La separazione familiare tra dolore e speranza
Malattia di un coniuge, disabilità dei figli, problemi economici, dipendenze, difficile convivenza tra diverse etnie. Sono queste le principali cause di separazione familiare, tutte affrontate nel romanzo ‘Il mediatore – Vita di un pioniere nella gestione dei conflitti familiari” presentato ieri sera a Trento, presso la sala Nones di Palazzo Benvenuti dagli autori: Elio Cirimbelli e Felice Espro.
Il libro racconta in stile romanzato le esperienze reali affrontate da Cirimbelli, pioniere in Italia nel campo della mediazione familiare e fondatore del Centro Asdi di Bolzano, allo scoccare del suo 74mo compleanno. Una sorta di testamento ideologico e di buone pratiche sviluppate nel corso di decenni, maturate dopo che lo stesso Cirimbelli aveva vissuto in prima persona il trauma della separazione.
l suo percorso di mediatore familiare, tra finzione narrativa e contenuti saggistici, racchiude la sofferenza, i traumi, ma anche gli spiragli di speranza che accomunano tante famiglie divorziate.
Il messaggio principale che lascia questo libro, riassunto dal coautore Espro, è che partner si può anche non essere più, ma genitori si resta per sempre. Il focus dell’attenzione per chi si separa devono restare i figli, senza focalizzarsi in modo esclusivo sulla parte economica, o su diritti e doveri, ma puntando a preservare la relazione con i più piccoli.
Tra i tanti aneddoti emersi durante la serata, il grande impegno di Cirimbelli per far riammettere dalla Chiesa i separati e divorziati ai sacramenti. La separazione, per chi è cattolico, fino a qualche anno fa comportava un doppio trauma: quello della sofferenza da distacco e quello dell’esclusione religiosa. Cirimbelli ha scritto decine di lettere ai Papi per stimolare una riflessione su questo tema, fino all’incontro con Papa Francesco, che ha condotto la Chiesa verso la riammissione di separati e divorziati ai sacramenti, dopo un cammino penitenziale.
«Il mio sguardo su questo libro – ha commentato la presidente di Alfid Sandra Dorigotti – è connesso sul parallelismo esistente tra il Centro che ha costituito Cirimbelli a Bolzano e l’esperienza trentina di Alfid. Entrambi sono ispirati alla stessa riflessione sulla nostra società che è in cambiamento a partire proprio dalla famiglia, il luogo principale dove vengono messi in gioco i ruoli tra le persone. Alfid e Cirimbelli hanno interpretato questa fase in modo pionieristico, organizzando e proponendo alla comunità due servizi in parte simili e in parte differenti, che affrontano i temi cruciali di questa nuova stagione culturale e per certi versi anche antropologica».
Secondo Dorigotti, nella società moderna non c'è più distinzione netta tra famiglie separate, unite o di fatto, in termini di problematiche da affrontare. Certo possono esserci maggiori fragilità, perché ad ogni separazione consegue un forte dolore, ma è diffusa la consapevolezza dei temi importanti da presidiare, in primis la relazione con i figli.
«Questo libro è stato un grande viaggio interiore dentro me stesso – ha detto Cirimbelli –. Quando mi chiedono perché le famiglie si separano, rispondo che si fa sempre più fatica ad esprimere il disagio nella coppia, e si preferisce far finta di non provarlo o di non vederlo, per non doverlo affrontare. Ma così, alla fine, uno dei coniugi prende strade diverse: si butta nel lavoro, negli hobby, in un’altra relazione. E si arriva alla separazione».
L’incontro con gli autori de ‘Il Mediatore’ è stato organizzato da Alfid, Kaleidoscopio e Comunità Murialdo che in Trentino offrono servizi alle famiglie in difficoltà, e moderato dalla giornalista Marika Damaggio.