Due stanze degli abbracci alla Rsa Santo Spirito a Pergine
Una risposta concreta alla penalizzazione degli affetti grazie alla Cassa Rurale Alta Valsugana.
La pandemia sembra non avere fine. Ma la comunità reagisce e cerca nella quotidianità quel calore che il virus impedisce. Si tratta di quelle azioni che sono mancate per lunghi mesi, soprattutto nelle Rsa, i luoghi che hanno pagato un prezzo altissimo in vite e umane, ma anche negli affetti penalizzati dall’isolamento.
Da lunedì 1° marzo, però, a Pergine, la Casa di Riposo Santo Spirito, una delle più colpite nella prima ondata del Covid, si è dotata di due stanze degli abbracci. E’ stata la Cassa Rurale Alta Valsugana a permetterne l’acquisto, con una donazione di 3mila euro. “E’ la dimostrazione - evidenzia il presidente della Cassa, Franco Senesi, - della sensibilità della banca ai problemi innescati dall’emergenza Covid, con un conto dedicato, ma anche con il supporto di iniziative che vanno nella direzione di fare fronte a una serie di difficoltà emerse con prepotenza in seguito alla pandemia. Il tutto nel solco dei principi cooperativi”.
Grazie alle due stanze degli abbracci n una settimana tutti gli ospiti, sono 140, potranno ricevere a turno la visita dei loro famigliari. Come specifica il direttore della Rsa Gianni Bertoldi, sono dodici gli accessi garantiti quotidianamente nella struttura di via Pive e nove in quella di via Marconi: un numero che permette almeno una visita settimanale ai parenti degli ospiti. E tra gli ospiti, grazie alla campagna di vaccinazioni, si registra un numero pressoché totale di vaccinati, tenendo conto che alcuni, superata la fase critica, hanno sviluppato spontaneamente gli anticorpi. Quasi analoga la situazione tra il personale a sottolineare come la sensibilità sanitaria sia davvero molto sentita.
Per accedere alla stanza degli abbracci è stato creato un percorso dedicato con ingresso dall’esterno, in modo da evitare di interferire con l’interno della struttura, mantenendo così le disposizioni di sicurezza. All’ingresso lo scanner misura la febbre per verificare la temperatura, quindi ci si igienizza le mani e, seguendo le indicazioni dell’operatore, si può dialogare con il proprio famigliare grazie a un interfono posizionato su un’ampia vetrata. Si passa poi alla vera e propria stanza degli abbracci.
E’ una struttura gonfiabile, posizionata su una porta e perfettamente sigillata, che permette di vedere e stringere il proprio caro infilando le braccia in due flessibili in materiale plastico trasparente e flessibile. E’ un momento di commozione e grande dolcezza per chi da mesi sperava di potere avere un contatto fisico con il proprio famigliare. Una soluzione che, per Diego Pintarelli, presidente della Rsa perginese, conferma come si stia facendo di tutto per arrivare a una normalità sicuramente diversa, ma certamente non così pesante come 12 mesi fa, quando la RSA perginese era tra le più colpite dal virus in Trentino. Insomma si lavora su più fronti perché le persone sono importanti e quando sono fragili devono esserlo ancora di più.
La Cassa Rurale Alta Valsugana ha attivato il “Emergenza COVID – 19 Alta Valsugana” per la raccolta fondi per far fronte alle esigenze urgenti che provengono dal nostro territorio.Le coordinate bancarie per effettuare il bonifico, esente da commissioni, sono:IT79 Y 08178 35220 K01017741920 – “Emergenza COVID-19 – Alta Valsugana”.
Fonte: Cassa Rurale Alta Valsugana