Con il sensore “Janus” più sicurezza nelle attività estive per bambini
A seguito dell’approvazione, nello scorso mese di giugno, delle “Linee guida per la gestione in sicurezza dei servizi conciliativi ed estivi 2020 per bambini e adolescenti”, la Provincia autonoma di Trento, d’intesa con la Fondazione Bruno Kessler, ha deciso di attivare una fase sperimentale di monitoraggio – inizialmente in due colonie estive - per verificare l’effettiva osservanza, da parte del personale e dei bambini ospiti, delle norme di prevenzione e protezione in riferimento all’emergenza Covid-19.
In particolare, a seguito della firma dell’“Accordo volontario di obiettivo” tra l’Agenzia provinciale per la famiglia, natalità e politiche giovanili e FBK, si è pattuito di introdurre 52 sensori, forniti da FBK, nella colonia estiva di Povo (gestita dalla cooperativa Kaleidoscopio) e di Andalo (gestita dalla cooperativa Incontra) per monitorare il distanziamento e i tempi di prolungamento del rapporto di prossimità e/o di allontanamento tra i bambini ospiti e il personale delle rispettive cooperative.
Dal 17 agosto fino al 4 settembre 2020 sono stati introdotti 52 sensori nelle colonie estive di Povo e di Andalo, indossati all’interno di piccoli marsupi da tenere legati in vita, da bambini e personale delle due cooperative coinvolte, per dare il via ad una sperimentazione che ha all’incirca le stesse finalità della app “Immuni”.
“Ritornare nei luoghi della socializzazione dopo l'emergenza Covid-19 – ha dichiarato il Dirigente generale dell’Agenzia per la famiglia Luciano Malfer - comporta l'esigenza di controllare e monitorare il rispetto delle norme stabilite per garantire la sicurezza negli spazi sociali di convivenza tra cui, in primis, il distanziamento fisico stabilito in un metro di separazione. L’adozione dei sensori “Janus”, sviluppati dall’unità di ricerca E3DA (Energy Efficient Embedded Digital Architectures/Architetture Digitali Efficienti Energeticamente) di FBK, è volta a registrare i movimenti e le interazioni sociali faccia a faccia e a favorire un cambiamento di comportamento in bambini e addetti ai lavori, che deve essere affiancato da un percorso educativo, finalizzato a promuovere consapevolezza e senso di responsabilità reciproca.”
“La ricerca che sta dietro alla realizzazione di questi sensori” – commenta Amy Murphy, ricercatrice senior di E3DA – “è stata realizzata assieme al Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell'Informazione dell'Università di Trento e ad altri partner grazie ai finanziamenti della Fondazione VRT (Fondazione per la Valorizzazione della Ricerca Trentina) e della comunità europea (EIT Digital) ed ha permesso di ottenere una maggior accuratezza nella misura delle distanze rispetto alle tecnologie esistenti pur mantenendo un’ottima efficienza energetica.”
In particolare, nella cooperativa ad Andalo i sensori sono stati introdotti dal 17 al 21 agosto coinvolgendo 3 gruppi per un totale di 21 bambini con età 9-13 anni e 5 animatori; mentre nella cooperativa di Povo i sensori saranno introdotti dal 24 agosto al 4 settembre coinvolgendo 3 gruppi per un totale di 23 bambini (2 gruppi con fascia 6-10 anni; 1 gruppo con fascia 11-14 anni) e 3 animatori.
“Tutti gli eventi registrati dai sensori vengono memorizzati e possono permettere la ricostruzione di eventuali catene di contagio nel caso in cui un operatore o un fruitore del servizio dovesse risultare positivo al Covid-19 – ha dichiarato Bruno Lepri, responsabile dell’Unità di ricerca MobS (Mobile and Social Computing Lab) di FBK. In concreto, ogni sensore indossato da ciascun bambino legge anche i sensori indossati dagli altri bambini e registra i tempi in cui giocano e stanno assieme e le relative distanze fisiche. I dati sono forniti in forma anonima e non rilevano dati sanitari.”
In aggiunta, l’adozione di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio del distanziamento fornisce dati importanti per capire i modelli di comportamento in specifici luoghi sociali ed ambientali e possono quindi servire a creare delle stime di rischio legate a questi setting e a specifici comportamenti (come il rischio varia al variare della distanza tra due persone e del tempo di esposizione, l’influenza degli ambienti chiusi e delle attività all’aperto sulla quantificazione di questi rischi, quali organizzazioni degli spazi e delle attività sono più adeguate per ridurre il rischio, ecc.).
A fine settembre FBK renderà noti i dati registrati dai sensori ed è ipotizzabile, ma non ancora confermato, che i sensori verranno introdotti in una scuola provinciale per proseguire la fase di sperimentazione anche all’interno degli ambienti scolastici.
Fonte: Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento