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Cooperative agricole: buoni i dati di bilancio ma il futuro preoccupa il settore

Convegno delle cooperative agricole in previsione dell’assemblea annuale della Federazione di inizio giugno. L’appuntamento è stato ospitato, stamani, alla Sala inCooperazione e, come da tradizione, ha offerto un focus sui temi e sui numeri di maggiore attualità del comparto che, in Trentino, rappresenta il 90% della produzione agricola.

Soddisfazione e preoccupazione si respiravano, stamani, alla sala inCooperazione di via Segantini a Trento durante il convegno di settore delle cooperative agricole.

Da una parte la soddisfazione per i risultati di un esercizio che, nel confronto tra il 2020 e il 2021, ha fatto segnare un incremento a doppia cifra, pari al +13,3%. Il valore della produzione ha raggiunto 1 miliardo e 348 milioni di euro.

La preoccupazione, evidente, è per le difficoltà presenti e future che si legano all’aumento dei costi di energia e materie prime i cui effetti stanno già segnando pesantemente alcuni comparti del mondo agricolo.

Il presidente della Cooperazione Trentina Roberto Simoni nel suo saluto iniziale ha preso atto delle difficoltà ma ha anche invitato a guardare avanti e non perdere la rotta: «importante è marciare insieme, ogni crisi è seguita da un periodo di rilancio e prosperità».

Nella relazione di Michele Odorizzi, vicepresidente della Federazione per il settore agricolo, un passaggio è stato dedicato alle difficoltà del momento presente che, inevitabilmente, si ripercuoteranno sul futuro. «Collegato all’aumento dei prezzi delle materie prime – ha osservato -- tutte le filiere agricole stanno riscontrando aumenti impressionanti nell’energia, nei trasporti, nei materiali di confezionamento, e non solo questo, perché si stanno verificando anche seri ritardi nelle consegne da parte dei fornitori, rischiando di vanificare tutti gli sforzi fatti in campagna e nelle attività di allevamento per assicurare un reddito dignitoso ai soci produttori. È evidente che l’esplosione dei costi si sta facendo sentire sui bilanci delle aziende con conseguenze anche sulle liquidazioni dei soci e sulla possibilità di fare investimenti».

Fondamentale puntare «su qualità e salubrità che si coordina benissimo con i concetti di sostenibilità, di attenzione all’ambiente, di eccellenza delle produzioni, di tutela delle comunità locali, di cura e gestione attenta del territorio, di una vita serena – ha aggiunto Odorizzi - Uno dei punti più qualificanti per la Cooperazione è il tema della sostenibilità, che ci vede protagonisti. Da decenni il mondo agricolo trentino ha saputo darsi regole e metodi di gestione degli interventi in campagna grazie al Protocollo d’intesa che tanti risultati positivi ha assicurato alla nostra agricoltura garantendo la salubrità ai nostri prodotti».

Sul tema del prossimo Psr - Piano di Sviluppo Rurale «manifestiamo massima attenzione affinché favorisca investimenti innovativi nelle aziende garantendo quegli spazi di manovra fondamentali per lo sviluppo ed il rafforzamento delle nostre realtà in sintonia con l’Ente Pubblico, a cui abbiamo fornito indicazioni e proposte, ben consapevoli di una fase generale critica per tutta l’economia provinciale condizionata dalla crisi generale».

Inoltre è stato ribadito che «l’agricoltura cooperativa rappresenta il principale fattore produttivo in tutti i settori ed il volano per l’export trentino, come confermano costantemente i dati della Camera di Commercio di Trento, dai quali emerge la leadership delle imprese agricole cooperative trentine per la crescita e lo sviluppo dell’economia provinciale grazie ad una marcata proiezione internazionale».

Per Rodolfo Brochetti, che ha parlato a nome di Apot per il settore frutticolo, le prospettive del comparto sono nere. Peseranno sulla prossima campagna di commercializzazione la chiusura o la forte limitazione nei mercati dell’area di guerra. E questo si aggiunge all’aumento dei costi di produzione che possono arrivare fino a 10 centesimi al chilo. All’ente pubblico ha quindi chiesto interventi per calmierare i costi dell’energia, favorire l’installazione di impianti fotovoltaici, oltre all’aumento di risorse nel prossimo Psr.

Luca Rigotti, presidente del Gruppo di lavoro Vino a livello europeo del Copa-Cogeca, ha illustrato le minacce al settore portate da alcune iniziative dell’Unione europea prima con le limitazioni imposte dal “Farm to fork” sulla riduzione dei concimi che rischia di portare i vini europei fuori mercato («vale di più la certificazione di sostenibilità rispetto al bio»), poi con l’inserimento del consumo - e non più solo abuso - di alcolici, tra cui il vino, tra gli alimenti cancerogeni. «Tutte le sigle del vino a livello europeo hanno trovato una linea comune – ha detto Rigotti – se ci coordiniamo riusciremo a far sentire la nostra voce».

