sono principalmente tre: la transizione ecologica, la giustizia intergenerazionale e il nuovo welfare, “Tutti settori dove la cooperazione può giocare un ruolo importante”. Simoni cita l’accordo con la Provincia per incentivare l'installazione di impianti fotovoltaici sui tetti privati e il contributo per quelli delle imprese. E racconta l'impegno insieme ai Bim per riunire le persone che installeranno i pannelli sul tetto delle loro case in comunità energetiche con forma giuridica cooperativa, “la forma che meglio si adatta allo scopo di recuperare a favore dei cittadini l'eventuale redditività generata dall'autoproduzione di energia”.

“È necessario e urgente attuare la transizione ecologica sia per creare fonti energetiche e alimentari alternative a quelle russa e ucraina, sia per generare prosperità e benessere, grazie a un'economia più sostenibile, equa e sana”. “Serve creare una società più giusta dal punto di vista intergenerazionale – ha aggiunto il presidente – e dell'equilibrio tra i generi, altrimenti rischiamo l'insostenibilità. Serve riprogettare il sistema di welfare creandone un secondo a completamento di quello tradizionale per intercettare e soddisfare bisogni in continua evoluzione”.  

Il dibattito

“Per l’Italia si sta creando la tempesta perfetta – ha detto l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Polito, invitato a condurre una tavola rotonda con Simoni, Fugatti e Tonina: debito pubblico altissimo, il maggiore d’Europa, e bassa crescita. La decisione della Bce di aumentare i tassi, dopo 11 anni di tassi zero o negativi, ci mette in grossa difficoltà, perché fa crescere di 10 miliardi il costo del nostro debito pubblico. I segnali di questa difficoltà sono arrivati subito, con l’aumento dello spread, ieri a 216 oggi a 230. A ciò si aggiunga la fase di grande debolezza della politica italiana, che non riesce a consegnare al Paese maggioranze politiche stabili e minimamente coese ormai dal 2011”.

 

“Abbiamo il sentiment che la crisi stia avanzando anche in Trentino – ha aggiunto il presidente della Giunta provinciale Maurizio Fugatti – specie in alcuni settori come la zootecnia e i lavori pubblici, per la crescita significativa dei prezzi. Abbiamo però anche delle aspettative positive, come quelle relative alla stagione turistica estiva che oggi immaginiamo dai numeri importanti. La Provincia sta facendo la sua parte, con gli aiuti alla zootecnia, l’adeguamento del prezziario dei lavori pubblici, gli interventi per calmierare l’effetto delle bollette sulle famiglie. Ora dobbiamo tenerci pronti per quello che potrà accadere nei prossimi mesi. Lo scenario delle previsioni diventa infatti più difficile da dipanare per l’autunno, visto che molto dipenderà da cosa succederà sul tema dell’energia”.

Federazione e Provincia hanno stretto un Accordo di collaborazione istituzionale che individua una ventina di azioni che impegnano i due enti sulle principali emergenze che interessano il futuro del Trentino, dalla questione energetica alla coesione sociale, dai servizi alle periferie per evitare lo spopolamento alla mancanza di manodopera in alcuni settori strategici per il benessere collettivo.

L’accordo è stato presentato dal direttore generale della Federazione Alessandro Ceschi e dal dirigente del Dipartimento territorio, trasporti, ambiente, energia, cooperazione della Provincia Roberto Andreatta, e firmato dai presidenti Simoni e Fugatti.

“Con la firma di questo Accordo – ha aggiunto Mario Tonina, vicepresidente della Giunta e assessore alla cooperazione – vogliamo dare nuovo slancio allo sviluppo del Trentino. Attraverso la nostra Autonomia ed insieme alla Cooperazione dobbiamo saper cogliere le opportunità che pur in questo contesto complesso ci sono e che abbiamo la responsabilità di portare avanti. Il Trentino può dimostrare quello che sa fare, con le comunità energetiche, con i consorzi elettrici, per riuscire a garantire ai cittadini e alle imprese un costo inferiore dell’energia. Possiamo fare la differenza non solo qui, ma anche essere d’esempio per altri territori”.

Il bilancio e il rinnovo in Cda

L’assemblea ha eletto due consiglieri in sostituzione di Renzo Marchesi e di Adriano Orsi, entrambi decaduti dal loro incarico rispettivamente in Concast Trentingrana e in Cassa Rurale Alta Vallagarina. Al loro posto entrano in Consiglio di amministrazione della Federazione Stefano Albasini, nuovo presidente di Trentingrana, e Maurizio Maffei, neoeletto presidente della Cassa Rurale Vallagarina.

Approvato anche il bilancio della Federazione, che si conferma un’impresa in equilibrio economico-finanziario e con buona liquidità. Il documento contabile chiude con un utile netto di 272 mila euro a fronte di ricavi per 18,3 milioni e di costi per 17,7 milioni.

I numeri del comparto

La cooperazione è un importante settore dell’economia trentina animato da 436 imprese cooperative governate da 3 mila amministratori ed amministratrici elette in rappresentanza di 290 mila soci e socie. Le persone occupate sono 24 mila (+1.000 rispetto al 2020) ed operano in tutti i comparti: credito, consumo, agricoltura, ristorazione, turismo, cura di bambini, anziani e persone con disabilità, sanificazioni, logistica, edilizia, gestione del verde, di studentati...

Un sistema che nel 2021 ha chiuso bilanci lusinghieri, nonostante l’andamento altalenante della pandemia e lo stop della stagione invernale: il valore della produzione complessivo in un anno è passato da 3 a 3,25 miliardi di euro, generando un ulteriore rafforzamento del patrimonio netto, da 2,6 a 2,7 miliardi di euro.

Autore: redazione