Comunità energetiche rinnovabili: insieme per l'energia
Laura Borsieri, rappresentante del Consorzio Elettrico di Storo (CEDIS), ha presentato il caso di successo della prima Comunità Energetica Rinnovabile in Trentino, situata nella frazione di Riccomassimo, un piccolo borgo di montagna con 51 abitanti, tra cui 13 bambini e ragazzi. CEDIS ha agito come produttore terzo, mettendo a disposizione le proprie competenze sia dal punto di vista normativo che tecnico per la realizzazione della Comunità Energetica Rinnovabile di Riccomassimo, in collaborazione con la neo-costituita APS La Buona Fonte.
Il sistema della comunità energetica è basato su pannelli fotovoltaici, con ogni pannello abbinato a un ottimizzatore posizionato sul retro per massimizzare la produzione energetica. L'energia pulita in eccesso viene accumulata in una batteria di accumulo da 13,5 kW/h, consentendo alle abitazioni del borgo di utilizzarla anche quando il sole non è presente. Attraverso un'app dedicata, è possibile monitorare la produzione e il consumo energetico. L'energia prodotta dall'impianto rimane di proprietà commerciale di CEDIS, mentre gli utenti che fanno parte della Comunità Energetica Rinnovabile continuano a ricevere la bolletta normalmente dal proprio fornitore abituale. Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) incentiva l'energia effettivamente condivisa tra i membri della comunità, calcolata come la differenza tra l'energia prodotta e consumata nello stesso periodo di tempo. A tali utenti viene riconosciuto un incentivo di 0,110 €/kWh e un'agevolazione tariffaria di 0,008 €/kWh.
Giacomo Cantarella, Business Development Manager di EPQ, un'azienda italiana nel settore della flessibilità e del energy management, ha offerto un punto di vista privilegiato da parte di un operatore del settore. Ha esplorato le opportunità e le sfide legate alle Comunità Energetiche, evidenziando l'importanza di agire su più fronti, come il prezzo dell'energia, gli schemi di incentivazione e le opportunità regolatorie e tecnologiche. Concettualmente, qualunque tipologia di utenza può avere dei benefici nella misura in cui è in grado di consumare l’energia nello stesso momento in cui viene prodotta dall’impianto fotovoltaico. A questo proposito è importante segnalare che ogni Comunità Energetica deve stabilire delle regole per definire come distribuire i proventi erogati da GSE sotto forma di incentivo. Si tratta di un vero e proprio progetto di governance, che deve tenere conto di aspetti tecnici, di aspetti finanziari e di aspetti sociali. Senza dimenticare che fra gli obiettivi delle direttive europee, oltre allo sviluppo degli impianti a fonte rinnovabile, c’è anche il superamento della povertà energetica. Le comunità energetiche rinnovabili, come sottolineato da Sara Capuzzo, presidente di ènostra, rappresentano un modo per amplificare la voce dei territori nella transizione energetica e creare nuove opportunità di lavoro. ènostra è coinvolta in 14 progetti di comunità energetiche e autoconsumo e ha recentemente inaugurato il più grande impianto eolico collettivo in Italia, situato in Umbria vicino a Gubbio. Questa iniziativa è considerata un'azione politica che mette al centro le esigenze dei territori, in contrasto con l'approccio delle grandi aziende legate ai combustibili fossili. Le comunità energetiche rinnovabili non solo permettono ai cittadini di svolgere un ruolo attivo nella produzione di energia, ma rappresentano anche una soluzione per affrontare i problemi del riscaldamento globale e della povertà energetica. Inoltre, la produzione di energia attraverso impianti fotovoltaici può diventare una fonte di reddito grazie agli incentivi previsti dalla legislazione.
FONTE: UFFICIO STAMPA PAT