Valle dei Laghi, uno scrigno da custodire
In occasione del nuovo appuntamento del progetto “Historia Magistra Vitae”, che ieri sera ha coinvolto la Valle dei Laghi, sono emersi i tratti distintivi di un territorio che, ha spiegato l’antropologo Annibale Salsa, non ha eguali in tutto l’arco alpino.
La Valle dei Laghi è un unicum dal punto di vista geobotanico nell’arco alpino, uno scrigno innestato tra le montagne che racchiude un territorio tipico rivierasco. Da qui derivano le vocazioni caratteristiche, da cui partire per progettare un futuro sostenibile per l’ambiente e la comunità locale. È questo il punto di partenza su cui si è sviluppato il dialogo che ha animato, ieri sera a Sarche, il nuovo appuntamento di “Historia Magistra Vitae”, progetto della Federazione Trentina della Cooperazione, portato in Valle dei Laghi grazie alla collaborazione di Agraria di Riva del Garda, Cantina produttori di Toblino, Consorzio ortofrutticolo Valli del Sarca, Cassa Rurale Alto Garda e Rovereto, e Biodistretto Valle dei Laghi.
Il progetto promuove uno sviluppo sostenibile che parta dalla vocazione di ogni territorio, guardando alla storia come una maestra che ci permette di individuare le buone pratiche più adatte al contesto. Nel caso della Valle dei Laghi, ha spiegato l’antropologo Annibale Salsa, quello che emerge è una vocazione agricola orientata alla policoltura, con coltivazioni di nicchia che diventano eccellenze. Si tratta di un territorio dove si sviluppa un’agricoltura contadina, che esprime l’artigianalità di un lavoro che modella e crea la bellezza del paesaggio. “Alla popolazione – ha spiegato il docente – spetta il compito di custodire il territorio su cui vive, sviluppando la consapevolezza della sua unicità”.
Una consapevolezza che parte dalla conoscenza della storia e delle caratteristiche ambientali e culturali che l’hanno influenzata. “Conoscere – ha commentato il vicepresidente per il settore agricolo della Federazione Michele Odorizzi – ci aiuta a capire come valorizzare e tutelare il territorio, promuovendo così uno sviluppo ben integrato con la comunità locale”.
“Questo territorio – ha aggiunto il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Mario Tonina – stupisce per la sua bellezza ogni volta che vi si passa. Di questo dobbiamo ringraziare il mondo della cooperazione agricola e, più in generale, i tanti contadini che svolgono un lavoro impegnativo, offrendoci un paesaggio unico, che diventa anche attrazione turistica, e producendo eccellenze riconosciute a livello internazionale. Nell’elaborare la Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile, che declina a livello locale gli obiettivi di sostenibilità dell'Agenda 2030 dell’Onu, abbiamo pensato a un modello che vada in questa direzione, in cui i diversi settori collaborano per dar vita a un sistema in cui le nuove generazioni possano identificarsi e scegliere di fermarsi per costruire insieme il futuro”.
I concetti presentati dall’antropologo hanno ispirato gli interventi che hanno animato la seconda parte della serata. “Con il nostro lavoro – ha esordito Giorgio Planchestainer, presidente dell’Agraria di Riva del Garda – cerchiamo di essere custodi del territorio. Realizzare un prodotto di qualità significa generare valore per tutta la nostra zona, a cominciare dai nostri produttori, coltivatori di quegli olivi che caratterizzano il nostro paesaggio”.
È necessario ripartire da concetti quali identità e artigianalità, mettendoli in relazione con lo specifico contesto locale, secondo Bruno Lutterotti, presidente della Cantina produttori di Toblino. “Dobbiamo evitare – ha commentato – la ricerca di un profitto fine a se stesso, rincorrendo un modello che non solo non potrà funzionare sul nostro territorio, con il rischio di perdere di vista il nostro vero patrimonio”.
“Per custodire la diversità del nostro territorio, governarla e comunicarla – ha detto Michele Bortoli, presidente del Biodistretto della Valle dei Laghi e sindaco di Madruzzo – dobbiamo fare rete in modo sempre più sinergico con il settore del turismo e puntare sulla valorizzazione dei nostro prodotti agricoli”.
“Lavorare per una presa di coscienza del territorio della vocazione agricola e turistica della nostra terra – ha concluso Lorenzo Miori, sindaco di Vallelaghi – è una sfida importante per noi amministratori, chiamati a cercare l’unità mantenendo le diversità che ci caratterizzano”.