Giovani pronti al cambiamento
Una settantina di studenti e studentesse delle superiori si stanno preparando per presentare, alla 18esima edizione del Festival dell’Economia di Trento, la loro visione sul mondo del lavoro che li aspetta.
Nulla rimarrà così come è oggi, nel mondo del lavoro, ma anche nel nostro stile di vita.
Sembra questa l’unica certezza che le generazioni più giovani hanno rispetto al futuro, secondo quanto emerso dal confronto tra una settantina di studenti e studentesse, di cinque istituti superiori trentini, che hanno partecipato al workshop “Cosa farò da grande? Dialogo aperto sui futuri possibili del lavoro”, organizzato dall’Area Formazione e Cultura Cooperativa della Federazione Trentina della Cooperazione.
L’incontro è stato il primo passo di un percorso che li condurrà a presentare, in occasione della 18esima edizione del Festival dell’Economia di Trento, la loro visione sul contesto economico e lavorativo col quale tra qualche anno dovranno misurarsi.
“Nell’edizione di quest’anno, i giovani – ha spiegato Ericka Costa, professoressa associata di Economia aziendale all'Università di Trento e componente del Comitato scientifico del Festival – avranno uno spazio da protagonisti, nel quale potranno condividere la loro visione sul futuro, portando un punto di vista diverso e la loro capacità di guardare oltre, immaginando possibili nuovi scenari”.
Non a caso l’appuntamento è stato ospitato dal Dipartimento di Economia dell’Università di Trento, offrendo così “un momento importante – come ha commentato Flavio Bazzana, professore ordinario di Finanza aziendale e direttore del Dipartimento – per iniziare a conoscere meglio il mondo universitario e ragionare sulle opportunità e le prospettiva di lavoro e di carriera”. L’iniziativa, ha aggiunto Roberto Simoni, presidente della Federazione Trentina della Cooperazione, è stata un’occasione “per conoscerci a vicenda e per riflettere insieme sulle opportunità e sulle sfide che verranno, ma anche sulle nuove competenze che sarà necessario sviluppare”.
Dopo una prima introduzione, durante la quale Roberto Poli, professore di Filosofia della Scienza a Trento e titolare della Cattedra Unesco sui Sistemi anticipanti, ha offerto alcune chiavi di lettura, per leggere il presente e provare a immaginare le evoluzioni future, i ragazzi hanno iniziato a confrontarsi, in autonomia, sulle professioni del domani. Molte le idee e le parole chiave emerse dal lavoro dei gruppi: fattore umano, capacità di collaborare, interdisciplinarietà, lettura dei dati, flessibilità, ecc. Così, c’è chi ha ipotizzato la fine dei lavori maggiormente caratterizzati da mansioni routinarie a fronte di una crescente richiesta di professionisti altamente qualificati. C’è chi ha visto nella crisi climatica la possibilità di sviluppare nuove professioni, dagli specialisti in sostenibilità agli esperti in economia circolare. Chi ha supposto non ci saranno grandi cambiamenti nelle aree più legate a creatività, ricerca e politica, mentre ha previsto innovazioni importanti in settori quali trasporti e intrattenimento. E, perfino, chi ha immaginato la nascita di colonie interplanetarie.
Ad accomunare tutte le presentazioni, l’idea di un cambiamento necessario, imminente e inevitabile. Che, però, non li spaventa. Anzi, per dirla con le loro parole “siamo pronti”.