Cantina La-Vis, Patton: “abbiamo invertito la rotta”
I soci della cantina La-Vis approvano il bilancio del gruppo, l’ultimo in perdita (1,6 milioni di euro). Dal prossimo anno l’impegno – concordato con le banche – a chiudere con 4 milioni di utile. Il liquidato ai soci è di 104 euro a quintale. Nel 2009 era di 25.
La cantina di Lavis chiude una annata positiva sotto il profilo della remunerazione dei soci, che supera la soglia psicologica dei cento euro a quintale attestandosi a 104 euro (+8,3%). Un liquidato più che soddisfacente (nel 2009 i soci hanno percepito 25 euro a quintale), che conferma la correttezza del percorso di risalita intrapreso dopo gli eventi drammatici che avevano messo a rischio la continuità aziendale.
Il presidente Pietro Patton guarda al futuro con maggiore fiducia, anche se preferisce aspettare per brindare ai settant’anni della cantina, che ricorrono proprio quest’anno. Per ora c’è una bottiglia da collezione con un mix delle tre principali varietà della cantina, Mueller Thurgau, Chadonnay e Pinot grigio. “Abbiamo invertito la rotta, ma la stapperemo solo quando tutte le aziende del gruppo saranno in utile – afferma Patton –. Ancora non ci siamo, ma ci stiamo avvicinando”.
Il bilancio consolidato del gruppo chiude con una crescita del fatturato, che passa da 66,6 a 71,8 milioni di euro (+7,8%), e una perdita di 1,6 milioni, come l’anno scorso, frutto di una politica prudenziale di accantonamenti per svalutazioni (800mila euro solo per le partecipate di Casa Girelli) concordate con il ceto bancario che il 23 ottobre scorso ha chiuso un accordo per la ristrutturazione del debito. La posizione finanziaria netta ammonta a 45,9 milioni (3 in meno dell’esercizio precedente).
Sabato l’assemblea dei soci ha approvato il bilancio chiuso il 30 giugno.
Dovrebbe essere l’ultimo bilancio in perdita: dal prossimo esercizio l’obiettivo è di un utile di 4 milioni di euro, e il liquidato ai soci di almeno 110 euro ad ettaro.
“Obiettivo credibile e perseguibile – afferma il direttore Massimo Benetello – posto che la cantina già quest’anno è in utile e riesce a valorizzare al meglio la produzione. I soldi pagati agli agricoltori sono quelli che derivano dalla gestione.
Sostanzialmente tutte le aziende del gruppo (oltre alla capogruppo, Ethica, Cesarini Sforza e Casa Girelli), presentano una gestione soddisfacente. Casa Girelli è abbastanza vicina a raggiungere il pareggio.
Proseguiremo sulla strada della qualità e del territorio. Abbiamo migliorato i marchi dell’azienda, nell’ultimo esercizio la cantina Lavis ha venduto più di un milione di bottiglie con un incremento del 47%, la cantina di Cembra 300mila bottiglie in crescita del 38%.
Ci teniamo a mantenere la dimensione di cantina, separando nettamente la gestione della cantina con quella delle società commerciali.
Dal primo gennaio 2019 faremo ulteriore chiarezza a livello di gruppo con una serie di operazioni societarie che porteranno ad una maggiore semplificazione”.
Sulla possibile fusione con la Cavit presidente e direttore non si sbilanciano: “non è all’ordine del giorno dell’assemblea. Abbiamo solo chiesto se la porta è aperta, ci hanno risposto di sì. La richiesta di riammissione al consorzio è stata presentata l’8 ottobre scorso”.