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Incontro in ricordo di Pio Zambiasi (1906-1946)

E’ stato un incontro molto partecipato e particolarmente ricco di emozioni quello organizzato dalla Cassa Rurale Val di Non – Rotaliana e Giovo lunedì 29 maggio ad ore 18.00 nella Sala riunioni di Taio.

Alla presenza del Presidente Silvio Mucchi e del Direttore generale Massimo Pinamonti, si è svolta la commemorazione dell’ex Direttore della Cassa Rurale di Taio, Pio Zambiasi, tragicamente scomparso nell’anno 1946. La storia di Pio Zambiasi, nato a Taio nel 1906, è drammatica: divenuto stimato Direttore contabile nel 1936, viene freddato da due banditi, i fratelli Scalfi, durante una rapina a mano armata. I due vengono subito catturati dai cittadini di Taio, rischiano di morire dopo un furente linciaggio e vengono poi condannati all’ergastolo. Più di vent’anni dopo, grazie al perdono della famiglia Zambiasi, ottengono la grazia.

La Cassa Rurale ha intitolato la Sala Riunioni alla memoria di Pio Zambiasi, per permettere che il suo nome e la sua storia possano rimanere vivi nel tempo.

Presenti i figli di Pio Zambiasi, Margherita e Alberto. E’ intervenuta la Sindaca di Predaia, Giuliana Cova, che ha ringraziato la Cassa Rurale per la capacità di promuovere personaggi storici del passato, rendendoli attuali e valorizzando la loro storia, che in questo modo diventa storia di tutti.

Il Presidente Silvio Mucchi ha spiegato come “Pio Zambiasi sia stato un vero cooperatore: ha messo al primo posto l’interesse collettivo e con coraggio ha cercato di difendere i risparmi dei suoi concittadini. Un esempio per i nostri giovani. Allo stesso modo i suoi familiari sono un esempio per tutti noi.”

Il Direttore Pinamonti ha lodato l’operato del Zambiasi e ringraziato i figli Margherita e Alberto, anch’essi ex dipendenti della Cassa Rurale, persone oneste e impegnate nel sociale.

Marcello Nebl, storico dell’arte e curatore della ricerca storica che ha permesso la valorizzazione (e la riscoperta) del Zambiasi, ha presentato una sintesi del suo lavoro, riuscendo a inquadrare sia dal punto di vista storico che sociale l’epoca e la vicenda umana di Pio Zambiasi.

LA STORIA DI PIO ZAMBIASI

Nel 1898 viene fondata a Taio la Cassa Rurale di Prestito e di Risparmio, aggregata alla  Federazione dei Consorzi Cooperativi del Trentino.

Primo Presidente è Amadio Barbacovi mentre gran sostenitore sarà don Giuseppe Quaresima.

La Cassa è retta da un Consiglio di Amministrazione di quattro membri e dal Consiglio di Sorveglianza, costituito dal caposindaco e da altri due Sindaci.

La parte operativa è affidata ad un solo contabile che deve seguire diverse mansioni come tenere i registri contabili, custodire il denaro, custodire gli atti sociali e gestire gli atti cauzionali.

Nel 1936 il compito di ‘Direttore contabile’ viene assunto da Pio Zambiasi, nato a Taio il 4 settembre 1906 e formatosi a Bolzano presso le Scuole Commerciali.

Pio Zambiasi, che sposa Sofia Chilovi ed ha due figli, Margherita e Alberto, è figura vicina alla comunità e parte attiva dell’amministrazione  in qualità di Consigliere comunale.

Svolge il proprio ruolo lavorativo dal piccolo ufficio sito in Casa Zambiasi, lungo la via principale di Taio accanto alla chiesa parrocchiale, dove la Cassa Rurale avrà sede sino al 1953. Pio Zambiasi è ricordato per la propria generosità e volontà di essere vicino ai più bisognosi, facendo tutto il possibile per accordare prestiti esponendosi in prima persona, anche durante i difficili anni della Seconda guerra mondiale. In una lettera scritta dal Sindaco Anselmo Cristoforetti si legge come Pio Zambiasi fosse una persona sempre disponibile e “affabile con tutti coloro che a lui si rivolgevano senza distinzione alcuna di classe sociale”.

Il ricordo del Sindaco, scritto il 23 agosto 1946, è purtroppo tragicamente legato a quanto successo due giorni prima, il 21 agosto 1946.

In quella assolata giornata estiva, movimentata dal mercato ospitato nelle vie del paese, due giovani sbandati provenienti da Ragoli di Tione, i fratelli Giovanni e Fiorino Scalfi, fanno irruzione negli uffici della Cassa Rurale intimando la consegna del denaro presente.

Pio Zambiasi è solo all’interno dell’ufficio e, nonostante la pistola puntata contro dai banditi, chiama aiuto; i due fanno fuoco e tre colpi uccidono così Pio Zambiasi, a soli quarant’anni di età.

Gli spari allertano i paesani riversati lungo le vie di mercato che, scoperto l’accaduto, rincorrono i due malviventi. Gli eventi sono descritti nei particolari dai quotidiani dell’epoca che danno giusto risalto alla drammatica vicenda: Giovanni e Fiorino Scalfi tentano di scappare verso Segno inforcando due biciclette e vengono inseguiti da decine di abitanti, fra i quali il carabiniere Giuseppe Zambiasi di Taio che sparando dei colpi di avvertimento obbliga i due a rifugiarsi nella boscaglia verso il torrente Noce. Inizia così una lunga battuta di caccia diretta dai Carabinieri di Trento, Cles e Mezzolombardo che porta ad arrestare i due malviventi ed a scortarli alla caserma di Taio proteggendoli dalla folla inferocita che tenta il linciaggio. È il fratello di Pio Zambiasi, don Marino, a salvare i due bloccando la folla decisa ad assaltare la caserma, imbracciando il crocifisso ed esclamando: “Io perdono, perdonate anche voi”.

Quello di don Marino è il primo gesto di perdono da parte della famiglia Zambiasi.

I fratelli Schelfi infatti vengono inizialmente condannati all’ergastolo e reclusi nel penitenziario di Porto Azzurro; sul finire degli anni Cinquanta, mentre a Fiorino viene commutata la pena a trent’anni, a Giovanni viene confermato l’ergastolo a causa di due tentativi di evasione, il primo dei quali tra l’altro riuscito.

È così che nel 1970 gli abitanti di Preore, affiancati dai famigliari della vittima, sottoscrivono una petizione per una domanda di grazia: in questo è fondamentale l’intenzione della vedova Sofia Chilovi che, mossa da carità cristiana, dichiara che i due banditi “hanno pagato abbastanza”. Nel 1976 quindi, sette anni dopo la liberazione di Fiorino per buona condotta, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone concede la grazia anche a Giovanni che ritorna a Preore, senza però più riuscire a reinserirsi a pieno nella comunità.

Fonte: Cassa Rurale Val di Non Rotaliana e Giovo

Autore: Redazione