«Teniamo duro – ha affermato il presidente degli Allevatori Giacomo Broch – perché in futuro ci sarà sempre bisogno di latte, anche se in questa fase assistiamo ad una diminuzione degli animali. Vista la situazione, non possiamo scaricare i maggiori costi sui consumatori»

In un articolato intervento l’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli (che ha seguito l’interno convegno in videoconferenza) ha risposto alle preoccupazioni e agli allarmi del settore agricolo, assicurando la vicinanza della Provincia autonoma anche alla luce delle iniziative già messe in campo per sostenere il reddito degli agricoltori.

I numeri della Cooperazione agricola

I dati generali e dei singoli settori sono stati presentati da Michele Girardi, referente del settore agricolo all’interno della Federazione Trentina della Cooperazione.

Complessivamente la cooperazione agricola che, in Trentino vanta la leadership in tutti e tre i comparti (vitivinicolo, ortofrutticolo, lattiero-caseario e allevamento) conta 86 società. Nel dettaglio: 16 in quello vitivinicolo, 28 nell’ortofrutta, 20 nel lattiero-caseario, 2 nel comparto zootecnico, 20 sono le cooperative di servizio.

I soci conferitori sono 17.707. Le collaboratrici e i collaboratori sono 2.894. Gli ettari coltivati totali sono 54.084 con 805 milioni di chilogrammi prodotti sommando ortofrutta (550 milioni di chilogrammi), vitivinicolo (120 milioni di chilogrammi) e lattiero caseario (135 milioni di chilogrammi).

Nello scorso esercizio, il fatturato consolidato (cooperative agricole e società controllate) ha raggiunto 1.348 milioni di euro, in crescita del 13,3% nel confronto con lo stesso dato del 2020.

Il patrimonio complessivo ha raggiunto 493 milioni di euro, in crescita del 6,15% (corrispondente a un incremento di 28 milioni di euro). Gli investimenti netti sono stati di 672 milioni di euro.

Analisi dei settori

Il comparto vitivinicolo e, quindi, le Cantine sociali contano 6.544 viticoltori soci, con 611 collaboratrici e collaboratori. Il fatturato consolidato dell’intero settore (comprese le società controllate) è stato di 578 milioni di euro (17,97% rispetto al 2020). L’uva conferita nella vendemmia scorsa ha raggiunto 1,2 milione di quintali.

Liquidato ai soci: euro 131,79  a quintale per l’uva conferita (+5,57% rispetto allo stesso dato di dodici mesi prima). La resa a ettaro ha raggiunto il valore medio di 17.671 euro con un +13,8% rispetto all’esercizio precedente.

Le cooperative dell’ortofrutticolo (5.864 soci e 1.811 collaboratrici e collaboratori) hanno fatturato 589 milioni di euro, in aumento dell’11% rispetto all’esercizio precedente.

La quantità conferita di mele è stata di 534 milioni di chilogrammi con una resa ettaro media di euro 29.467 (con un incremento del +21% nel confronto con lo stesso dato dell’esercizio precedente).

A caratterizzare e arricchire l’ortofrutticolo sono anche i piccoli frutti e ciliegie (600 ettari coltivati con 8 milioni di chilogrammi di prodotto), patate (120 ettari coltivati, con 4,5 milioni di chilogrammi prodotti), ortaggi (83 ettari coltivati, con 2 milioni di chilogrammi prodotti), mais/frumento (rispettivamente 320 ettari e 37 ettari coltivati, con rispettivamente 1,3 milioni di chilogrammi prodotti e 0,2 milioni di chilogrammi prodotti), noci del (10 ettari coltivati e 100 quintali prodotti), olio di oliva del Garda (250 ettari coltivati, 39 mila chilogrammi conferiti).

Il lattiero caseario conta 783 soci e 339 collaboratrici e collaboratori. Fatturato: 131 milioni di euro (+4,4% nel confronto con lo stesso dato dell’esercizio precedente). Liquidato soci (media provinciale): il prezzo medio del latte a grana riconosciuto ai soci ha raggiunto euro 0,607 a litro (rispetto a euro 0,589 del 2020).

Meritevole di una sottolineatura l’allevamento di bovini (se ne contano 23.816). A questi si aggiungono ovini, caprini, equini, conigli. I soci di questo settore sono 1.115 e aderiscono alla Federazione Provinciale Allevatori.

Il settore ittico (trota e salmerino) esprime  31 milioni di fatturato del settore, 50 mila quintali di trote da carne, 40 imprese, 70 impianti, 450 addetti. 

 

Autore: Redazione