L’acqua: una fonte di vita ed energia da tutelare
La maggior superficie del nostro pianeta è avvolta dalle acque. Il nostro corpo è costituito da un’elevata percentuale di acqua. E in Trentino è anche fonte di energia rinnovabile che continuamente si rigenera. Funzioni che risultano scontate solo fino a quando non ci si rende conto che può venire a mancare, così com’è successo la scorsa estate, in quella che viene definita la crisi idrica più grande degli ultimi cinquant’anni.
Cosa possiamo quindi fare per tutelare un bene così prezioso? Di questo si è parlato nell’incontro organizzato dalla Fondazione don Lorenzo Guetti, nella quattro giorni dedicata alla cultura cooperativa. Innanzitutto, come spiega l’antropologo ed esperto conoscitore delle Alpi Annibale Salsa, dovremmo ripartire dalla gestione dell’acqua come bene comune: “basterebbe tornare al XIII secolo per capire i principi della gestione del bene comune. A quel tempo gli amministratori conoscevano i limiti delle risorse, quanto caricare i pascoli, come regimentare le acque e regolarizzarne l’utilizzo”. Poi, nel XIX secolo, la società si è divisa in due modelli di riferimento: quello liberale, legato al profitto individuale, e quello socialista, connesso invece al sistema pubblico. Due ideali che hanno portato le risorse verso la cartolarizzazione privata o all’inglobamento nella burocrazia, sistemi entrambi distanti da quella gestione dei beni che per secoli hanno caratterizzato l’autonomia delle comunità montane.
In controtendenza, in questo tipo di gestione dei beni, sono certamente i consorzi elettrici cooperativi del Trentino che, nel corso dell’evento, hanno spiegato come le loro imprese lavorino per autoproduzione e consumo all’interno della comunità dei soci: “con la nuova direttiva europea – spiega Giorgio Rossi, presidente di Consorzio Elettrico di Storo (CEDIS) – il nostro modello di business è tornato improvvisamente attuale. Tanto che, proprio grazie al nostro know-how, siamo riusciti a creare in breve tempo la prima comunità energetica a Riccomassimo, frazione di Storo che conta 50 abitanti, con grande soddisfazione. Ora ci chiamano dappertutto, e forse anche troppo – sottolinea ironicamente il presidente -, per tenere conferenze e fare da consulenti, poiché l’esperimento, seppur in piccolo, è riuscito bene”.
A parità di gestione del bene comune, il sole rimane quindi la prima risorsa alternativa all’acqua per i consorzi elettrici cooperativi. Ma, vista la siccità dell’ultimo periodo, è necessario non escludere anche altre soluzioni offerte dal nostro territorio. Per questo motivo Dino Vaia, presidente del Consorzio Elettrico Industriale Stenico (CEIS), parla anche di biogas: “la nostra produzione elettrica è per il 95% legata all’acqua, ciò non esclude che dobbiamo trovare metodi di diversificazione che abbiano sempre basso impatto ambientale o che permettano la trasformazione di scarti in risorse, come nel caso del biogas da allevamento. Per questo siamo tornati a parlare con il mondo zootecnico locale, così da valutare nuove possibili strade da percorrere”.
All’incontro avrebbe dovuto partecipare anche Giancarlo Pederiva, presidente del Consorzio Elettrico Pozza di Fassa (CEP), ma si è trovato impossibilitato per un contrattempo.
Domenica 16 ottobre è l’ultimo giorno di appuntamenti per la quattro giorni di Coopera, organizzata dalla Fondazione don Lorenzo Guetti, guidata dal presidente Fabio Berasi e dal direttore Michele Dorigatti. La Fondazione è stata costituita nel 2012, Anno Internazionale delle Cooperative, per iniziativa della Provincia Autonoma di Trento, della Federazione Trentina della Cooperazione, dei Comuni delle Giudicarie Esteriori e della Comunità di Valle delle Giudicarie.